È corretta la dicitura "Roma, lì 12 ottobre 2006"? Mi hanno insegnato che non lo è, ma vorrei una vostra conferma. Valentina Colavolpe
Se i suoi critici si riferiscono all'accentazione, hanno ragione, gentile signora Colavolpe, essendo quel li una forma cristallizzata dell'antico articolo determinativo plurale maschile, prima che si affermasse, secondo precise regole di posizione, la coppia i/gli. Dunque, l'accento va tolto.
Nella corrispondenza epistolare un tempo si chiudeva la lettera a questo modo: «Di casa, li 6 luglio 1665». L'esempio è tratto da una lettera scritta da Lorenzo Magalotti (1637 – 1712). Li, naturalmente, si riferiva ai giorni numerati dal 2 in poi.
L'uso è sopravvissuto soltanto nella corrispondenza burocratica e commerciale (ma non è, chiaramente, obbligatorio); nella normale corrispondenza epistolare suonerebbe come un affettato arcaismo.
Se i suoi critici si riferiscono all'accentazione, hanno ragione, gentile signora Colavolpe, essendo quel li una forma cristallizzata dell'antico articolo determinativo plurale maschile, prima che si affermasse, secondo precise regole di posizione, la coppia i/gli. Dunque, l'accento va tolto.
Nella corrispondenza epistolare un tempo si chiudeva la lettera a questo modo: «Di casa, li 6 luglio 1665». L'esempio è tratto da una lettera scritta da Lorenzo Magalotti (1637 – 1712). Li, naturalmente, si riferiva ai giorni numerati dal 2 in poi.
L'uso è sopravvissuto soltanto nella corrispondenza burocratica e commerciale (ma non è, chiaramente, obbligatorio); nella normale corrispondenza epistolare suonerebbe come un affettato arcaismo.