Fioroni e il suo staff devono dimettersi.
di Francesco Mele da Pavone Risorse del 14/1/2007.
Io penso che il tempo concesso a questo Ministro, e al suo qualificato staff, per dare un segnale in controtendenza rispetto all’idea di scuola della Moratti sia ormai abbondantemente scaduto. E non ne faccio una questione semplicemente temporale, perché se uno si impegna, di tempo sono disposto a concederne molto di più, ma mi devono venire dei segnali di questo impegno.
Da questo Ministro e dal suo Vice di segnali in controtendenza rispetto alla Moratti non ne sono venuti, anzi, l’azione di questo Governo pare in sommessa continuità con quanto fatto dalla Moratti. Addirittura su alcune questioni ci si è spinti anche oltre, se pensiamo ai finanziamenti alle private, agli anticipi nelle scuole del primo ciclo e l’ultima chicca delle Scuole come Fondazioni, con l’ingresso delle imprese nella loro gestione (chiedete agli inglesi cosa sono le Academies).
Con questo penso che la misura sia colma e sia arrivato il tempo di correre ai ripari. Se questa proposta l’avesse avanzata la Moratti, non solo sarebbe esplosa una querelle memorabile, ma la reazione del cosiddetto movimento sarebbe stata pronta e risoluta. Invece.
Che dire poi di questo progetto d’ascolto clandestino, secretato fin dal suo nascere con un decreto del 5 luglio che ancora oggi è difficile reperire, e di cui non si conoscono i dettagli se non il campione di scuole prescelte e una sorta di vademecum per la compilazione dei questionari che non sono per niente noti. Si sa però che si tratta di questionari con domande a scelta multipla in cui gli esperti responsabili (chi sono? boh? proprio come la Moratti!) hanno riassunto non le “possibili risposte” ma le “risposte possibili”, bella democrazia davvero. E’ questa l’idea di dialogo che ha questo Ministro?
Le stranezze però non finiscono qui se osservate il campione vi accorgete di altre cose poco comprensibili.
L’Emilia Romagna (4 milioni di ab., 9 prov.) e la Toscana (3,5 milioni di ab., 10 prov.) hanno rispettivamente 43 e 41 scuole nel campione, mentre la Campania (5,7 milioni di ab. 5 prov.) ne ha 102, la Sicilia (5 milioni di ab., 9 prov.) ne ha 88; che proporzione è?
Forse una ragione statistica ci sarà, ma non si è voluto socializzarla oppure … è inconfessabile.
Altra stranezza: le scuole superiori della provincia di Modena scelte nel campione sono tre, un ITI, un IPIA e un IPSCT, e in tutta la regione gli unici licei prescelti nel campione sono a Ferrara un LC e un LS (il terzo di FE è un omnicomprensivo). Bah, forse che la tradizione liceale ferrarese è particolarmente significativa?
Altra cosa strana: per rispondere alle domande dei questionari segreti occorrerà farlo in rete (sic) entrando con una password, quindi attenti a cosa rispondete, il Grande Fratello e la Grande Sorella incombono! Altro che anonimato.
Queste stranezze però non sono nulla rispetto alla assoluta sfasatura tra il dialogo con il popolo della scuola (docenti, studenti, ATA, genitori e, perché no, dirigenti) che tutti ci aspettavamo e questa consultazione di regime, chiusa sia nelle risposte sia nel respiro democratico che la sottende.
Io penso che noi dobbiamo dare un messaggio netto e chiaro:
AD UNA TALE CONSULTAZIONE ANTIDEMOCRATICA NON SI RISPONDE!!!!
Propongo di preparare e diffondere volantini che raggiungano il maggior numero possibile di scuole del campione esortando a non rispondere a tali domande con risposte già preconfezionate.
Sono già tante le ragioni di dissenso accumulate nei confronti dell’operato di questo ministero. Penso che ce ne siano abbastanza per dire non solo che questa politica scolastica è inadeguata, ma dico senza esitazione pericolosa, vista la deriva privatistica che l’assimilazione alle fondazioni porta con sé.
Occorre rompere ogni indugio: questo ministro e il suo staff non sono quello di cui la scuola italiana ha bisogno, DEVONO ANDARSENE!
Propongo che incominci da subito una campagna di sfiducia a questo ministero, per una nuova direzione che rappresenti davvero quella svolta che il popolo della scuola si aspettava.
Al Governo deve giungere forte e chiaro il messaggio che sulla scuola occorre una netta inversione di tendenza.
