Catania
1-11-2002 Al centro della questione, la drastica riduzione nell'organico del
personale docente e ausiliario, e dunque il rischio che gli Eda, istituiti dal
ministero della Pubblica istruzione nel 1999, in questo inizio di anno
scolastico non riescano a operare come in precedenza.
Un particolare impegno politico è stato assunto dalla Giunta provinciale,
presieduta da Nello Musumeci, che pur non disponendo di competenze specifiche in
materia ha accolto la richiesta dei Centri territoriali permanenti, decidendo
una linea di intervento presso le autorità regionali e nazionali affinché anche
quest'anno gli Eda possano avviare le proprie attività a pieno regime.
«Occorre - ha spiegato l'assessore provinciale alla Pubblica istruzione,
Vincenzo Lo Presti - reperire con la massima urgenza quarantanove collaboratori
scolastici per il funzionamento delle sedi: in alternativa si dovranno trovare
delle fonti di finanziamento per retribuire il personale sostitutivo. Agiremo
anche in Consiglio provinciale affinché venga approvata una apposita mozione di
indirizzo, che eserciti la dovuta pressione nei vertici regionali e centrali».
«I centri di Educazione degli adulti - ha concluso l'assessore Lo Presti -
rappresentano una realtà importante, assolvendo nelle realtà più disagiate ad
una duplice funzione: consentire agli impiegati di conseguire un diploma che
consenta loro di accedere ai gradi più alti, e ai giovani di ottenere quel
titolo di studio necessario per candidarsi a determinati concorsi».
E proprio sulla utilità sociale degli Eda si punta l'attenzione nel documento
congiunto indirizzato al direttore regionale e al ministro, dove si legge che
«l'affossamento dei Centri Eda va a colpire le fasce di utenza più deboli ed
emarginate, bisognose di formazione di base e qualificazione per il lavoro».