Che differenza c'è nell'uso delle parole "difforme", "deforme" e "diverso"? Fabio Minutoli
Difforme 'diverso, differente, discordante', si riferisce a differenze di forma, aspetto, condizione rispetto a una serie, un ordine, un insieme dato (una procedura difforme dalle regole). L'etimologia lo raccosta a deforme, voce da cui difforme proviene, con cambio di prefisso (da de- a dis-: poi la -s- del prefisso si assimila alla consonante successiva, la f). Ma si sa che etimologie simili o addirittura di reciproca implicazione non comportano il mantenimento di simili o identici significati nel tempo. Il vocabolo è attestato per la prima volta nell'italiano scritto a partire dalla prima metà del secolo XVIII.
Deforme (a differenza di difforme) si riferisce a una diversità negativa originaria o acquisita rispetto a una norma formale data, riguardante esclusivamente l'aspetto o determinate caratteristiche del fisico (un corpo, una testa deforme). Riprende il latino deforme(m), composto di de- (privativo) e forma. Il vocabolo è attestato per la prima volta nell'italiano scritto a partire dalla prima metà del secolo XIV.
Diverso 'differente, dissimile' è aggettivo attestato per la prima volta nell'italiano scritto a partire dalla prima metà del secolo XIII. È la voce più generica e insieme vasta semanticamente. Non implica necessariamente un giudizio di valore negativo, come difforme e, soprattutto, deforme. Sostantivato, dalla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, è usato nel significato eufemistico di 'persona che per qualche caratteristica particolare viene ritenuto fuori della norma', con evidente ma attenuata sfumatura svalutativa. In questo significato è stato riferito soprattutto agli omosessuali
Difforme 'diverso, differente, discordante', si riferisce a differenze di forma, aspetto, condizione rispetto a una serie, un ordine, un insieme dato (una procedura difforme dalle regole). L'etimologia lo raccosta a deforme, voce da cui difforme proviene, con cambio di prefisso (da de- a dis-: poi la -s- del prefisso si assimila alla consonante successiva, la f). Ma si sa che etimologie simili o addirittura di reciproca implicazione non comportano il mantenimento di simili o identici significati nel tempo. Il vocabolo è attestato per la prima volta nell'italiano scritto a partire dalla prima metà del secolo XVIII.
Deforme (a differenza di difforme) si riferisce a una diversità negativa originaria o acquisita rispetto a una norma formale data, riguardante esclusivamente l'aspetto o determinate caratteristiche del fisico (un corpo, una testa deforme). Riprende il latino deforme(m), composto di de- (privativo) e forma. Il vocabolo è attestato per la prima volta nell'italiano scritto a partire dalla prima metà del secolo XIV.
Diverso 'differente, dissimile' è aggettivo attestato per la prima volta nell'italiano scritto a partire dalla prima metà del secolo XIII. È la voce più generica e insieme vasta semanticamente. Non implica necessariamente un giudizio di valore negativo, come difforme e, soprattutto, deforme. Sostantivato, dalla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, è usato nel significato eufemistico di 'persona che per qualche caratteristica particolare viene ritenuto fuori della norma', con evidente ma attenuata sfumatura svalutativa. In questo significato è stato riferito soprattutto agli omosessuali