L'esposizione, a cura di Stephen F.Eisenman, Ordinario di Storia dell'Arte alla Northwestern University, Chicago, con la collaborazione di Richard R.Brettel, Commissario Internazionale della mostra, si avvalke di un prestigioso comitato scientifico e la rassegna è organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia.
"Tra i tesori di Roma antica, vi sono i suoi miti ed i sogni di un'Età dell'oro.Questo patrimonio culturale, che si rifà a tempi e luoghi remoti in cui regnava una pace perfetta e l'abbondanza, sono rappresentate nella poesia e nella prosa di Ovidio ,Virgilio ed altri autori romani....Tali immagini utopiche , il meraviglioso sogno di poeti ed artisti, sopravvissero come balsamo per culture e società caratterizzate da violenza, povertà e sfruttamento e come una bussola, che indicava il cammino da percorrere ai rivoluzionari che volevano cambiare tutto, diventando quasi duemila anni dopo, il centro dell'arte e del pensiero di Paul Gauguin."(S.F.Eisenman).
Gauguin non è un classicista o un accademico convenzionale.La sua età dell'oro non è quella di Corot, pittore di ninfe dei boschi e albe eterne, nè di Puvis de Chavannes, artista di boschi sacri e monti Parnasi. Nonostante ciò, Gauguin sicuramente attinge dalle sue conoscenze sulle divinità e sugli eroi dei tempi antichi quando dipinge i suoi soggetti bretoni, tahitiani e delle isole Marchesi.I riferimenti alla antichità classica sono, per certi versi , inevitabili: in un momento storico in cui la ricerca etnologica e la comprensione delle cosiddette "culture primitive" sono ancora agli inizi, Gauguin non avrebbe potuto rappresentare la società indigena bretone , della Martinica o del Pacifico meridionale senza fare in parte riferimento ai paradigmi dell'antica Grecia, romani, virgiliani e dell' Età dell'oro.Tuttavia, il suo legame con l'antichità va ben oltre qualcosi di istintivo; Gauguin menziona Virgilio in molte delle sue lettere ed in altri scritti, e deriva una serie di composizioni da fotografie di monumenti di Roma antica.
Per l'artista francese, stanco della lotta quotidiana per la sopravvivenza, imprigionato nella moderna Parigi, i miti di una cultura superstite e primitiva in Martinica, Bretagna,ed Arles, ed il sogno di una vita libera tra i pacifici abitanti dell'Oceania rappresentano una liberazione: infiammano la fantasia e nutrono le sue energie artistiche.
L'ampia antologica vuole proporre una ulteriore meditazione sull'opera dell'artista francese e desidera offrire la preziosa opportunità di ripercorrere tappa per tappa il cammino artistico di un autore che ha rincorso costantemente una vita edenica , in realtà la sua è stata segnata da malattie, dall'alcolismo, dalla sifilide e da un tentativo di suicidio e nelle isole Marchesi, dove si trasferisce nel 1901, da un periodo di detenzione per aver istigato gi indigeni alla ribellione.
orario:dal lunedì al giovedì 9,30-19,30;venerdì e sabato 9,30-23,30; domenica 9,30-20,30.
m. allo
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