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Personale ATA: «Classifica Sole 24 Ore: a proposito di Catania ultima»

Rassegna stampa

Da " La Sicilia"

Eccoci all'ennesimo ultimo posto della nostra bella città e provincia, questa volta per la vivibilità, e come d'abitudine arrivano puntualmente le solite smentite degli amministratori e del sindaco che non hanno alcun seguito e dopo qualche giorno vengono accantonate poichè, chissà per quali oscuri motivi, gli analisti ce l'hanno con noi, quando invece secondo il sindaco, a Catania e provincia si vive benissimo perchè ci sono i cantieri aperti, perchè si fanno le rotonde, perchè abbiamo l'università, perchè c'è la movida... e vogliamo aggiungere: perchè per una banale sistemazione di una strada (vedi corso delle Province) si richiede un concorso di idee, perchè una ripulita di una strada centralissima (vedi corso Sicilia) si crea un evento con tanto di foto ricordo sul giornale, perchè non perdiamo occasione per proclamare la nostra città capitale ora di questo ora di quello e addirittura del Mediterraneo, suscitando non poca ilarità da parte di nostri connazionali che ci chiedono le motivazioni di questi titoli. Constatiamo con amarezza che sugli elementi che secondo il sindaco non vengono presi in considerazione, non vi è un cenno sulla qualità dell'ambiente, sulla sporcizia nelle nostre strade, sul verde abbandonato dopo una inaugurazione (vedi il Passiatore, la Plaia per fare qualche esempio), sterpaglie ovunque, caos nel traffico, marciapiedi invasi di auto, buche nelle strade e così via.
E se vogliamo parlare della nostra provincia, le strade sono le più degradate in assoluto, tombini otturati, rifiuti e sterpaglie ai bordi, mancanza di manutenzione. E cosa dire delle minidiscariche, delle aree di parcheggio, come quelle del viale Mediterraneo, che nonostante le assicurazioni dell'assessore D'Antoni, sono sempre sporche e prive di cestini per i rifiuti? Nessun cenno su questi argomenti. La domanda: visto che una posizione del genere crea inevitabilmente un danno d'immagine, se secondo i nostri amministratori i dati sono inesatti allo scopo di danneggiare la nostra provincia, perchè non adiscono vie legali contro i responsabili di queste statistiche?
Teresa Foti, Angelo Scuderi
«Classifica Sole 24 Ore:
più attenzione ai dati»
 Alle forze di opposizione vorrei ricordare che anche dieci anni fa la situazione, pur migliore, non era certo rosea. Alla maggioranza invece vorrei dire che non è corretto vantarsi quando alcune ricerche autorevoli come quella del Kpmg dello scorso anno sottolineano la validità dell'economia catanese, e invece negare l'attendibilità di altri prestigiosi studi quando producono risultati contrari: o li si accetta in toto o nessuno.
Un'ultima osservazione. La scorsa estate questo giornale pubblicò con grande enfasi i risultati di un'indagine di una società di marketing che prevedeva una crescita del pil catanese grazie alla presenza del Catania in serie A. A distanza di mesi non mi sembra che ci sia stato alcun effetto positivo per la nostra città, così come del resto anche Messina, da tre anni nella massima serie, continua ad essere una delle città più invivibili e povere d'Italia. Che conclusione trarne? Che dobbiamo essere felici per l'ottimo campionato del Catania e ringraziare la dirigenza per il lavoro svolto? Ma sarebbe ora che ci guardassimo intorno e pensassimo al bene della nostra città. Meno fanatismo calcistico e più laboriosità e legalità non farebbero male. E, mi sia consentita una franca critica al quotidiano: meno pagine dedicate alle imprese del Catania e più inchieste giornalistiche sui mali storici di questa città.
Andrea Di Benedetto
«Classifica Sole 24 Ore: la città
è davvero invivibile»
Volgarità per volgarità, il sindaco Scapagnini si rompa meno le palle e si rompa di più il... a lavorare! Scapagnini disegna una città che non esiste e, in maniera comica, se la prende con il Sole 24 ore che evidentemente, come sostiene lui, scrive sotto dettatura dei comunisti e dei poteri forti. Purtroppo, e questo non deve offendere il sentimento dei catanesi che in realtà sono assai consapevoli dei ritardi della città, la posizione in classifica assegnata a Catania rispecchia la pessima qualità della vita. La città è sporca, soffocata da un traffico inestricabile, è preda dell'abusivismo più selvaggio, si è abbassato il tenore civico della cittadinanza, l'inquinamento ambientale è sensibile, sono aumentati i reati: questa è la realtà e Scapagnini, invece di piagnucolare, dovrebbe prenderne atto per lavorare meglio o, secondo me, andare a casa. Che poi Catania sia una città vivace, che abbia una buona università e alcune realtà industriali apprezzabili come la St, tutto questo non c'entra con la classifica, ma soprattutto non c'entra con Scapagnini.
Orazio Licandro
deputato del Pdci
 

