Sui Tagli Alla Scuola Troppe Verità.
Stando alle dichiarazioni ufficiali, ciascuno ha la propria verità. Verrebbe da dire, con Luigi Pirandello, una, nessuna, centomila.
Tre sono i protagonisti dell'intricata vicenda dei tagli alle cattedre che sta infuocando l'estate degli insegnanti italiani. C'è il ministero della pubblica istruzione (ministro e viceministro), c'è il ministero dell'economia (ministro e Ragioneria generale dello stato), ci sono i sindacati (Cgil, Cisl, Uil, Gilda). Poi una serie di personaggi che si potrebbero definire di contorno, esponenti di centro-destra e centro-sinistra, direttori scolastici regionali, dirigenti provinciali, semplici precari. Tornando ai protagonisti, uno ufficialmente non dichiara: è l'Economia di Tommaso Padoa-Schioppa, che davanti al profluvio di accuse e recriminazioni sui tagli (si taglia troppo, si taglia troppo poco) non ha fatto nessun comunicato. Ciò che aveva da dire evidentemente ha detto al collega dell'istruzione, Beppe Fioroni. Come ha riferito ItaliaOggi mercoledì scorso, Tps accusa Fioroni di non riuscire a centrare gli obiettivi di risparmio fissati dalla Finanziaria 2007, tanto che minaccia di far scattare la clausola di salvaguardia, ovvero di bloccare una quota dei finanziamenti diretti alle scuole. C'è poi il ministro Fioroni che nega vi siano problemi con Tps: «All'economia mica ci sono i maghi Otelma, come fanno a sapere se abbiamo raggiunto o meno i risparmi di spesa fissati, l'anno mica è finito», diceva Fioroni a ItaliaOggi martedì scorso. Con comunicato ufficiale, il giorno dopo smentiva le notizie di stampa per le quali ci sarebbero in corso in tutta Italia nuovi tagli sugli organici di fatto pari a 1800 cattedre, in aggiunta a quelli già fatti in organico di diritto nei mesi scorsi (circa 7 mila). I segretari di Cgil, Cisl e Uil scuola sono passati all'attacco: «Siamo in presenza di un taglio incomprensibile rispetto alle norme in vigore, come ad esempio quello sulla piena integrazione degli alunni disabili che determinano un diritto allo studio ed alla integrazione variabile tra le regioni del nostro paese. Tutti gli impegni presi da tempo dal ministro in prima persona, oggi sembrano dissolti nel nulla». Pronta la replica del viceministro all'istruzione, Mariangela Bastico, che sta conducendo la delicata partita dei tagli sul territorio: «Tutto questo polverone sui numeri è ingiustificato. Dovevamo tagliare 11.600 cattedre, come concordato con l'Economia, e non i 19 mila previsti dalla Finanziaria, è un impegno che manterremo quasi integralmente, ovvero per 9600 cattedre. Si può razionalizzare, senza ridurre il servizio, anzi dando di più per soddisfare le richieste delle famiglie per le scuole dell'infanzia e il tempo pieno. Ma ci sono pervenute richieste esorbitanti da parte dei dg regionali, completamente ingiustificate, sono queste che abbiamo stoppato». I dg osservano l'assoluto silenzio. «Le dichiarazioni dell'Istruzione non corrispondono agli obiettivi assegnati dalla stessa alle direzioni regionali», arriva a dichiarare il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima, «in questi giorni le regioni denunciano tagli ai posti di sostegno, alunni stipati in aule non a norma, sdoppiamenti di classi sovraffollate negati, pur in presenza di alunni disabili. Sta prevalendo una logica ragioneristica». L'unico a non parlare resta Padoa-Schioppa. Che quanto doveva dire evidentemente ha detto. E sopratutto quanto doveva scrivere ha scritto, inserendo in Finanziaria la clausola di salvaguardia a tutela dei risparmi di spesa che l'Istruzione deve portare in dote al risanamento del paese.
