Istituto Industriale Archimede. I lavoratori della scuola contestano l’Rsu e ne chiedono le dimissioni: «I sindacalisti non ci rappresentano»
Data: Mercoledì, 27 febbraio 2008 ore 02:17:48 CET
Argomento: Rassegna stampa


Lavoratori contro all’istituto tecnico industriale Archimede. Ieri pomeriggio un nutrito gruppo di docenti e di dipendenti amministrativi ed Ata si è autoconvocato a scuola chiedendo di presenziare all’incontro tra i propri rappresentanti sindacali e la dirigenza scolastica. Incontro nel corso del quale si sarebbe dovuta definire la contrattazione sindacale scolastica che si trascina, senza esito, da oltre un anno e mezzo. Una situazione spinosa che ha creato notevoli problemi a tutti i lavoratori della scuola che non hanno ricevuto alcun emolumento per le attività extracurriculari svolte l’anno scorso e, tanto meno, per quelle in atto. Nessuna retribuzione per i corsi di recupero e per i progetti volti ad arricchire l’offerta formativa che pure i docenti hanno tenuto e portato avanti per non penalizzare l’utenza e per rispondere alle richieste degli allievi.

E quest’anno si replica con un’aggravante. Una circolare del ministro della Pubblica istruzione Fioroni stabilisce l’obbligo di effettuare corsi di recupero dei debiti formativi già dopo gli scrutini intermedi. Gli scrutini sono già stati fatti, ma di corsi di recupero, in assenza di un accordo e senza alcuna certezza dei tempi, non ne sono stati organizzati. Di qui ulteriori motivi di tensione.

Uno stato dei fatti che i lavoratori dell’Archimede reputano ormai intollerabile tanto più perché la mancata retribuzione dipende dal fatto che i componenti della rappresentanza sindacale unitaria (Rsu) non trovano un accordo tra loro e, di conseguenza, non sono riusciti a stringere la trattativa con la dirigenza scolastica. «Sappiamo - dicono gli autoconvocati - che c’è un elevato grado di conflittualità tra loro e che questo paralizza ogni decisione». Ora, poiché la legge non consente di sfiduciare i rappresentanti sindacali, i lavoratori della scuola hanno deciso di raccogliere le firme per esprimere la propria sfiducia nei componenti della Rsu e per chiedere che si dimettano. «Nel modo di esercitare il mandato da parte della Rsu - scrivono - ravvisiamo più un uso strumentale del loro ruolo che non l’effettiva rappresentanza degli interessi reali dei lavoratori della scuola come peraltro si evince dalla incompletezza di informazioni circa lo stato reale delle trattative e delle problematiche ad esse sottese, dall’inefficacia del loro operato, dall’assunzione di iniziative assai rilevanti senza la preventiva consultazione dei lavoratori rappresentati, dai toni assolutamente in accettabili ed offensivi usati, in più di un comunicato sindacale, da alcuni membri della Rsu nei confronti di altri lavoratori dell’istituto, e dall’insanabile e ormai patologico clima di litigiosità fra le varie componenti sindacali». Premesse che portano ad un’unica conclusione: poiché i lavoratori non condividono «in alcun modo l’operato dell’attuale Rsu e non riconoscono ad essa alcun tipo di rappresentatività» chiedono ai rappresentanti sindacali «di prendere atto di questa situazione di sostanziale sfiducia nei loro confronti e di trarne le dovute conseguenze, anche per contribuire al rasserenamento del clima e ad una rapida conclusione della vertenza».

Ieri, intanto, i rappresentanti sindacali non hanno accettato la presenza dei loro rappresentati all’incontro con il dirigente scolastico sostenendo che qualcuno avrebbe potuto invalidare l’eventuale accordo, qualora fosse stato raggiunto. Una motivazione contestata dagli interessati che continuano a raccogliere firme.

P. L. (da www.lasicilia.it)







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