«Questa è Catania, altro che capitale..»

«Questa è Catania, altro che capitale..»
Catania una città diventata davvero invivibile e che, non a caso, si classifica di anno in anno agli ultimi posti della graduatoria nazionale; indipendentemente dal tipo di governo della città, infatti, il risultato non cambia, ciò a dimostrazione del fatto che gli ultimi Sindaci della città sono le due facce della stessa medaglia. Una città in cui i malviventi hanno trovato il loro habitat naturale; proliferano in modo inarrestabile i furti, le rapine, gli scippi, gli atti di violenza, la prostituzione. Una città in cui vi è uno dei più alti tassi di immigrazione a livello nazionale, e dove si può distinguere una delle maggiori presenze di cinesi che hanno invaso il tessuto commerciale, di fatto, estromettendo le presenze locali, in particolare nel settore dei mercati ambulanti e nelle fiere. Una città senza Piano Regolatore Generale da oltre quindici anni. Una città in cui è vi èuno dei più alti tassi di disoccupazione a livello nazionale. Una città in cui le richieste per una casa sono, di fatto, tra le più alte della Nazione e che vengono puntualmente disattese non esistendo un vero "progetto per il diritto alla casa". Una città in cui le periferie sono trascurate sia dal punto di vista strutturale che economico; le città satellite come Librino, Pigno, Villaggio S. Agata, sono viste quasi come dei ghetti in cui confinare i meno abbienti. Una città in cui i centri sportivi e di aggregazione, soprattutto per i giovani, non sono adeguatamente considerati; basta pensare al grado di abbandono dei pochi esistenti e quelli (la maggior parte) che di fatto mancano. Una città in cui, caso unico, il centro storico ha una piaga incurabile quale il quartiere Vecchio S. Berillo e le aree di Corso Sicilia. Nessuno ha risolto questo problema da ben sessanta anni! Una città in cui è alta la percentuale delle imprese fallite e/o poste sotto amministrazione controllata, senza che nessuno cerchi di capire il fenomeno che, se continuerà ad essere confermato, porterà a numeri più elevati il tasso di disoccupazione già nell'immediato futuro. Una città in cui la Scuola è trascurata; la carenza costante di aule, di laboratori, di impianti sportivi, rende approssimativo il diritto allo studio; la mancanza di sicurezza infine rende di fatto inagibile parecchie strutture. Questa è Catania, altro che la Milano del Sud o la città che ci vogliono far credere!
ing. Giuseppe Montalto
«Ma davvero è una classifica sbagliata?»
E' davvero divertente leggere dagli amministratori e dai giornalisti emeriti catanesi di eventuali "inesattezze" e "superficialita'" nella redazione della classifica delle citta' piu' vivibili d'Italia. Ma come ? Coloro che hanno permesso che il Calcio Catania dopo 23 anni di purgatorio si presentasse ai massimi palcoscenici nazionali giocando in mondo visione in un campo di patate ed hanno permesso che quattro gocce d'acqua facessero diventare una piscina lo stadio con relativa presa in giro nazionale e sospensione della partita , si arrogano il diritto di essere credibili? di contestare classifiche redatte da coloro che almeno provengono (Lombardia) da regioni che sanno come si gestisce la "cosa pubblica" che dovrebbero essere d'esempio a quelle regioni in cui invece si sente parlare solo di "cosa nostra"? Sarebbe bene che quei catanesi che parlano continuamente del "ponte di Messina" si occupassero dei seggiolini dello stadio e del tabellone luminoso al Massimino sia in termini giornalistici che amministrativi. Ci stanno pochi soldi pubblici da gestire, ma almeno l'immagine di Catania ne avrebbe un guadagno e forse recuperiamo una posizione nella classifica della vivibilita'. Concludo dicendo a tutti i lettori momentaneamente in liberta' provvisoria dal traffico cittadino della vivibilissima Catania che stavo scherzando... e' tutto un complotto.
Vincenzo Cammisa
«Passata la festa....»
Queste classifiche ci hanno "rotto"? Sì, certo. Ma soprattutto ci "rompono" - a noi cittadini - le ipocrisie di casa n ostra, le parole non seguite da fatti coerenti: insomma, le chiacchiere. Si sta ripetendo anche stavolta, col vecchio gioco delle parti: governo-opposizione, e non solo. Vorrei che passata la festa, e fatti gli sfoghi verbali, tutto non riprendesse come sempre. Ma capisco che è utopia.
Rosa Gulino
 

