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Integrazione sociale: Coppie gay nel presepe della Camera. Bertinotti: "Una provocazione dannosa". Le deputate di Fi: "Ennesimo attacco ai valori cattolici

Rassegna stampa

da La Sicilia

Pacs, presepe gay a Montecitorio
Blitz della Rnp. I commessi rimuovono le statuine di due coppie omosex. Disagio nell'Unione. La Cdl: scandalo

LAURA CAPUTO
Roma. A Montecitorio spunta, per poco, il presepe gay: i pastorelli, il bue, l'asinello, la Sacra Famiglia e anche due coppie di omosessuali. A inserire di nascosto gli insoliti figuranti nel presepe della Camera sono stati due parlamentari della Rnp, Mellano e Poretti.
In mattinata, prima di andare in Aula, hanno realizzato il «blitz» e hanno piazzato nel presepe due Barbie lesbiche con al collo il cartello: «Anche in Italia matrimonio gay come nella Spagna di Zapatero» e una coppia gay di Ken con il cartello: «Pacs now!».
L'originale presepe, però, non è durato molto e appena i commessi della Camera si sono accorti del «blitz», hanno fatto rimuovere le statuine «illegittime». Il gesto provocatorio scatena polemiche fra i deputati del centrodestra, ma anche nel centrosinistra.
Il presidente della Camera, Bertinotti, stigamtizza l'iniziativa dei due deputati e invita a evitare di «gonfiare una polemica che tocca il presepe inutilmente. Sono per il riconoscimento dei diritti di tutti, ma non c'è alcuna ragione per provocare inutili e dannose discussioni sull'uno e sull'altro tema, entrambi nobili e che, attraverso scorciatoie sgradevoli, sono messi in conflitto l'un con l'altro».
L'imbarazzo dell'Ulivo si legge nelle affermazioni delle senatrici Bindi e Binetti. L'ex ministro della Sanità parla di «inutile provocazione» che «ci fa male, prim'ancora che come cristiani, come cittadini di questo Paese». La senatrice teo-dem esprime la sua disapprovazione per quel che definisce un «espediente di cattivo gusto». Ma - afferma - so anche che gli assistenti della Camera sono intervenuti in modo tempestivo per rimuoverlo. Si dissocia dall'iniziativa anche la deputata del Pdci, Rocesini, che parla di «grave errore politico». Anche l'Idv condanna il gesto, considerato del tutto «fuori luogo».
Dal centrodestra è un coro unanime di critiche. Il gesto viene definito una «volgare provocazione». L'ex presidente del Senato, Pera, condanna il «disgustoso episodio», aggiungendo che «la violenza laicista è ogni giorno più aggressiva». Dalle deputate di Forza Italia arriva un duro commento: «Un duplice attacco, volgare e inaccettabile, alle istituzioni e al simbolo religioso». Per il portavoce di An, Ronchi, è «uno sfregio a milioni di fedeli cristiani». Sulla stessa scia l'ex ministro della Sanità, Storace, secondo il quale «l'identità cristiana dell'Italia non può essere oltraggiata». La Russa (An) parla d'iniziativa che fa fare «passi indietro da gigante». La deputata leghista Lussana, invece, punta il dito contro Bertinotti, la cui risposta «è degna di Pilato». Ronconi (Udc) osserva: «Ormai Montecitorio assomiglia più a un caravanserraglio che alla sede del Parlamento». Ma il deputato della Rnp, Turco, chiede se lo scandalo sono i gay nella comunità dei fedeli. E afferma: «Se presepio è la rappresentazione dell'intera comunità dei fedeli, lo scandalo, lo scempio, la profanazione di cui molti parlano è, quindi, che di questa comunità facciano parte anche gli omossessual?». Alessandra Mussolini implicitamente replica: «Non è sfregiando i valori religiosi, fondanti il comune sentimento di tanti italiani, che si potrà avere ciò che si richiede».
 

