GESTIONE PON 2008, I PRESIDI CONTRO LE LINEE-GUIDA
Data: Martedì, 04 marzo 2008 ore 01:24:21 CET
Argomento: Rassegna stampa


Se da un lato vengono confermati, a partire dal primo gennaio 2008, gli ulteriori aumenti di 160 euro lordi l’anno ai docenti, dall’altro un manipolo di presidi protestano contro le linee guida per la gestione dei Pon 2008. La percentuale a loro spettante infatti pare sia diminuita: «Il compenso é del 3% per l’attività di direzione e coordinamento senza possibilità di accedere ad altre voci del piano finanziario; neppure per la partecipazione obbligatoria al Gruppo Operativo di Piano a cui il dirigente é tenuto a partecipare ma a titolo personale e gratuito».

Ancora una volta dunque sono i progetti Pon o Por o di altra natura a scatenare polemiche nella scuola e ora, ai risentimenti dei professori, si sono aggiunti pure quelli dei presidi che lamentano scarse congruità. Tuttavia è opinione diffusa che da quando sono entrati a scuola i nuovi strumenti finanziari europei e no, col fine del supporto alla didattica o contro dispersione o abbandoni, la pesca più intensa è fatta su tali mari, mentre molti dirigenti curerebbero più le reti a strascico che il singolo amo dell’ordinaria amministrazione. In più, come molti esperti sostengono, ancora non c’è stato un monitoraggio scientifico sulla effettiva validità di questi progetti in merito soprattutto alla dispersione che veleggia al 25% circa mentre le attese erano, per il 2010, intorno al 10% così come stabilito dal trattato di Lisbona e al cui fine l’Ue sta stanziando fondi.

Se a questi risultati si aggiunge lo scarsa preparazione dei nostri alunni il cerchio si chiude e bisognerebbe ripartire daccapo, con umiltà ma con decisione, smettendola con le variabili politiche e di partito. Quasi tutte le associazioni dei docenti infatti approfittando delle elezioni chiedono impegni precisi agli schieramenti per fare ripartire l’istruzione e per togliere il clima di incertezza e di inutilità burocratica e formale che spesso viene registrata.

A parte la proposta di Rutelli di dilazionare le vacanze nel corso dell’anno e accorciare quelle estive, salta agli occhi la nebulosità di proposte di chi si sta candidando alla guida del Paese. Valentina Aprea, vice ministro di Moratti e inventore del famoso punteggio di montagna (poi sconfessato in tutte le sedi giuridiche), dice: se vinciamo, il confronto parlamentare sarà sulla riforma Moratti, congelata dal centrosinistra, altrimenti faremo da soli.

Ancora sibili di colpi di maggioranza dunque, ma se pure dovesse essere così molte sono le domande che da vari ambiti provengono, prima fra tutte quella dei precari: sarà mantenuto il piano di assunzione triennale attuato dal governo Prodi? Le assunzioni dei neolaureati, dopo il biennio universitario di specializzazione, avverrà attraverso albi regionali da dove le scuole potranno attingere liberamente senza passare da graduatorie di merito?

Intende il Pdl diminuire il numero di ore di lezione per diminuire il numero di insegnanti complessivo in conformità alla legge di riforma di Moratti? Il famoso voucher sarà dato solo a chi iscrive i propri figli nelle scuole private, anche se il reddito è cospicuo, escludendo coloro che si affidano alla scuola pubblica?

Sarebbe giusto che si facesse chiarezza compresa l’idea di valutare sia il lavoro dei docenti sia quello di ogni scuola. Fra l’altro nella quarta mission del programma del Pdl relativo alla scuola non si parla di autonomia, molto marcata invece nel Pd, ma del rilancio delle famose 3 I (inglese, impresa, informatica), di difesa della lingua e della cultura italiana, di aiuto negli studi per i più meritevoli, aumenti salariali agli insegnanti più capaci secondo parametri meritocratici. Nelle linee generali in vero c’è assai poco, si attendono i dettagli che sono poi quelli con cui si fanno i conti ogni giorno.

PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)







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