Molti alunni che frequentano le classi intermedie delle scuole
secondarie di secondo grado di Catania e provincia, e che
nella pagella del primo quadrimestre hanno riportato insufficienze
più o meno gravi in alcune discipline, sono impegnati
nella frequenza dei corsi di recupero obbligatori, come previsto
dal provvedimento ministeriale n. 92 del gennaio 2008.
I corsi dovrebbero concludersi entro la fine di marzo e, poi, gli
studenti coinvolti dovranno sostenere delle prove nelle discipline
in cui hanno riportato l’insufficienza. I frequentanti
non andranno incontro a bocciature, però, qualora alla fine
dell’anno si dovessero aggiungere ulteriori deficienze, l’alunno
’negligente’ corre il rischio di ripetere l’anno. La prassi seguita
dai dirigenti scolastici è stata la seguente: ultimata la valutazione
quadrimestrale, le famiglie sono state informate per
lettera sulle varie carenze riportate dai loro figli in una o più
discipline e, in caso di deficienze gravi, qualche capo di istituto
ha ritenuto opportuno convocare direttamente i genitori
per informarli anche della data di inizio dei corsi. Corsi che, secondo
la normativa, avrebbero potuto essere gestiti anche gli
stessi genitori attraverso docenti privati, con l’ obbligo di relazionare
la scuola sull’esito finale dei corsi frequentati dagli
alunni, privatamente.
Quasi tutti i genitori, interpretando lo
spirito del provvedimento ministeriale, onde evitare gravosi
oneri, hanno delegato alla scuola. In questo caso, la commissione
per l’accertamento se siano state superate le carenze,
spetta agli stessi docenti in organico nell’istituto. Viceversa,
per quanto concerne l’organizzazione, nel caso in cui quasi
tutti gli alunni della classe, per esempio 17 su 20, hanno riportato
deficienze, i corsi vengono svolti nelle ore antimeridiane
e li frequentano anche i cosiddetti ’bravi’ che hanno l’occasione
di approfondire gli argomenti già svolti, mentre il
programma per ovvi motivi è stato fermato. Se, invece, si tratta
di pochi alunni, uno o due per classe, generalmente sono
stati accorpati in un unico corso, mentre il docente che svolge
le lezioni si coordina con i colleghi che curano le attività didattiche
nelle classi frequentate dai singoli alunni interessati
al corso. In quest’ultimo caso le lezioni vengono svolte
nelle ore pomeridiane. Ma ovviamente, le modalità di elaborazione
sono state adottate dai collegi dei docenti nell’ambito
della loro autonomia che hanno tenuto conto delle varie
esigenze. Gli alunni delle classi terminali, non sono tenuti a
frequentare i corsi di recupero dal momento che, almeno per
quest’anno, gli eventuali debiti non costituiranno motivo di
non ammissione agli esami di Stato. Insomma, l’anno scolastico
si avvia nella parte conclusiva.
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)
«Noi studenti nella confusione tra corsi di recupero e lezioni...»
03.03.2008.Ieri mattina, leggendo il quotidiano,
in prima pagina nell’edizione
di "Catania" abbiamo avuto
modo di apprendere della coraggiosa
scelta dell’Istituto Marconi
del capoluogo etneo di fermare
le lezioni didattiche per
due settimane in modo da venire
incontro agli studenti per il
recupero delle insufficienze riportate
nel primo quadrimestre.
In molti casi si tratta di modalità
di recupero fai-da-te, diverse da
scuola in scuola e che, molte volte,
non rispettano le normative
vigenti. Sovrana regna una gran
confusione scaturita dall’inutile
e insignificante decreto del ministro
Fioroni che invece di rilanciare
il sistema scolastico italiano,
tra i peggiori in Europa, di avviare
corsi di formazione e di aggiornamento
per gli insegnanti,
di incentivare le risorse per gli
Istituti, durante il breve periodo
di governo si è prestato solamente
a ad attacchi contro gli
studenti, considerati ancora oggi
quei "bamboccioni che non
capiscono niente". Non è da meravigliarsi
se nei prossimi giorni
alla nostra lettera seguisse una
risposta nel tentativo di sconfessare
le nostre argomentazioni
e scadere nel demagogico, definendoci
"i soliti ragazzini polemici
poco volenterosi e… bla,
bla, bla".
Il Decreto dell’ottobre scorso
mette sullo stesso piano gli alunni
che nel primo quadrimestre
hanno riportato insufficienze. È
possibile per una Scuola e per i
Docenti organizzare infiniti corsi
di recupero di quindici ore
complessive per tutti gli studenti
che hanno avuto varie insufficienze,
dall’1 al 5? Sicuramente
diventa un problema, sia per la
mancanza di personale sia per
soldini. Ma per i ragazzi è possibile
sostenere più di un corso di
recupero in orario pomeridiano
e contemporaneamente preparare
le lezioni per il secondo
quadrimestre? E come mai chi
ha avuto insufficienze all’orale
dovrà sostenere un esame scritto?
Interrogativi questi che in
qualità di Rappresentanti di una
classe del Liceo Verga di Adrano
abbiamo posto al Ministero della
Pubblica Istruzione, mediante
il servizio messo a disposizione
su internet, senza ottenere alcuna
spiegazione. E’ incredibile che
un Liceo presenti oltre 1000 candidati
con insufficienze su 1200
studenti. Solo colpa di quei
"scalmanati studenti di oggi"?
Oppure, come rivelano gli studi
dell’Ocse più che per la quantità
d’argomenti affrontati gli studenti
italiani non riescono a produrre
grandi risultati per la qualità
dell’istruzione?
E’ assurdo che scuole anche dello
stesso comune interpretino in
modo diverso il Decreto del Ministro.
Ad esempio, c’è chi sostiene
che gli studenti valutati
con "cinque" non dovranno sostenere
né il corso di recupero
né l’esame, e c’è chi, invece, come
nel nostro caso, non dovranno
seguire l’esame ma sostenere
comunque un esame scritto. E’
in questo modo che si vorrebbe
mettere in piedi la Scuola italiana?
Beh, più che nel duemila
sembra di essere ripiombati nella
preistoria.
VINCENZO VENTURA E ANDREA PULVIRENTI,
rappresentanti della classe IV G
Scientifico - Liceo "G. Verga" Adrano
(da www.lasicilia.it)