Striscia la macchina del papà e si suicida
NICOSIA (ENNA) - Un ragazzo di 17 anni si è suicidato sparandosi un colpo di pistola alla testa dopo aver danneggiato l'auto del padre. È accaduto a Nicosia, nell'Ennese. L'arma era del padre della vittima che fa la guardia penitenziaria. Il giovane era sconvolto per avere strisciato in un incidente l'automobile. Roba da ragazzi ma che aggiunto a una storia d'amore finita male, come raccontano gli amici, secondo gli inquirenti potrebbe avere contribuito a spingere il giovane ad ammazzarsi.
Il diciassettenne era uscito nel tardo pomeriggio da casa. Approfittando dell'assenza dei genitori, ha preso la macchina ed ha fatto un giro con alcuni suoi coetanei. In una curva abbordata troppo stretta ha strisciato la fiancata dell' automobile. All'inizio sembrava non essere troppo preoccupato, almeno così hanno raccontato i compagni che ha riaccompagnato però subito nelle loro abitazioni. Poi, rientrato a casa, ha impugnato la pistola, si è chiuso nella sua camera e si è sparato un colpo.
I genitori sono rientrati a casa dopo essere stati a cena in un ristorante e hanno trovato il ragazzo morto con un colpo di pistola in bocca. Il diciassettenne aveva abbandonato gli studi e faceva l'apprendista meccanico. I danni nell'auto, una Golf, ammonterebbero a poche centinaia di euro. Le indagini sono condotte dalla polizia. Sarà il medico legale a stabilire l'ora della morte.
"Il suicidio è avvenuto in un'età di grande fragilità emozionale quale l'adolescenza. E per il ragazzo tutto è apparso più complicato. Di fondo c'è una grande voglia di trasgredire, come prendere l'auto del padre, dall'altra la difficoltà a gestire l'eventuale punizione per il danno provocato". Santa Raspanti, psichiatra, originaria di Nicosia commenta così la morte del ragazzo.
"Il tutto si inserisce in un contesto sociale nel quale la morte attraverso la Tv e i giornali è molto teatralizzata - aggiunge - A volte in questa età chi pensa al suicidio lo fa da spettatore di una scena che potrebbe in qualche modo essere rielaborata e cambiata. Uno gesto che può diventare un mezzo per farsi perdonare e comprendere dall'adulto".
17/12/2006
NICOSIA (ENNA) - Un ragazzo di 17 anni si è suicidato sparandosi un colpo di pistola alla testa dopo aver danneggiato l'auto del padre. È accaduto a Nicosia, nell'Ennese. L'arma era del padre della vittima che fa la guardia penitenziaria. Il giovane era sconvolto per avere strisciato in un incidente l'automobile. Roba da ragazzi ma che aggiunto a una storia d'amore finita male, come raccontano gli amici, secondo gli inquirenti potrebbe avere contribuito a spingere il giovane ad ammazzarsi.
Il diciassettenne era uscito nel tardo pomeriggio da casa. Approfittando dell'assenza dei genitori, ha preso la macchina ed ha fatto un giro con alcuni suoi coetanei. In una curva abbordata troppo stretta ha strisciato la fiancata dell' automobile. All'inizio sembrava non essere troppo preoccupato, almeno così hanno raccontato i compagni che ha riaccompagnato però subito nelle loro abitazioni. Poi, rientrato a casa, ha impugnato la pistola, si è chiuso nella sua camera e si è sparato un colpo.
I genitori sono rientrati a casa dopo essere stati a cena in un ristorante e hanno trovato il ragazzo morto con un colpo di pistola in bocca. Il diciassettenne aveva abbandonato gli studi e faceva l'apprendista meccanico. I danni nell'auto, una Golf, ammonterebbero a poche centinaia di euro. Le indagini sono condotte dalla polizia. Sarà il medico legale a stabilire l'ora della morte.
"Il suicidio è avvenuto in un'età di grande fragilità emozionale quale l'adolescenza. E per il ragazzo tutto è apparso più complicato. Di fondo c'è una grande voglia di trasgredire, come prendere l'auto del padre, dall'altra la difficoltà a gestire l'eventuale punizione per il danno provocato". Santa Raspanti, psichiatra, originaria di Nicosia commenta così la morte del ragazzo.
"Il tutto si inserisce in un contesto sociale nel quale la morte attraverso la Tv e i giornali è molto teatralizzata - aggiunge - A volte in questa età chi pensa al suicidio lo fa da spettatore di una scena che potrebbe in qualche modo essere rielaborata e cambiata. Uno gesto che può diventare un mezzo per farsi perdonare e comprendere dall'adulto".
17/12/2006