QUELLO SFORTUNATO FIGLIO DI MUSSOLINI
Si è servito di un ampio epistolario inedito, di diari e altri preziosi documenti e ha aggiunto nuovi capitoli alla storia di una delle più controverse famiglie italiane: quella dei Mussolini. Lo scrittore e giornalista Roberto Festorazzi ha così lucidamente ricostruito le vicende del figlio terzogenito del Duce, Bruno, e della sua fedele compagna, Gina Ruberti, in un saggio (Bruno e Gina Mussolini. Un amore del ventennio, Sperling & Kupfer, Milano, pp.269, € 18) in cui rivivono i sentimenti, le aspirazioni, i desideri di due giovani innamorati sullo sfondo di vicende drammatiche come quelle del secondo ventennio del Novecento.
La loro vicenda non può che essere legata a quella di Benito Mussolini che, nel 1922, conosce la piccola Gina di soli sei anni, la fa sedere sulle sue ginocchia e le promette di presentarle il figlio Bruno, un bambino di quattro anni: nasce così la storia di due destini incrociati che trova il suo culmine tra l’estate del ’36 e quella del ’37, quando i due giovani, perdutamente innamorati, si incontrano assiduamente, perennemente scortati da un agente di polizia; e infine si sposano nel 1938, nell’anno più drammatico della storia europea, foriero di eventi luttuosi per l’intera umanità. In tal modo, tra gli orrori della guerra, i lacerati rapporti di casa Mussolini e la mondanità degli anni Trenta, si snoda una vicenda ricostruita con precisione dall’autore fino a quel tragico agosto del 1941, quando Bruno, appassionato aviatore, muore in un volo di prova sull’aeroporto di Pisa, spezzando la vita della giovane moglie, abbattendo il padre con la forza di un presagio funesto e dando avvio ad avvenimenti che toccheranno tutti i membri della famiglia.
Che alla fine del saggio sfilano davanti al lettore, mesti protagonisti di una storia sfortunata. Galeazzo, Edda, Benito, Gina sono il ritratto di una famiglia nel pieno di un dramma esistenziale: il primo condotto davanti al plotone di esecuzione poche ore dopo che Edda ha trovato asilo in Svizzera portando con sé i suoi diari; il Duce invece è il despota che sarà presto rovesciato dal trono. E Gina, la grande innamorata del suo amato figlio, morirà nelle acque del lago di Como, un anno dopo, dopo aver visto per ultima il Duce vivo nella notte tra il 25 e il 26 aprile 1945. E ricordando il loro primo incontro, quando bambina si era innocentemente seduta sulle sue ginocchia…
SILVANA LA PORTA