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Concorsi: BOCCIATO AL CONCORSO? MALE CHE VADA VINCI

Comunicati
Bocciato al concorso? Male che vada, vinci
Riforma della magistratura secondo Mastella: per chi non supera l’esame assunzione certa nella pubblica amministrazione
IGOR IEZZI
 Una volta c’erano i concorsi pubblici, quelli che se li passavi eri bravo (o raccomandato) e ottenevi il tuo bel posticino. Ora, con l’arrivo del governo di Romano Prodi, non ci sono più. Anzi, per essere più precisi ci sono ancora (e chi li tocca quelli), ma non servono più. Anche se vieni bocciato, grazie ad un comma, una virgola o un punto nascosto in una qualche legge, una sistemazione questa nostra sinistra te la trova. E’ vero che siamo nel Paese del “tengo famiglia” ma la meritocrazia che fine ha fatto? Eppure da mesi tutti ne parlano. Da Montezemolo, secondo il quale metà Paese rema e l’altra sta a guardare, a Fassino, che nella tanto sognata “fase due” del governo dedicata alle riforme vorrebbe inserire come priorità l’efficienza della pubblica amministrazione, tutti chiedono di fare qualcosa. Il Corriere della Sera, attraverso Ichino e Giavazzi, ci ha fatto addirittura una campagna stampa. Monti ci ha dedicato la vita. Draghi gli ultimi mesi in Bankitalia. L’elenco potrebbe continuare, sarebbe lunghissimo, e tutti giù a spiegare, argomentare, analizzare, sostenere che per migliorare la competitività del Paese e la produttività dei diversi settori dell’economia (compresa la macchina statale) serve meritocrazia, servono i migliori.
 Anche i riformisti dell’Unione, Prodi in testa, hanno sempre innalzato la bandiera del cambiamento e spesso, come una minaccia, l’hanno puntata contro il precedente esecutivo accusato di aver fatto poco. Semplificare le leggi. Permettere a tutti di partire alla pari ma che vinca il migliore. Basta favoritismi. Equità sociale. Eguaglianza dei cittadini. Quante volte abbiamo sentito queste frasi negli ultimi mesi. Eppure...
 Eppure, una volta entrati a Palazzo Chigi, Prodi e alleati non hanno fatto nulla di tutto ciò e se possibile hanno peggiorato la situazione di un Paese che quanto a mancanza di trasparenza nella selezione dei suoi dipendenti pubblici contende la palma di ultimo in classifica a zone del terzo mondo. Ultimo caso la norma sui concorsi pubblici per l’ingresso in magistratura. Qui il Guardasigilli Clemente Mastella ha dato spazio a tutta la sua fantasia campana mettendo mano al nuovo ordinamento giudiziario. Il leghista Castelli aveva già modificato la “carta costituzionale” della magistratura, introducendo principi e regole che andavano nella direzione di favorire una selezione dei migliori. Per esempio impedendo una progressione in carriera basata esclusivamente sull’anzianità. Invece di proseguire su questa strada il furioso Clemente ha pensato di inventarsi una nuova modalità di reclutamento dei giudici che affiancherebbe il classico concorso. E come presa in giro nazionale lo ha chiamato «corso-concorso»...
 In sostanza dopo una selezione iniziale, con una prova scritta e orale, il «corso-concorso» proseguirà con un biennio (in questo periodo il candidato dedicherà almeno tre mesi alla formazione, 5 al tirocinio presso gli uffici giudiziari e 2 presso enti pubblici o istituzioni internazionali collegati alla Giustizia). Alla fine di questo biennio (con annessa borsa di studio di 900 euro) il candidato dovrà superare una prova finale. Se la passa avrà l’ingresso garantito, dopo un breve tirocinio, in magistratura. E fin qui ci può anche stare. Ma se per caso non dovesse passarla? Logica di un Paese civile vuole che il candidato in questione torni a casa, riapra i libri e ricominci. Perchè ad andare avanti devono essere quelli più bravi e preparati. In Italia no. Se qui si viene bocciati nel concorso per la magistratura si avrà la sicurezza (non la possibilità, la sicurezza) di un posto garantito (anzi, supergarantito) nella pubblica amministrazione con scelta prioritaria per il ministero della Giustizia. Perchè va bene la meritocrazia, ma non esageriamo...