Giuseppe Di Fazio
Autocensura. Tiepidezza. Ricerca del politicamente corretto. O, per converso, strumentalizzazione sfacciata. La vigilia del Natale si sta trasformando in una novena di polemiche sul presepe, che mette in questione il nostro modo di esser italiani.
Quanto più siamo «buoni» e rispettosi verso le culture altre, tanto più ci ostiniamo a recidere le nostre radici. Convinti, scioccamente, che sul nulla possiamo dialogare con tutti, vogliamo eliminare il presepe perché può disturbare atei, musulmani e buddisti che popolano il nostro Paese. Vogliamo eliminarlo dalle scuole e dalle case. Forse anche dalle Chiese. E che ne facciamo della grande arte italiana che da Giotto in poi s'è cimentata sul tema della Natività? Copriamo con un drappo nero i nostri capolavori, oppure li riponiamo in magazzino?
Tanta prudenza e tanto rispetto per le diversità diventano dileggio per ciò che è caro alla nostra tradizione. Ieri due parlamentari della Rosa nel Pugno hanno pensato bene, per dare visibilità alla loro battaglia politica, di inserire con un blitz nel presepe allestito alla Camera due coppie omosex. E, qualche giorno prima, aveva destato scalpore a Bologna, la presenza in un presepe patrocinato dal Comune di una statuina di Moana Pozzi nuda.
Strumentalizzazione e autocensura hanno un punto in comune: oscurare il senso di una Nascita che ha cambiato il corso della storia dell'umanità. Quell'Evento parla al cuore di ogni uomo, quel «Dio piccolo che si può prendere nelle braccia e coprire di baci, che si può toccare e che vive» (come ha scritto Sartre dal campo di concentramento) resta - con buona pace di tutti - il più grande segno di speranza per ogni uomo.
 

da " La Repubblica "

Le statuine sono comparse oggi sollevando le prevedibili polemiche, ma questo era l'obiettivo degli animatori della provocazione, Bruno Mellano e Donatella Poretti. "Ci auguriamo - spiegano - che il Parlamento approvi al più presto una legge per il riconoscimento delle unioni civili. E' ingiusto che milioni di cittadini non possano vedere riconosciuti i loro diritti, come ormai avviene in quasi tutti i Paesi dell'Unione europea".

Per prime, reagiscono le deputate di Forza Italia, seguìte da An, Lega e altri. "Un attacco inaccettabile alle istituzioni e al simbolo religioso" commentano Isabella Bertolini, Patrizia Paoletti, Gabriella Carlucci, Simonetta Licastro Scardino, fondatrici dell'associazione "Valori e libertà". "Crediamo che sia dovere del capogruppo della Rosa nel pugno stigmatizzare, con una presa di posizione ufficiale, il grave e sconcertante episodio". Un "atto gravissimo di cui chiediamo spiegazioni alla maggioranza e l'immediata convocazione di un ufficio di presidenza che prenda le distanze": così Antonio Mazzocchi, segretario di presidenza di Montecitorio e membro dell'esecutivo di An. Che chiede a Fausto Bertinotti provvedimenti che ristabiliscano "la dignità propria della Camera dei deputati".

Rincara la dose la leghista Carolina Lussana: "I signori della Rosa nel pugno sanno agire solo per provocazioni. Dopo la marijuana di Caruso, il presepe gay, un gesto irrispettoso della nostra tradizione e della nostra cultura cattolica". Sulla stessa linea Paolo Grimoldi, coordinatore federale del Movimento giovani padani: i parlamentari della Rosa nel pugno "scherzino con i fanti ma lascino in pace i santi. E suggerisce: "Perché non inventano un presepe tutto loro, con le statuine di Pannella, Bonino, Cicciolina, Toni Negri, Sergio d'Elia. Un museo dell'orrore. Le statuine degli omosessuali, visti i loro gusti - conclude, con uno scivolone di stile - le mettano da altre parti".

"Un vero e proprio sfregio al credo religioso seguìto dalla maggioranza degli italiani": così definisce l'iniziativa dei deputati della Rosa nel pugno Luca Volontè, capogruppo Udc alla Camera. "Non credo - osserva l'esponente centrista - che lo stesso Bertinotti, quando affermava di gradire il presepe, intendesse quello con Barbie e Ken. Bisogna intervenire duramente perché, a maggior ragione in sedi istituzionali, non si riverifichino episodi di questa gravità".

