Condizione necessaria e sufficiente per insegnare è che vi siano almeno due persone. In tale situazione una persona potrebbe trasmettere all’altra le proprie conoscenze. Come avviene la trasmissione di quello che si sa fare? Esistono delle tecniche? Se si sa fare qualcosa la si può insegnare? Pur non esistendo una tecnica certa per diventare insegnanti, il tempo, attraverso la correzione di errori, ha fornito, alle generazioni (prof.) successive, alcune indicazioni che possono migliorare la professione docente. …
Oggi sappiamo che l’insegnante deve :
1. conoscere ciò che insegna ma, essendo le conoscenze a vetustà rapida, l’insegnante deve essere uno studioso e aggiornarsi sull’evoluzione della materia insegnata;
2. deve conoscere le tecniche di come nelle persone avviene l’apprendimento (problem solving);
3. deve sapere come lavorare nel caso che gli allievi superano l’unità (cooperative learning);
4. deve farsi aiutare dalle famiglie quando opera con i giovani;
5. deve partecipare alla gestione della scuola e cooperare con gli altri colleghi.
Tali "deve", indicati dagli studiosi, non forniscono la condizione necessaria e sufficiente per insegnare. Esistono molteplici altre problematiche che conoscono bene i docenti che operano nei territori ad alto degrado socio-culturale .
Per tale motivo si riporta quanto indica Vittorino Andreoli in “Lettera a un insegnante” ed. Rizzoli - Gennaio 2006:
Caro insegnante, chiediti subito qual il grado di divertimento che provi a scuola, in quella classe.
Il livello di divertimento è il segnale più espressivo della tua condizione.
Andreoli si chiede :
Ma quali sono le doti di un buon insegnante?
L’autorevolezza, il piacere di insegnare, la tecnica della comunicazione.
Ma quali sono le caratteristiche dei tuoi allievi oggi?
La fragilità.
Sono fragilissimi,come vasi di cristallo. I tuoi allievi consumano i sentimenti con una rapidità che supera il ricambio frenetico delle scarpe. Non sanno aspettare. Tutto in tempo reale. E non c’è mai una pausa per riflettere,una occasione per benedire la situazione che ha permesso di non dire subito ciò che si era pensato.
La frammentazione.
E’ morta la consecutio temporum, il rapporto di causa ed effetto. Ora domina il frammento e del resto tutto lo richiama (Sms, spot). Il frammento del racconto, la incapacità a gioire di una storia complicata, ricca di personaggi ed eventi.
Gli estetismi.
“Non dimenticare che qualsiasi cosa tu cercherai di far comprendere, sarà accettata, se va bene, in chiave estetica e tutto, dal teorema di matematica alla poesia di Cardarelli, è un oggetto carino o brutto, qualche volta splendido come Vasco Rossi.”
Eroi del nulla.
L’eroe del nulla è un eroe-narciso che agisce per mostrarsi, senza che l’azione abbia alcun senso se non di accendere su di sé un po’ di luci dopo tanto buio. Sono i tuoi allievi che vivono in classe da frustrati, i frustrati del giudizio, che poi diventano i primi nella corsa a fare l’eroe.
D’altro canto quali sono le tipologie dei professori dal punto di vista degli allievi?
Il professore ’fico’, il professore ’cesso’, il professore da palcoscenico, l’insegnante samaritano, l’insegnante vittima, l’insegnante cattivo, il professore menefreghista, il professore mito, il professore che forse non c’è.
Infine, afferma Andreoli : " l’ideale è un professore –catalizzatore- che si comporta proprio come gli enzimi, necessari a combinare elementi in composti nuovi, ma senza farne parte."
Salvatore Ravidà