Cicerone M. Tullio - L' arte di comunicare
Data: Giovedì, 28 febbraio 2008 ore 15:02:09 CET
Argomento: Rassegna stampa


 

Cicerone M. Tullio - L' arte di comunicare (editore Mondadori) Quella attuale è senza dubbio la società della comunicazione, ma gli odierni corsi universitari non aggiungono molto di nuovo a quanto ben conoscevano gli oratori antichi, che con lo studio dell'eloquenza avevano elevato la comunicazione a vera e propria arte. Principe degli oratori latini era Cicerone, che nelle sue opere ha lasciato veri trattati di comunicazione, ricchi e organici. Raccogliendo brani di diversi scritti, questo agile volume offre una serie di consigli molto pratici e delinea un ritratto del perfetto comunicatore valido ancora oggi, dopo oltre duemila anni e incommensurabili mutamenti sociali e culturali.


La comunicazione è una scienza? Parrebbe di sì, a ben considerare il peso che gli insegnamenti contenenti questo termine hanno nell'università italiana, dove proliferano i corsi di laurea in Scienze della comunicazione e in Comunicazione interculturale. Per comunicare ci si avvale di regole, ci si basa su sistemi di riferimento comuni e su codici condivisi o, per lo meno, compatibili. Per spiegare il proprio pensiero è necessario organizzare chiaramente il discorso, concentrare l'attenzione dell'ascoltatore sui nodi problematici, suscitare sentimenti ed emozioni. Per tutti questi aspetti gli scritti dei greci e dei romani ancora oggi possono costituire un efficace punto di partenza per chiunque si occupi di dinamiche comunicative; tra gli scrittori antichi, un posto di primo piano spetta a Cicerone, la cui produzione retorica è presentata in modo curioso da questo libretto di Paolo Marsich. Il curatore dedica la sua introduzione a Cicerone come esempio di comunicatore, illustrandone sostanzialmente l'attività di oratore. Dopo un breve profilo biografico, Marsich raccoglie in sei sezioni (L'arte di comunicare, Invenzione, Disposizione, Elocuzione, Esercitazione e memoria, Declamazione) vari passi tratti dal Brutus, dal De oratore, dal De inventione e dall'Orator, che vengono da lui tradotti e ordinati fino a creare un "trattato ciceroniano della comunicazione", in realtà mai scritto dall'autore antico. Il limite più evidente del piacevole volumetto sta proprio nel fatto di non segnalare la provenienza dei passi, suscitando così nel lettore addetto ai lavori una sensazione di fastidio e rischiando di instillare in chi non conosca la produzione ciceroniana la convinzione che l'homo novus di Arpino abbia voluto creare un manuale aggiornato per comunicatori del terzo millennio. In conclusione, a parte qualche dubbia scelta nelle traduzioni, si tratta di un volumetto di facile lettura, ma che forse avrebbe raggiunto ugualmente i suoi obiettivi senza rinunciare alla precisione letteraria e storiografica. (da IBS.it M.ALLO)

La tecnica  di Cicerone? Una curiosità interessante......

« In principiis dicendi tota mente atque artubus contremisco. »
« All'inizio di un discorso mi tremano le gambe, le braccia e la mente. »
(Marco Tullio Cicerone)


Per memorizzare i suoi discorsi Cicerone utilizzava una tecnica associativa che venne chiamata tecnica dei loci o tecnica delle stanze. Egli scomponeva il discorso in parole chiave e parole concetto che gli permettessero di parlare dell'argomento desiderato e associava queste parole, nell'ordine desiderato, alle stanze di una casa o di un palazzo che conosceva bene, in modo creativo e insolito. Durante l'orazione egli immaginava di percorrere le stanze di quel palazzo o di quella casa, e questo faceva sì che le parole concetto del suo discorso gli venissero in mente nella sequenza desiderata. É da questo metodo di memorizzazione che derivano le locuzioni italiane "In primo luogo", "In secondo luogo" e così via.
Cicerone è certamente il più celebre oratore dell'antica Roma.Nel Brutus egli ritiene completato con se stesso (non senza un certo fine autocelebrativo) lo sviluppo dell'arte oratoria latina, e già da Quintiliano la fama di Cicerone quale modello classico dell'oratore è ormai incontrastata. Cicerone ha pubblicato da sé la maggior parte dei suoi discorsi; 58 orazioni (alcune parzialmente lacunose) le abbiamo ricevute nella versione originale, circa 100 sono conosciute per il titolo o per alcuni frammenti. I testi si possono dividere grosso modo tra orazioni pronunciate di fronte al Senato o al popolo e tra le arringhe pronunciate in qualità di - utilizzando termini moderni - avvocato difensore o pubblica accusa, nonostante anche quest'ultimi abbiano spesso un forte substrato politico, come nel celeberrimo caso contro Gaio Verre, unica volta in cui Cicerone compare come accusatore in un processo penale. Il suo successo è dovuto alla sua abilità argomentatoria e stilistica, che si sa adattare perfettamente all'oggetto dell'orazione e al pubblico, soprattutto alla sua tattica astuta, che si adatta di volta in volta al particolare uditorio, appoggiando appropriatamente diverse scuole filosofiche o politiche, al fine di convincere il pubblico contrario e raggiungere il proprio scopo.

m.allo








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