Nelle istituzioni scolastiche il personale Ata svolge un notevole e prezioso lavoro per consentire la realizzazione dei vari progetti didattici, soprattutto nelle ore pomeridiane e serali; per garantire la sicurezza agli alunni, specialmente ai portatori di handicap; per assicurare l’assistenza nei laboratori; per dare garanzie per il regolare funzionamento dei centri Eda. Si tratta di personale che da anni, «tira la carretta » e che difficilmente, prima di andare in pensione, arriva ad avere un contratto a tempo indeterminato.
Per esempio, nella recente immissione nei ruoli, su una disponibilità di 1.841 posti, solo 220 lavoratori della scuola hanno ottenuto un contratto definitivo. Gli ex bidelli, che sono entrati in pianta stabile nella scuola, dopo essere stati precari da diversi anni, facendo la spola da un istituto e l’altro, sono stati solo 138, mentre la disponibilità era di 1200 posti. Per non parlare poi, degli assistenti amministrativi, ex applicati di segreteria (posti disponibili 384, immessi nei ruoli solo 44); non sono stati avvantaggiati gli assistenti tecnici (posti disponibili 211, di ruolo 24).
C’è da dire che, malgrado da tempo sia in vigore l’autonomia delle istituzioni scolastiche - con istituti che iniziano le attività alle 8 per concluderle alle 20 - il personale Ata viene assegnato alle scuole non in base al numero di alunni frequentanti, ma dal numero delle classi. Conseguenze: i dirigenti scolastici e i direttori amministrativi fanno molta fatica per organizzare i servizi giornalieri. Vero è che dopo il 24 agosto vengono reclutati oltre 1000 lavoratori appartenenti al personale Ata, ma è altrettanto vero che l’organico non è per nulla sufficiente per garantire tutti i servizi.
A tal proposito, il segretario provinciale dello Snals prof. Giovanni Tempera, il cui sindacato da anni si batte per assicurare più personale Ata nelle scuole ha rilevato che «il personale Ata assegnato alle scuole non consente di garantire nella nostra provincia un servizio scolastico efficace ed efficiente. Lo Snals continua a lottare per l’assunzione nei ruoli del personale Ata e spera che con la prossima legge finanziaria si volti pagina e venga messa la scuola al centro di tutte le attività che il Governo deve programmare per il prossimo anno. Con le immissioni nei ruoli dei giorni scorsi - conlude Tempera - si è riusciti a coprire appena il 30% dei posti vacanti nelle scuole della nostra provincia».
Per il segretario provinciale della Flc Cgil, prof. Tomasello «l’ufficio scolastico regionale non tiene conto dei plessi decentrati, dei centri Eda, delle sezioni che programmano l’attività didattica a livello normale, dalla mattina alla sera, in modo particolare delle scuole dove esistono progetti europei. Sono molti i dirigenti scolastici - rileva - che hanno sottoposto le problematiche inerenti al taglio sconsiderato di personale Ata. Insomma, occorre ripensare il sistema scolastico in Sicilia ed in particolare a Catania».
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)