Questo silenzio esangue non ci farà mai diventare maggioranza.
di Francesco Mele da Pavone Risorse del 14/1/2007.
Io penso che il tempo concesso a questo Ministro, e al suo qualificato staff, per dare un segnale in controtendenza rispetto all’idea di scuola della Moratti sia ormai abbondantemente scaduto. E non ne faccio una questione semplicemente temporale, perché se uno si impegna, di tempo sono disposto a concederne molto di più, ma mi devono venire dei segnali di questo impegno.
Da questo Ministro e dal suo Vice di segnali in controtendenza rispetto alla Moratti non ne sono venuti, anzi, l’azione di questo Governo pare in sommessa continuità con quanto fatto dalla Moratti. Addirittura su alcune questioni ci si è spinti anche oltre, se pensiamo ai finanziamenti alle private, agli anticipi nelle scuole del primo ciclo e l’ultima chicca delle Scuole come Fondazioni, con l’ingresso delle imprese nella loro gestione (chiedete agli inglesi cosa sono le Academies).
Con questo penso che la misura sia colma e sia arrivato il tempo di correre ai ripari. Se questa proposta l’avesse avanzata la Moratti, non solo sarebbe esplosa una querelle memorabile, ma la reazione del cosiddetto movimento sarebbe stata pronta e risoluta. Invece.
Che dire poi di questo progetto d’ascolto clandestino, secretato fin dal suo nascere con un decreto del 5 luglio che ancora oggi è difficile reperire, e di cui non si conoscono i dettagli se non il campione di scuole prescelte e una sorta di vademecum per la compilazione dei questionari che non sono per niente noti. Si sa però che si tratta di questionari con domande a scelta multipla in cui gli esperti responsabili (chi sono? boh? proprio come la Moratti!) hanno riassunto non le “possibili risposte” ma le “risposte possibili”, bella democrazia davvero. E’ questa l’idea di dialogo che ha questo Ministro?
Le stranezze però non finiscono qui se osservate il campione vi accorgete di altre cose poco comprensibili.
L’Emilia Romagna (4 milioni di ab., 9 prov.) e la Toscana (3,5 milioni di ab., 10 prov.) hanno rispettivamente 43 e 41 scuole nel campione, mentre la Campania (5,7 milioni di ab. 5 prov.) ne ha 102, la Sicilia (5 milioni di ab., 9 prov.) ne ha 88; che proporzione è?
Forse una ragione statistica ci sarà, ma non si è voluto socializzarla oppure … è inconfessabile.
Altra stranezza: le scuole superiori della provincia di Modena scelte nel campione sono tre, un ITI, un IPIA e un IPSCT, e in tutta la regione gli unici licei prescelti nel campione sono a Ferrara un LC e un LS (il terzo di FE è un omnicomprensivo). Bah, forse che la tradizione liceale ferrarese è particolarmente significativa?
Altra cosa strana: per rispondere alle domande dei questionari segreti occorrerà farlo in rete (sic) entrando con una password, quindi attenti a cosa rispondete, il Grande Fratello e la Grande Sorella incombono! Altro che anonimato.
Queste stranezze però non sono nulla rispetto alla assoluta sfasatura tra il dialogo con il popolo della scuola (docenti, studenti, ATA, genitori e, perché no, dirigenti) che tutti ci aspettavamo e questa consultazione di regime, chiusa sia nelle risposte sia nel respiro democratico che la sottende.
Io penso che noi dobbiamo dare un messaggio netto e chiaro:
AD UNA TALE CONSULTAZIONE ANTIDEMOCRATICA NON SI RISPONDE!!!!
Propongo di preparare e diffondere volantini che raggiungano il maggior numero possibile di scuole del campione esortando a non rispondere a tali domande con risposte già preconfezionate.
Sono già tante le ragioni di dissenso accumulate nei confronti dell’operato di questo ministero. Penso che ce ne siano abbastanza per dire non solo che questa politica scolastica è inadeguata, ma dico senza esitazione pericolosa, vista la deriva privatistica che l’assimilazione alle fondazioni porta con sé.
Occorre rompere ogni indugio: questo ministro e il suo staff non sono quello di cui la scuola italiana ha bisogno, DEVONO ANDARSENE!
Propongo che incominci da subito una campagna di sfiducia a questo ministero, per una nuova direzione che rappresenti davvero quella svolta che il popolo della scuola si aspettava.
Al Governo deve giungere forte e chiaro il messaggio che sulla scuola occorre una netta inversione di tendenza.
Questo silenzio esangue non ci farà mai diventare maggioranza.