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VOGLIO IMPARARE…SENZA FARE FATICA
Se chiedessero a un ragazzo di oggi “Qual è l’innovazione scientifica di cui ha più bisogno l’umanità”, secondo voi cosa risponderebbe? Adesso proviamo ad indovinarlo. Innanzitutto questa fatidica domanda è stata veramente formulata a degli studenti che hanno partecipato a un concorso per la diffusione della cultura scientifica, indetto dal Ministero dell'Università e della Ricerca e gli autori dei venti elaborati multimediali giudicati migliori sono stati premiati la scorsa settimana dal ministro Mussi a Roma.
Ma scommetto che siete curiosi di sapere che cosa hanno risposto questi benedetti ragazzi a questa benedetta domanda. Naturalmente la risposta non è stata una sola, ma tra tutte una brilla per originalità e, come dire, egoismo, o meglio forse opportunismo e recita così: "Il trasferimento di dati direttamente al cervello, per imparare più velocemente, trascorrere quindi meno anni sui banchi di scuola e dell'Università, avere più anni a disposizione per produrre, e... avere anche da giovani più libertà dalla scuola e dai compiti".
E te pareva! Ammettiamo pure il naturale desiderio di avere più libertà dalla scuola e dai compiti, questo riusciamo pure a capirlo: chi non l’ha pensato almeno una volta tra I banchi di scuola?
Ma la cosa che più stupisce…è il fervido desiderio di…imparare senza fare alcuna fatica! Cioè con l’aiuto delle nuove tecnologie gli alunni auspicano una sorta di apprendimento immediato, istantaneo, fulmineo, naturalmente attuato senza alcun dispendio di energia. E soprattutto che sia tutto veloce veloce, multimediale e divertente.
Non resta che guardare dunque con triste pietà ai lunghi pomeriggi trascorsi un tempo da coloro che oggi sono insegnanti, persi dietro mastodontiche traduzioni o megaesercizi di matematica. Poverini, che pena ci facciamo, tanto rumore, pardon, tanta fatica…quasi per nulla…
Silvana La Porta
Se chiedessero a un ragazzo di oggi “Qual è l’innovazione scientifica di cui ha più bisogno l’umanità”, secondo voi cosa risponderebbe? Adesso proviamo ad indovinarlo. Innanzitutto questa fatidica domanda è stata veramente formulata a degli studenti che hanno partecipato a un concorso per la diffusione della cultura scientifica, indetto dal Ministero dell'Università e della Ricerca e gli autori dei venti elaborati multimediali giudicati migliori sono stati premiati la scorsa settimana dal ministro Mussi a Roma.
Ma scommetto che siete curiosi di sapere che cosa hanno risposto questi benedetti ragazzi a questa benedetta domanda. Naturalmente la risposta non è stata una sola, ma tra tutte una brilla per originalità e, come dire, egoismo, o meglio forse opportunismo e recita così: "Il trasferimento di dati direttamente al cervello, per imparare più velocemente, trascorrere quindi meno anni sui banchi di scuola e dell'Università, avere più anni a disposizione per produrre, e... avere anche da giovani più libertà dalla scuola e dai compiti".
E te pareva! Ammettiamo pure il naturale desiderio di avere più libertà dalla scuola e dai compiti, questo riusciamo pure a capirlo: chi non l’ha pensato almeno una volta tra I banchi di scuola?
Ma la cosa che più stupisce…è il fervido desiderio di…imparare senza fare alcuna fatica! Cioè con l’aiuto delle nuove tecnologie gli alunni auspicano una sorta di apprendimento immediato, istantaneo, fulmineo, naturalmente attuato senza alcun dispendio di energia. E soprattutto che sia tutto veloce veloce, multimediale e divertente.
Non resta che guardare dunque con triste pietà ai lunghi pomeriggi trascorsi un tempo da coloro che oggi sono insegnanti, persi dietro mastodontiche traduzioni o megaesercizi di matematica. Poverini, che pena ci facciamo, tanto rumore, pardon, tanta fatica…quasi per nulla…
Silvana La Porta
