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News: MAESTRE DROGAVANO I BIMBI E NE ABUSAVANO A SCUOLA, ULTIMI SVILUPPI

Comunicati
Drogavano i bimbi e ne abusavano a scuola
Rignano Flaminio (Roma): insegnanti e collaboratori di una scuola materna ed elementare narcotizzavano i piccoli tra i 3 e i 4 anni
STRUMENTI
ROMA - Li narcotizzavano, e spesso anche drogavano, per costringerli poi a partecipare a giochi erotici. Vittime di alcuni insegnanti e collaboratori di una scuola materna ed elementare di Rignano Flaminio, vicino Roma, erano alcuni bambini di 3-4 anni di età. Sei le persone arrestate - tre maestre, il marito di una di loro, autore televisimo di programmi tv èper ragazzi, una bidella e un addetto a una pompa di benzina - questa mattina dai carabinieri di Bracciano su disposizione della Procura di Tivoli, dopo un'indagine durata oltre un anno e partita a seguito della denuncia di alcuni genitori.
ACCUSE - Le accuse ipotizzate per le sei persone arrestate, tutte residenti tra Morlupo e Rignano Flaminio, due paesi alle porte della capitale, sono quelle di associazione a delinquere finalizzata alla sottrazione di minore, sequestro di persona, violenza sessuale di gruppo, violenze sessuali su minore di anni 10 e atti osceni in luogo pubblico. Secondo quanto è emerso dalle indagini degli investigatori dell'Arma, alcuni docenti e collaboratori della scuola comunale materna conducevano le giovani vittime al di fuori del complesso scolastico e le costringevano a giochi erotici narcotizzando e drogando spesso i bambini.
L'INCHIESTA - Se l'inchiesta dei carabinieri su un presunto giro di pedofilia a Rignano Flaminio risale al luglio scorso, lo scandalo nel paese è scoppiato la mattina del 13 ottobre 2006 quando i carabinieri della compagnia di Bracciano eseguirono un blitz nella locale scuola materna. Su disposizione della Procura di Tivoli due maestre e una bidella furono portate in caserma dove furono interrogate a lungo. Nel registro degli indagati furono iscritte sei persone. Comprensibile lo sconvolgimento nel piccolo comune tra Roma e Viterbo dove vivono settemila abitanti. Le indagini sarebbero cominciate in seguito a quattro denunce presentate da famiglie di alunni che avevano notato - e fatto attestare da tanto di certificati medici - strani arrossamenti o piccole escoriazioni nelle zone dei genitali dei bambini. I piccoli coinvolti si disse che erano una quindicina. La vicenda spaccò il paese tra accusatori e difensori. In mezzo, il sindaco, Ottavio Coletta, il quale convocò una riunione pubblica in Comune esortando la magistratura a chiarire al più presto la situazione. Già da allora circolò la voce in base alla quale i carabinieri avevano accertato che in orario scolastico i bambini venivano portati con un pulmino in un locale privato, dove venivano fatti spogliare e ripresi mentre subivano abusi sessuali. Alcuni, per essere tenuti calmi, sarebbero stati addirittura drogati.
GLI ARRESTATI - Come detto sono tre maestre, una bidella della scuola materna di Rignano Flaminio e due uomini, uno dei quali marito di una delle insegnanti e autore televisivo di programmi per la tv dei ragazzi, le sei persone arrestate. Il secondo uomo, è un cittadino cingalese, di giovane età, che avrebbe svolto il ruolo «di attore» nei giochi erotici cui venivano costretti i bambini. Due delle tre maestre arrestate , sono in servizio nella scuola da alcuni decenni e, oltre ad essere madri, sono nonne di bambini che hanno la stessa età degli scolari che sarebbero stati sottoposti a violenze sessuali. Una delle due è prossima al pensionamento.
