Libri di testo e scarpe
Data: Luned́, 03 marzo 2008 ore 17:36:40 CET
Argomento: Opinioni



E’ ricominciato, come ogni anno, il dibattito attorno al caro libri nelle scuole in vista delle prossime riunioni dei consigli di classe per adottarli. Il ministro Fioroni ha aperto il taglio con rigoroso cipiglio indicando dei tetti di spesa non valicabili persino nella secondaria superiore al fine di non pesare sulle martoriate tasche degli italiani (che da qualche tempo a questa parte sono diventate più un luogo comune che un luogo fisico o di metafora). E ha posto pure dei paletti ad ogni Istituto e per ogni anno: Liceo Classico: 320, 181, 370, 305, 315; Liceo Scientifico: 305, 210, 310, 280, 300; Ist. Tecnico Commerciale: 290, 170, 280, 240, 220; Ist. Tecnico Industriale: 305, 160, 300, 245, 215. Oltre a non capire il motivo per cui il budget è più sostanzioso nei licei che nei tecnici, le case editrici, manco a farlo apposta, sono entrate in fibrillazione mentre qualche buon papà sogna un risparmio adeguato per comprare invece dei libri le scarpe (che sono anch’esse diventate luogo comune, più che di pianta di piede di pascoliano ricordo) del figlio. Ancora una volta dunque i professori dovranno munirsi di calcolatrice per dosare i conti e fare i totali dei libri e se sforano dovranno poi farsi gli altri conti col la presidenza, quando vigila, ma soprattutto con l’utenza che ha tutto il diritto di chiedere conto (è il casi di dirlo ancora) e ragione dell’eventuale maltolto per le scarpe. La matematica, bestia nera degli studenti, rientra ancora con valore negativo nella scuola, ignorando del tutto però che i mezzi e i modi per alleggerire le tasche si possono in qualche modo trovare. Innanzitutto, come sta succedendo in molte scuole, basterebbe dare i libri agli studenti in comodato d’uso, con l’obbligo quindi della restituzione. In Germania è fatto assolutamente normale anche se da quelle parti gli editori guadagnano soprattutto con altre pubblicazioni e le nuove edizioni scolastiche scattano quando proprio non se ne può fare a ameno e per discipline in progress come la geografia o le scienze. E non solo, ma se si osserva bene nel giro di due legislature (sei anni) da noi sono cambiate ben due visoni del mondo, per cui si è passati dalle indicazioni per il curricolo della Moratti a quelle più umanistiche di Fioroni, facendo con ciò smarrire la via del risparmio a tanti onesti insegnanti col terrore di essere incolpati di mettere le mani nelle famose tasche, visto ancora che gli editori si sono dovuti adeguare ai sempre nuovi dettami ministeriali, immettendo sul mercato nuovi libri con nuove impostazioni. E non basta ancora. La gran parte di testi sul mercato scolastico il più delle volte rispondono a esigenze di cassa più che a contenuti didattici veri e propri, perché altrimenti non si capirebbe la presenza così massiccia di pagine che spessissimo non vengono prese in considerazione dai professori: o perché ripetitive o perché inutili, tanto che le fotocopiatrici vanno sempre a tutto vapore. E non solo, ma in tempo di computer moltissimo testi si potrebbero integrare col Cd, evitando pagine e costi accessori. E non solo ancora. Libertà di insegnamento significa, oltre il diritto di scegliere il testo più confacente alla formazione del docente, anche quello di adottare dispense e manuali a pochi euro. Qualche osservatore attento faceva rilevare come non ci sia più negli alunni il piacere di conservare il libro anche dopo gli anni di scuola e per un motivo forse molto semplice: i manuali non riescono più a convincere, sia per i contenuti spesso pletorici, e sia per la difficoltà di consultazione. E segnalava pure una “sinergia tra mondo dell’editoria e ministero che porti a selezionare autori efficaci e che sappia premiare la ricerca e la produzione didattica.” E in effetti centinaia sono i libri di antologia italiana, di lingue, di matematica e così via che si equivalgono senza grandi differenze qualitative, mentre su internet le ricerche costano il battito di un clik. E se è così, come lo è, perchè non sfruttare di più questo mezzo? E se è troppo moderno ci sono sempre le biblioteche che danno tutto gratis in stretta sinergia col calzolaio che invece vuole i soldi per le scarpe.
PASQUALE ALMIRANTE





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