Alessandra Ricciardi
Stando alle dichiarazioni ufficiali, ciascuno ha la propria verità. Verrebbe da dire, con Luigi Pirandello, una, nessuna, centomila.
Tre sono i protagonisti dell'intricata vicenda dei tagli alle cattedre che sta infuocando l'estate degli insegnanti italiani. C'è il ministero della pubblica istruzione (ministro e viceministro), c'è il ministero dell'economia (ministro e Ragioneria generale dello stato), ci sono i sindacati (Cgil, Cisl, Uil, Gilda). Poi una serie di personaggi che si potrebbero definire di contorno, esponenti di centro-destra e centro-sinistra, direttori scolastici regionali, dirigenti provinciali, semplici precari. Tornando ai protagonisti, uno ufficialmente non dichiara: è l'Economia di Tommaso Padoa-Schioppa, che davanti al profluvio di accuse e recriminazioni sui tagli (si taglia troppo, si taglia troppo poco) non ha fatto nessun comunicato. Ciò che aveva da dire evidentemente ha detto al collega dell'istruzione, Beppe Fioroni. Come ha riferito ItaliaOggi mercoledì scorso, Tps accusa Fioroni di non riuscire a centrare gli obiettivi di risparmio fissati dalla Finanziaria 2007, tanto che minaccia di far scattare la clausola di salvaguardia, ovvero di bloccare una quota dei finanziamenti diretti alle scuole. C'è poi il ministro Fioroni che nega vi siano problemi con Tps: «All'economia mica ci sono i maghi Otelma, come fanno a sapere se abbiamo raggiunto o meno i risparmi di spesa fissati, l'anno mica è finito», diceva Fioroni a ItaliaOggi martedì scorso. Con comunicato ufficiale, il giorno dopo smentiva le notizie di stampa per le quali ci sarebbero in corso in tutta Italia nuovi tagli sugli organici di fatto pari a 1800 cattedre, in aggiunta a quelli già fatti in organico di diritto nei mesi scorsi (circa 7 mila). I segretari di Cgil, Cisl e Uil scuola sono passati all'attacco: «Siamo in presenza di un taglio incomprensibile rispetto alle norme in vigore, come ad esempio quello sulla piena integrazione degli alunni disabili che determinano un diritto allo studio ed alla integrazione variabile tra le regioni del nostro paese. Tutti gli impegni presi da tempo dal ministro in prima persona, oggi sembrano dissolti nel nulla». Pronta la replica del viceministro all'istruzione, Mariangela Bastico, che sta conducendo la delicata partita dei tagli sul territorio: «Tutto questo polverone sui numeri è ingiustificato. Dovevamo tagliare 11.600 cattedre, come concordato con l'Economia, e non i 19 mila previsti dalla Finanziaria, è un impegno che manterremo quasi integralmente, ovvero per 9600 cattedre. Si può razionalizzare, senza ridurre il servizio, anzi dando di più per soddisfare le richieste delle famiglie per le scuole dell'infanzia e il tempo pieno. Ma ci sono pervenute richieste esorbitanti da parte dei dg regionali, completamente ingiustificate, sono queste che abbiamo stoppato». I dg osservano l'assoluto silenzio. «Le dichiarazioni dell'Istruzione non corrispondono agli obiettivi assegnati dalla stessa alle direzioni regionali», arriva a dichiarare il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima, «in questi giorni le regioni denunciano tagli ai posti di sostegno, alunni stipati in aule non a norma, sdoppiamenti di classi sovraffollate negati, pur in presenza di alunni disabili. Sta prevalendo una logica ragioneristica». L'unico a non parlare resta Padoa-Schioppa. Che quanto doveva dire evidentemente ha detto. E sopratutto quanto doveva scrivere ha scritto, inserendo in Finanziaria la clausola di salvaguardia a tutela dei risparmi di spesa che l'Istruzione deve portare in dote al risanamento del paese.
Alessandra Ricciardi