«La città chiede ordinaria amministrazione efficiente»

«La città chiede ordinaria amministrazione efficiente»
In riferimento alla consueta graduatoria pubblicata da “Il Sole 24 Ore” non possiamo noi tutti non interrogarci e quindi anche chi, come noi - «Osservatorio sui servizi pubblici dell'Associazione Catania Attiva» - opera nel vasto campo del cosiddetto terzo settore. E' diffusamente riconosciuto all'amministrazione Scapagnini un significativo sforzo in tema di opere pubbliche, anche se queste non sembrano rispondere ad un disegno ordinato di sviluppo ma piuttosto determinate dall'espediente e dall'estemporaneo, prova ne è l'apertura di diversi cantieri concentrati in micro-zone che rendono ulteriormente difficile la già compromessa vivibilità delle aree urbane;o la mancata chiusura di questi nei tempi preannunciati. E certamente non vogliamo essere così demagogici da attribuire il basso reddito pro-capite e i problemi dell'occupazione al sindaco. Quello che ci frastorna però, è che egli sembra non capire che è ormai consolidato nella cultura di governo europea e nelle grandi città che sono i servizi, economici e non, a fare la differenza tra una città civile e vivibile ed una realtà da sud-america dove regna il disordine, la furbizia e l'arte dell'arrangiarsi. Come può non accorgersi il nostro sindaco che ciò che la città gli chiede e innanzitutto l'ordinaria amministrazione, dal sistema della mobilità, alla certezza dei procedimenti a tutto il campo dei sevizi per i più deboli, anziani, diversamente abili, minori e famiglie in difficoltà. Ci dispiace che lui si sia “rotto le palle” ma noi catanesi non crediamo di avere ricevuto alcun “sputo in faccia”... Al contrario l'intervento del presidente della Provincia in maniera politicamente legittima rileva che sarebbe opportuno stilare due graduatorie, con ciò facendo un riferimento giustamente critico per il profondo divario esistente tra nord e sud del Paese, che rischia di accentuarsi sempre più: noi aspettiamo l'attuale governo alla prova dei fatti, cercheremo di capire - anche se il momento è obbiettivamente confuso - e attendiamo di verificare l'efficacia delle azioni messe in atto che si esplicheranno nei prossimi mesi.
Vorremmo finire col punto più importante, la legalità. Essa vive di atteggiamenti coerenti, soprattutto di chi ci rappresenta ed in una città dove per parcheggiare si paga il pizzo ai parcheggiatori abusivi, nell'accettazione diffusa, credo che siamo veramente lontani dagli standard europei: e qui purtroppo non è questione di divario nel paese ma di cultura sociale. Lavorare su questo è il compito primario del buon amministratore.
dott. Giuseppe Galletta
«Ma è credibile che Nuoro sia 30 posti davanti a Catania?»
Ho guardato anch'io questa celebrata classifica del Sole 24 ore, e l'ho trovata assai opinabile, se non scarsamente credibile. Mi chiedo: ma davvero Nuoro, o Chiesti, o altre città che non sono davvero note come l'Eden d'Italia, siano trenta posti davanti a Catania quanto a vivibilità? Nutro forti dubbi. E trovo fuorviante e improduttivo tutto il clamore che si fa ogni volta attorno a queste che mi sembrano soltanto delle efficaci iniziative di un giornale per promuoversi e accreditarsi. Non dico che l'Eden sia a Catania, tutt'altro. Ma, per carità, evitiamo di parlarne e polemizzare e scoprire che bisogna agire perché fa clamore la graduatoria di un giornale, per rispettabile che sia.
Antonino Sulsenti
«Se tutti ci rimboccassimo le maniche...»
Ho letto la classifica che ci pone all'ultimo posto tra le città vivibili italiane e come conseguenza, senza chiederci nemmeno perché, sono partite le critiche sul metodo per giungere a tali affermazioni. Certo se ci avessero posto prima di città come Vibo Valentia o Crotone potevamo dormire sonni tranquilli, tanto c'era chi stava peggio di noi, ma l'accusa "infamante" di essere l'ultima questa è proprio inaccettabile. E no cari concittadini! Che differenza avrebbe fatto se invece di essere al 103° posto fossimo stati messi all'80°? Nessuna, perché se guardiamo alla pulizia della città, alla microcriminalità diffusa, al traffico caotico, ai servizi ed alla maleducazione in genere non abbiamo tanto da stare allegri per cui se ci rimboccassimo le maniche invece di lamentarci e rendessimo davvero più vivibile questa città penso che ne guadagneremmo tutti quanti.
Sebastiano Battaglia
«Qualità della vita, la politica svolga il suo ruolo di guida»