Secondo quanto è emerso dalle indagini, le tre maestre e la bidella, conducevano i bambini, circa quindici, in un appartamento attiguo alla scuola di proprietà di una delle insegnanti, il cui marito, operatore televisivo ex Rai e attualmente impiegato in una tv locale, riprendeva le scene di pedofilia che avevano per protagonista il giovane cingalese. I carabinieri della compagnia di Bracciano, comandati dal capitano Emanuele De Ciuceis, stanno indagando per accertare se i filmati pedofili siano stati messi in commercio attraverso internet o venduti direttamente come cassette.
DIFESA - Come sempre in questi casi ci sono voci anche a difesa degli accusati. «Metto le mani sul fuoco sulla correttezza delle mie colleghe e della bidella. Sono certa della loro serietà e innocenza». Non ha dubbi Pasqualina Pellegrino, ex collega delle maestre. L'insegnante, che attualmente lavora in una scuola elementare non distante dall'istituto «Olga Rovere», al centro dello scandalo, è stata per sei anni collega, alla materna, di una delle insegnanti arrestate. «Credo alla sua innocenza - ha spiegato davanti al cancello dell' ingresso della scuola elementare - perchè l'ho vista all'opera con i bambini. È molto attenta a privilegiare il loro benessere. Ho cercato di incontrare i genitori che hanno denunciato questi episodi di pedofilia ma loro non hanno voluto. Io ho piena fiducia nelle mie colleghe e nella bidella. Racconto solo questo: una di queste maestre, quella con cui ho lavorato più a lungo, non voleva accompagnare i bambini al bagno e lo facevo sempre io. Se avesse avuto interessi particolari - ha concluso - avrebbe voluto farlo lei».
ACCUSA - Una difesa che però non convince le madri dei bimbi coinvolti nel caso. «Ci hanno fatto passare per visionarie, ci hanno accusato di voler rovinare la vita a persone perbene, di essere delle scriteriate. Ora ci dovrebbero chiedere tutti scusa, a iniziare dalle autorità». È quanto ha dichiarato la mamma di uno dei bambini coinvolti nei presunti episodi di pedofilia. «Anche il sindaco del paese, quando gli abbiamo chiesto di intervenire per mettere a riparo i nostri figli da ulteriori possibili violenze - aggiunge - si è rifugiato dietro l'attesa dell'esito dell'inchiesta della magistratura. E il ministro della Pubblica Istruzione ha inviato un'ispezione solo perchè siamo state noi a richiederla attraverso un appello. La scuola e le istituzioni locali non ci avevano pensato». Secondo la donna, precauzione adottata dall'istituto scolastico è stata quella di far mettere in malattia o in aspettativa per un periodo le maestre e la bidella sotto inchiesta che poi sarebbero tornate al loro compito. «Solo dopo aver ricevuto l'aPedofilia a scuola: cominciati gli interrogatori
Il gip ascolta nel carcere di Rebibbia 5 dei 6 imputati per i presunti delitti commessi contro i bimbi della scuola di Rignano Flaminio


ROMA - Sono cominciati, nel carcere romano di Rebibbia, gli interrogatori di garanzia di 5 delle sei persone arrestate il 24 aprile scorso nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Tivoli su una presunta serie di abusi che avrebbero subito 16 bambini della scuola materna di Rignano Flaminio, alle porte di Roma. Nella struttura penitenziaria (nuovo complesso della casa circondariale maschile di Rebibbia) sono arrivati il Gip Elvira Tamburelli e il Pm Marco Mansi, nonchè tutti i legali delle persone arrestate. Alla spicciolata sono entrati i difensori dell'autore tv Gianfranco Scancarello, della moglie Patrizia Del Meglio, delle maestre Marisa Pucci e Silvana Magalotti e della bidella Cristina Lunerti. Si tratta degli avvocati Franco Coppi, Roberto Borgogno, Emilio Salustri, Giosuè Bruno Naso, Giulio Gasparro ed Ettore Iacopone.