 Nel Paese del tricolore funziona così, rassegnamoci. E non è certo un caso, una distrazione. Non siamo davanti al comma Fuda dovuta ad un’”abile” distrazione dei funzionari con cui si salvavano, con un bel colpo di spugna, un bel po’ di amministratori corrotti. No, siamo di fronte ad una chiara linea politica del Governo di Prodi. Infatti non è certo la prima volta che i bocciati vengono salvati. Sempre nella finanziaria tra i circa 1400 commi ve ne era uno molto particolare. Ne ha parlato, sconvolto, Piero Ostellino sul Corriere della Sera. Il comma in questione è il 620. Un comma ad personam o ad concorsum. Infatti è specifico e indirizzato al bando di concorso ordinario per dirigenti scolastici indetto con decreto del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca il 22 novembre del 2004. In sostanza viene attribuito agli esclusi del concorso citato il diritto di nomina come ai legittimi vincitori. Molti lettori, a questo punto, si chiederanno che senso aveva fare un concorso se poi lo stesso trattamento viene riservato agli esclusi e a chi lo ha passato. La stessa domanda se la rivolge l’ex direttore del Corsera: «dovremmo chiederci se l’Italia sia davvero il Paese del Diritto o non piuttosto quello del Rovescio. Della confusione, invece della chiarezza. Cioè del moralismo degli immorali». E a differenza del comma Fuda non è arrivato nessun decreto per cancellarlo
 Parole vane., quelle di Ostellino. Nessuno, nel governo, pare intenzionato a recepirle. E si va avanti sulla strada dell’antimeritocrazia. Senza remora. Solo qualche giorno dopo l’approvazione della finanziaria il partito di Diliberto, i comunisti italiani, riempì Roma di manifesti per sottolineare la grande battaglia vinta: l’assunzione di 350mila precari della pubblica amministrazione. Innanzitutto ci chiediamo: perchè quei manifesti solo nella Capitale? Forse perchè quei 350mila precari (qualcuno addirittura parlava di mezzo milione) sono tutti del Sud? E la selezione? Oggi tutti da Palazzo Chigi e dalla maggioranza chiedono una pubblica amministrazione più efficiente. E in finanziaria invece assumono, senza nessuna scelta basata sul merito, sulle capacità personali e sulla produttività centinaia di migliaia di precari. Alla faccia del rigore e dei risparmi chiesti da Padoa Schioppa.
 Il ministro dell’Economia tassa il Nord e poi i soldi vengono sperperati così Solo qualche mese prima analoga operazione era stata compiuta nel settore scuota dove il ministro alla Pubblica Istruzione aveva dato il via libera all’assunzione di 23.500 precari tra insegnanti e personale amministrativo. La scuola in Italia è da bocciatura? Risolviamo il problema alla radice: assumiamo! E magari tra un assunto e l’altro ci scappa fuori anche un voto per una coalizione che scricchiola da ogni parte. Mastella con i doppi concorsi e l’assunzione per tutti, i diktat di Diliberto affinchè lo Stato si faccia carico di centinaia di migliaia di nuovi lavoratori (che servano o meno è secondario), Fioroni che rimpolpa le aule di insegnanti, bocciati ripescati, e promossi che si chiedono “ma perchè ho perso del tempo a prepararmi?”: è la nuova Italia dell’Unione. Quella che se sai vieni scartato. Se non sai vieni promosso. E magari finisci anche a fare il premier.








Postato il Domenica, 14 gennaio 2007 ore 00:05:00 CET di Silvana La Porta
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