«Qualità della vita, la politica svolga il suo ruolo di guida»
Il tema della recente graduatoria del Sole 24 ore sulla qualità della vita, che pone Catania all'ultimo posto, sta appassionando il dibattito in città. Anche noi non siamo del tutto convinti delle condizioni descritte che mettono il capoluogo etneo in coda alla classifica. Tuttavia, questi indicatori che sono pubblicati periodicamente, ci danno uno spaccato che altro non è che la sintesi del malessere attraversato tanto dalla Sicilia quanto dalle sue realtà urbane più rappresentative.
Ed è un malessere che non può essere celato dall'elenco delle opere messe in cantiere o da altri interventi che spesso sono di facciata; esso discende invece dalla disattenzione delle istituzioni verso la gente siciliana, dei singoli enti locali verso i propri cittadini. A Catania questo dà l'idea di una città letteralmente “non governata”, che non si proietta al futuro o a dare equilibrio alle sue fasce sociali e, dunque, al suo territorio.
Nel frattempo, invece, si permette che si allunghino - come mai prima d'ora - le mani sulla città e che l'illegalità – piccola e grande – dilaghi. Come dimostrano recentemente gli interventi nel settore del commercio ambulante, dove le risposte date dall'amministrazione comunale appaiono guidate da quella furbizia da magliari tutta protesa all'acquisizione anomala di consenso attraverso scambi sempre più odiosi. E che, alla fine, finisce per tartassare chi è in regola – anche se in misura minima – e premiare chi non lo è. Cercando sempre di arruolare questi ultimi nell'esercito dei clienti della politica.
Ancora una volta, dunque, è proprio la politica che non sa svolgere il suo ruolo di guida del territorio. E se le condizioni di risveglio ci sono, esse esistono solo per la naturale propensione all'iniziativa operosa dei catanesi. Ma se questa non è accompagnata dalla forza del governo delle istituzioni, porterà solo – come accade – rischio di conflitti e di crescite non armoniche della società. E il mondo del lavoro insieme con tutta Catania aspetta e spera che il prossimo Natale illumini i ministri amministratori o che almeno ci liberi dai guasti da essi prodotti. Tanti auguri a tutti.
Salvatore Leotta
segretario generale Ust Cisl Catania
«Ma l'amministrazione si impegni a cambiare passo»
I risultati dell'inchiesta condotta dal Sole 24 Ore non fotografano in maniera onesta quella che è la reale situazione della città, ma la svolta politico amministrativa è comunque necessaria. Dire che a Catania tutta vada a rotoli, lasciandosi andare al disfattismo, non rende giustizia, perché negli ultimi anni il volto della città è stato trasformato grazie ai numerosi lavori appaltati a partire dal 2001. Al contempo, però, non è possibile tacere sulle tante situazioni di criticità che caratterizzano la macchina amministrativa comunale, con conseguente ricaduta negativa in termini di servizi erogati alla collettività. Per questo è necessario che l'amministrazione comunale, con il sindaco Scapagnini in testa, si renda conto della necessità di una svolta, di un cambio di passo rispetto a quello che è stato fino ad oggi il modo di amministrare questa città, che evidentemente, più di quanto possa dire una statistica, non soddisfa i cittadini. Basta farsi un giro per la città per rendersene conto.
