L'anno
scolastico 2006-2007 ormai è avviato da oltre tre mesi e si è in attesa di
conoscere le decisioni che saranno adottate per rivedere il dimensionamento
delle scuole. L'argomento è stato affrontato l' ottobre scorso in un incontro
tra l'assessore Leanza, il direttore del dipartimento P.I. Patrizia Monterosso,
i dirigenti degli uffici scolastici provinciali, il rappresentante dell'Anci ed
i segretari delle organizzazioni sindacali della scuola. Non sono state
adottate, però, decisioni in quanto la questione è stata esaminata solo in fase
interlocutoria. «Stiamo aspettando - rileva il segretario provinciale dello
Snals Giovanni Tempera - che l'ufficio scolastico provinciale di Catania
completi il lavoro di monitoraggio delle istituzioni scolastiche presenti nella
provincia (ci risulta che il lavoro è ben avviato e seguito con attenzione dal
dott. Zanoli). Come è noto, per conservare l'autonomia gli organici delle
istituzioni scolastiche dovranno avere almeno 500 alunni e non superare i
novecento. Nella nostra provincia vi sono istituti che non raggiungono le 500
unità, mentre altri superano di gran lunga i 900, per cui da tempo viene chiesto
lo sdoppiamento. Ci riferiamo in particolare ad alcuni istituti tecnici, licei
scientifici e a diversi istituti comprensivi. Inoltre, vi sono centri, con una
popolazione di circa 12000 abitanti con ben tre istituti comprensivi, per cui
durante la prescrizione si registra la cosiddetta «caccia» all'alunno. In questi
casi, l'accorpamento sarebbe indipensabile per avere almeno il limite minimo dei
500 alunni.
Al contrario vi sono scuole che, come si è detto, superano i mille alunni per
cui ad inizio di ogni anno scolastico i dirigenti di istituti superiori sono
costretti a chiedere succursali con le tante lamentele da parte dei genitori
degli alunni che vorrebbero una sede scolastica meno affollata, vicina al luogo
di residenza.
Non fa una grinza il discorso del segretario provinciale dalla flc Cgil prof.
Franco Tomasello che a suo avviso «un vero dimensionamento della rete scolastica
deve coniugare l'autonomia didattica con i bisogni provenienti dal territorio.
Non si capisce perchè - rileva Tomasello - vengono tenuti in vita strutture
scolastiche sovradimensionate con migliaia di alunni, in edifici che spesso e
volentieri sono privi da ogni norma di sicurezza. Occorre fare scelte precise
privilegiando quelle istituzioni scolastiche che garantiscono scuole aperte
dalla mattina alla sera in modo particolare ubicate in aree a rischio
educativo».
Anche per il prof. Tempera «la questione dimensionamento non può essere gestita
in termini aritmetici, ma è necessario avere come riferimento i bisogni del
territorio, per cui occorre preparare una proposta complessiva che non penalizzi
le reltà locali, eliminando gli istituti scolastici megagalattici e prevedendo
istituzioni scolastiche facilmente gestibili». Da parte sua, come ha confermato
il direttore dell'ufficio scolastico regionale, dott. Guido Di Stefano,
l'obiettivo dell'assessore alla Pubblica Istruzione Lino Leanza è quello di
istituire entro l'anno dei «tavoli tecnici», presieduti dal medesimo assessore.
L'obiettivo di Leanza è quello di valutare le istituzioni scolastiche, cercando
di non stravolgere gli organici delle scuole. Si esamineranno tutti i casi
provincia per provincia per rendere la scuola fruibile all'interno del
territorio. Dovrebbero conservare l'autonomia, anche se sottodimenzionate, le
scuole ubicate in zone a rischio, cioè dove si verificano alti tassi di
dispersione scolastica, alunni assorbiti dal lavoro nero e tutte quelle forme di
devianze per cui la scuola rappresenta l'unico ente di formazione e quindi di
recupero. Certo potrebbero sussistere casi di sovradimensionamenti o istituti
sottodimensionati, che magari si trovano in zone tranquille e con altre scuole
dello stesso tipo, poco distinti l'una dall'altra. In questi casi lo
sdoppiamento o l'accorpamento si rende pressocchè indispensabile. L'unico
problema sarebbe quello degli organici, cioè la perdita della sede per il
dirigente scolastico e per il direttore amministrativo, ma una soluzione dovrà
essere presa per evitare che i medesimi problemi si trascinino da un anno
scolastico e l'altro.
MARIO CASTRO