Un progetto strategico- collegare in rete gli ospedali italiani all'estero
Gli esperti sono oggi concordi
nel ritenere che la riunione degli “ospedali di eccellenza” in reti sia un
elemento strategico per lo sviluppo della conoscenza e dell'assistenza
sanitaria. Infatti, il valore dei singoli viene moltiplicato dall'essere
riuniti con altri, in quanto viene condivisa una conoscenza, una possibilità di
sperimentazione e la possibilità di reclutare pazienti in numero elevato e,
quindi, di ottenere rapidamente risultati, cosa che singolarmente è più
difficile fare.
Proprio per questo motivo anche l'Italia si è orientata a riunire alcuni
centri di eccellenza in reti; tra le prime è partita “Alleanza contro il
cancro”, che riunisce, appunto, alcuni centri di eccellenza oncologica in una
rete di collaborazioni.
Rete non significa solo un collegamento informatico, significa, appunto, un
insieme di collaborazioni, di rapporti, di circolazioni di personale e di
conoscenze; significa anche una rete informatica, tuttavia, perché su questa
rete oggi possiamo far correre dati e immagini e, quindi, effettuare in ogni
punto della rete un consulto su un singolo caso; ad esempio se si sottopone a
degli esperti la lettura di un vetrino o di una biopsia, la diagnosi acquisisce
un'accuratezza maggiore e, quindi, il paziente ne trae il grande vantaggio di
una diagnosi sicura; se il consulto si estende alla terapia, il paziente
acquisisce il vantaggio di poter essere trattato con un protocollo moderno,
ovunque egli risieda e, quindi, ovunque arrivi la rete.
Tutto questo è molto importante, soprattutto alla luce dell'alta tecnologia
che continua a crescere e che continuamente propone strumentazioni sofisticate e
referti sofisticati, che solo alcuni specialisti possono leggere; parliamo della
bioimmagine o di quello che può essere una PET o una TAC, che è difficile
leggere, se non da parte di specialisti; poter far viaggiare queste immagini su
una rete e farle leggere da un esperto rappresenta un grande conforto per i
medici, ovunque essi operino.
Abbiamo pensato di estendere questa rete agli ospedali italiani all'estero.
Abbiamo all'estero oltre 40 ospedali gestiti da italiani, che operano in vari
continenti; alcuni di questi sono centri di eccellenza e, quindi, con essi
vorremmo legarci in una rete trasversale, orizzontale, che riunisca i nostri
ospedali con i loro, per aumentare le sinergie.
In alcuni Paesi, in particolare dell'Africa, non esistono centri di
eccellenza, esistono ospedali gestiti spesso da organizzazioni non governative,
soprattutto di matrice cattolica, che rappresentano, a volte, l'unico presidio
sanitario di quel Paese; un collegamento in rete, in questo caso verticale, che
consenta di trasferire conoscenza e aggiornamento a questi ospedali, che a loro
volta possono trasferire la conoscenza e la preparazione al personale locale e
quindi far crescere il personale sanitario in loco, ha un enorme valore.
Possiamo far trasferire su questa rete la conoscenza, possiamo fare il
teleconsulto e, quindi, dare anche a quei paesi lontani e a quegli ospedaletti
la possibilità di operare in modo moderno. Non solo, questi ospedali, inoltre,
rappresentando il punto di riferimento di un territorio, di fatto creano nel
territorio una rete di cure primarie, che spesso manca in quei Paesi e che è
essenziale per lo sviluppo della sanità.
Intorno a questi ospedali, poi, è possibile immaginare che alcune imprese
italiane possano creare lavoro o manodopera locale e produrre, ad esempio,
farmaci generici o semplici dispositivi medici, a fronte di agevolazioni che i
governi locali vogliano considerare.
Già durante l'incontro di Lugano del G8 per l'Africa, organizzato
dall'On. Alberto Michelini, due settimane orsono, i capi di Stato hanno dato
ampia disponibilità a questa operazione; quindi si configura di fatto la
possibilità che questi ospedali diventino centri di italianità, in una logica
che non è la vecchia logica di assistere i paesi deboli, e quindi, di erogare
solo finanziamenti, ma di contribuire con uno spirito di partenariato vero, alla
loro crescita e al loro sviluppo. Solo così è pensabile che si colmi il
divario che ancora purtroppo esiste tra questi Paesi ed il mondo più avanzato.
Su questo fronte l'Italia intende impegnarsi tenacemente; in questa
collaborazione vediamo il Ministero della Salute, il Ministero degli Italiani
all'Estero del Ministro Tremaglia e, ovviamente, il Ministero degli Affari
Esteri, ma anche il Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie ed il
Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, accanto al programma citato
dell'On. Michelini, il quale su mandato del Presidente Berlusconi sta
sviluppando questo cosiddetto G8 di sostegno all'Africa.
Credo, quindi, che abbiamo avviato un nuovo percorso, vi è stato un riscontro
molto entusiasta da parte dei convenuti all'incontro, che si sono riuniti in
Associazione; da un lato avremo quindi un Comitato istituzionale italiano, che
prevede anche la partecipazione del mondo cattolico, delle associazioni non
governative, degli industriali, delle banche, delle fondazioni, e dall'altro
avremo l'associazione degli ospedali italiani all'estero, che con il suo
direttivo costituirà una cerniera con le istituzioni italiane, perché lo
sviluppo che abbiamo immaginato possa davvero realizzarsi in tempi brevi.
da www.ministerosalute.it