Marco Belluardo, Salvo Di Salvo
consiglieri comunali Mpa
«L'Experia è l'unico punto
di incontro del quartiere»
La mattina di venerdì 1 dicembre, un gruppo di funzionari di Regione e Sovrintendenza accompagnati da alcune guardie forestali sono entrati dentro l'ex cinema Experia per effettuare un sopralluogo al fine di destinare i suoi locali ad un museo archeologico. Nonostante la pubblicazione sulle colonne del vostro giornale, del nostro comunicato di denuncia (La Sicilia del 3 dicembre), tutto tace, non ci sono state prese di posizioni ufficiali, né dichiarazioni da parte dei soggetti interessati. Ci sorge il sospetto che si voglia ridurre lo sgombero dell'Experia ad una mera questione burocratica, evitando il confronto e passando sopra centinaia e centinaia di giovani e meno giovani, abitanti del quartiere Antico Corso e di tutta la città, lavoratori, disoccupati e studenti, che hanno partecipato e partecipano da 15 anni alle attività del Centro Popolare. Inoltre, non vorremmo che l'attacco si estendesse anche all'Istituto Comprensivo A. Manzoni, una scuola che svolge un'importantissima funzione nel quartiere e la cui chiusura causerebbe un danno irreparabile a centinaia di famiglie. Ricordiamo che il Cpo è l'unico luogo d'aggregazione presente all'Antico corso, quartiere privo di elementari servizi sociali come un asilo nido, un'area a verde o una bambinopoli. Denunciamo come pretestuosa la necessità di sgomberarci per fare posto ad un museo archeologico in una città dove dal Castello Ursino al fallimento del progetto Parco Archeologico, i beni culturali risultano malfunzionanti ed abbandonati. Ad esempio, è da anni che sollecitiamo insieme al Comitato Popolare Antico Corso la valorizzazione dei reperti archeologici presenti nell'area della Purità, per farne una risorsa da dare in gestione ai numerosissimi disoccupati del quartiere. Lo sgombero dell'Experia non è un problema burocratico, ma politico e sociale, quindi come tale va affrontato. Pertanto ci aspettiamo risposte dai soggetti direttamente coinvolti (Regione e Sovrintendenza) nonché da quelle forze politiche che continuando ad ignorare i reali problemi della nostra città (lavoro nero, degrado dei quartieri popolari) hanno scatenato una campagna contro gli spazi occupati.
comitato di gestione del Centro Popolare Occupato Experia
 









Postato il Mercoledì, 20 dicembre 2006 ore 22:56:35 CET di Salvatore Indelicato
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