Lavoratori contro all’istituto tecnico industriale
Archimede. Ieri pomeriggio un nutrito gruppo di
docenti e di dipendenti amministrativi ed Ata si è
autoconvocato a scuola chiedendo di presenziare
all’incontro tra i propri rappresentanti sindacali e
la dirigenza scolastica. Incontro nel corso del quale
si sarebbe dovuta definire la contrattazione
sindacale scolastica che si trascina, senza esito, da
oltre un anno e mezzo. Una situazione spinosa che
ha creato notevoli problemi a tutti i lavoratori
della scuola che non hanno ricevuto alcun emolumento
per le attività extracurriculari svolte l’anno
scorso e, tanto meno, per quelle in atto. Nessuna
retribuzione per i corsi di recupero e per i progetti
volti ad arricchire l’offerta formativa che pure
i docenti hanno tenuto e portato avanti per non
penalizzare l’utenza e per rispondere alle richieste
degli allievi.
E quest’anno si replica con un’aggravante. Una
circolare del ministro della Pubblica istruzione
Fioroni stabilisce l’obbligo di effettuare corsi di recupero
dei debiti formativi già dopo gli scrutini intermedi.
Gli scrutini sono già stati fatti, ma di
corsi di recupero, in assenza di un accordo e senza
alcuna certezza dei tempi, non ne sono stati organizzati.
Di qui ulteriori motivi di tensione.
Uno stato dei fatti che i lavoratori dell’Archimede
reputano ormai intollerabile tanto più perché
la mancata retribuzione dipende dal fatto che i
componenti della rappresentanza sindacale unitaria
(Rsu) non trovano un accordo tra loro e, di
conseguenza, non sono riusciti a stringere la trattativa
con la dirigenza scolastica. «Sappiamo - dicono
gli autoconvocati - che c’è un elevato grado
di conflittualità tra loro e che questo paralizza ogni
decisione». Ora, poiché la legge non consente di
sfiduciare i rappresentanti sindacali, i lavoratori
della scuola hanno deciso di raccogliere le firme
per esprimere la propria sfiducia nei componenti
della Rsu e per chiedere che si dimettano. «Nel
modo di esercitare il mandato da parte della Rsu
- scrivono - ravvisiamo più un uso strumentale del
loro ruolo che non l’effettiva rappresentanza degli
interessi reali dei lavoratori della scuola come
peraltro si evince dalla incompletezza di informazioni
circa lo stato reale delle trattative e delle problematiche
ad esse sottese, dall’inefficacia del loro
operato, dall’assunzione di iniziative assai rilevanti
senza la preventiva consultazione dei lavoratori
rappresentati, dai toni assolutamente in
accettabili ed offensivi usati, in più di un comunicato
sindacale, da alcuni membri della Rsu nei
confronti di altri lavoratori dell’istituto, e dall’insanabile
e ormai patologico clima di litigiosità
fra le varie componenti sindacali». Premesse che
portano ad un’unica conclusione: poiché i lavoratori
non condividono «in alcun modo l’operato
dell’attuale Rsu e non riconoscono ad essa alcun
tipo di rappresentatività» chiedono ai rappresentanti
sindacali «di prendere atto di questa situazione
di sostanziale sfiducia nei loro confronti e di
trarne le dovute conseguenze, anche per contribuire
al rasserenamento del clima e ad una rapida
conclusione della vertenza».
Ieri, intanto, i rappresentanti sindacali non hanno
accettato la presenza dei loro rappresentati all’incontro
con il dirigente scolastico sostenendo
che qualcuno avrebbe potuto invalidare l’eventuale
accordo, qualora fosse stato raggiunto. Una motivazione
contestata dagli interessati che continuano
a raccogliere firme.
P. L. (da www.lasicilia.it)