Critiche anche dalla maggioranza. Silvana Mura, dell'Italia dei valori, spiega che l'iniziativa "è fuori luogo per due motivi: perché il presepe è un simbolo importante della religione cattolica e come tale va rispettato, e perché iniziative simili rischiano di tradursi in clamorosi autogol. Un tema importante come quello sulle unioni civili deve essere discusso nelle sedi politiche appropriate, i bliz non fanno che fornire argomenti a chi si oppone a una regolamentazione legislativa delle unioni di fatto e rendono più difficile un confronto sereno".

Dopo le proteste e le polemiche, arriva la dura presa di posizione del presidente dell'Assemblea di Montecitorio. "Sono per il riconoscimento dei diritti di tutti - dice Fausto Bertinotti -, ma non c'è nessuna ragione per provocare una discussione dannosa sull'uno e sull'altro tema, entrambi nobili e che attraverso scorciatoie sgradevoli sono messi l'uno in conflitto con l'altro". "Francamente eviterei di gonfiare una polemica che tocca il presepe inutilmente".

Proprio oggi, ospite speciale a Montecitorio è stato il cardinale Camillo Ruini, presidente della Cei, che ha incontrato Bertinotti prima della rituale celebrazione della messa. Il cardinale ha sostato per qualche minuto davanti al presepe allestito alla Camera, proprio dove stamane è scattato il 'blitz' della Rosa nel pugno.

Eminenza sa dell'incursione delle statuine gay nel presepe?, chiedono i giornalisti. "Sì, sì, so tutto io..." risponde l'alto prelato sorridendo. L'incontro con Bertinotti avviene poi nello studio di presidenza, e dopo il colloquio i due tornano davanti al presepe, ma non per fare polemica: "Lei di dov'è?" chiede Ruini e Bertinotti risponde: "Io sono di Milano e da noi si dice 'presepio', ma un mio conoscente del sud dice che anche in qualche zona del meridione invece che presepe dicono presepio". "Anch'io", annuisce il cardinale. A chi, al termine dell'incontro chiede a Bertinotti se andrà alla Messa, la terza carica dello Stato, che per la fede in questi anni ha mostrato 'curiosità', risponde: "Non vado, perchè un non credente rispetta anche così la fede degli altri".

(20 dicembre 2006)

 

All'udienza di Natale

All'udienza di Natale
Il Papa: «E' un elemento della nostra cultura» Il presepe è un «elemento importante» della nostra «nostra cultura», e deve continuare in tutte le case a dare la sua «suggestiva rappresentazione della Natività». Benedetto XVI, nell'ultima udienza generale pre-natalizia, ha voluto riaffermare il valore del presepe nei suoi profondi significati legati all'identità cristiana, a dispetto di chi vuole eliminarlo dai luoghi pubblici, nasconderlo o contaminarlo con connotazioni estranee. «Tra qualche giorno è Natale - ha detto il Papa al momento di salutare i circa settemila fedeli riuniti nell'aula Paolo VI - e immagino che nelle vostre case si stia ultimando l'allestimento del presepe che costituisce una quanto mai suggestiva rappresentazione della Natività. Auspico che un elemento così importante, non solo della nostra spiritualità, ma anche della nostra cultura e dell'arte, continui a essere un semplice ed eloquente modo per ricordare colui che è venuto "ad abitare in mezzo a noi"». Tutta l'udienza è stata dedicata da Benedetto XVI all'attesa per «l'avvento del Salvatore che rinnova il mondo e la nostra vita». Un evento simboleggiato proprio dall'allestimento del presepe: «Nella Notte di Natale ci fermeremo ancora una volta, dinanzi al presepe, a contemplare stupiti il "Verbo fatto carne"». Inoltre, «nascendo nella povertà del presepe, Gesù viene a offrire a tutti quella gioia e quella pace che sole possono colmare l'attesa dell'animo umano». Il Papa ha sollecitato i fedeli affinché, «nascendo fra noi, Gesù Bambino non ci trovi distratti o impegnati semplicemente ad abbellire con le luminarie le nostre case».
 









Postato il Mercoledì, 20 dicembre 2006 ore 23:56:03 CET di Salvatore Indelicato
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