Entrando nel carcere Naso, legale di Silvana Magalotti, ha dichiarato: «Ho richiesto l'appello del riesame. Il giudice deve rifare un'indagine tecnico-giuridica in modo da non subire condizionamenti esterni». «Le dichiarazioni dei bambini sono state raccolte - ha aggiunto il legale della maestra - vagliate e interpretate dalla consulente psicologica senza registrazione. La prima cosa da fare è appunto la registrazione delle dichiarazioni dei bambini». «Ho visto la mia assistita il 25 aprile - ha concluso - per me quindi non è stato il giorno della Liberazione, era indignata e decisa a difendersi».
E' invece stato spostato a sabato l'interrogatorio di Weramuni Kelun, il benzinaio cingalese accusato di pedofilia. «Il suo interrogatorio è stato spostato a sabato per le ore 10». Lo dichiara il suo avvocato Ettore Iacopone. «Questo è un processo che attualmente sta parlando di umori, il primo pensiero del mio assistito è un atto di solidarietá nei confronti dei genitori. Personalmente - aggiunge l'avvocato - rivolgo un appello a parenti ed amici del mio assistito, che è sì l'operaio di colore della pompa di benzina di Rignano Flaminio, ma non è l'uomo nero che avrebbe molestato questi bambini». «Dico questo perchè a mio avviso non c'è nessun elemento che possa mettere in collegamento il signor Weramuni Kelun con tutti gli altri soggetti coinvolti in questa vicenda. Su questa carenza del materiale probatorio sicuramente ci batteremo e sará oggetto di confronto con i giudici competenti del riesame - conclude Iacopone - il mio assistito sta affrontando la situazione con relativa calma e tranquillitá, è desideroso di confrontarsi con l'Autoritá giudiziaria facendo presente cosa faceva a Rignano Flaminio e soprattutto spiegando come la sua attivitá lavorativa non gli consentisse assolutamente di trovarsi in altri luoghi, proprio i luoghi contestati dall'accusa sui fatti di Rignano».
«Hanno reagito e ribadito entrambi che schifezze come quelle loro contestate non le hanno mai fatte». Lo ha detto l'avvocato Coppi, a conclusione dell'interrogatorio di garanzia, nel corso del quale ha assistito Gianfranco Scancarello e Patrizia Del Meglio, due degli arrestati per le vicende dei presunti abusi sessuali subiti da alcuni bambini della scuola materna di Rignano Flaminio. «I miei due assistiti - ha aggiunto Coppi - non hanno fatto altro che ribadire quello che avevano detto a febbraio, quando erano stati interrogati sulle stesse circostanze. Ovvero che non c'entrano nulla con queste cose, non hanno tagliuzzato braccia a nessuno, non hanno distribuito sangue da bere, non hanno iniettato nulla, nè somministrato ad alcuno narcotici e quant' altro. I bambini indicati quali parte offesa, poi, non facevano neanche parte della classe guidata dalla signora Del Meglio». Con riferimento all'inchiesta, il penalista ha aggiunto: «Mi sembra che il quadro accusatorio sia abbastanza fragile e soprattutto non tale da giustificare un provvedimento di tale gravità che ha provocato la distruzione della vita di due persone e della loro famiglia».
Successivamente il gip Tamburelli si è riservata la decisione sulla richiesta di revoca delle ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti delle maestre di asilo Silvana Candida Magalotti e Patrizia Del Meglio nonchè del marito di quest'ultima, Gianfranco Scancarello, tre dei sei arrestati per i presunti abusi ai danni dei bambini di Rignano Flaminio. In subordine i legali dei tre indagati hanno sollecitato la concessione degli arresti domiciliari. Il pronunciamento del gip sulle richieste degli avvocati dei tre indagati sarà subordinato anche al parere, non vincolante, del pm Marco Mansi.
27 aprile 2007










Postato il Sabato, 28 aprile 2007 ore 00:05:00 CEST di Silvana La Porta
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