Il bullismo sarà reato: la legge prima di Natale
IL CAIRO - Oscuramento dei siti «scorretti», sbarramento agli accessi per i minori o divieti 'tour court': sono diversi i possibili interventi per dare un giro di vite a Internet e impedire che il Web veicoli contenuti e immagini che propongono violenza o istigano i ragazzi a compierla.
È tornato a parlarne, anche in occasione del suo viaggio in Egitto, il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, che è deciso a portare avanti con determinazione la battaglia contro il bullismo.
Se sulle misure da adottare il dibattito è ancora tutto aperto, sul primo passa da compiere Fioroni non ha dubbi: «Ineludibile passaggio - spiega - è la documentazione degli effetti che le immagini di violenza hanno sui ragazzi. Bisogna informare i decisori». Per questo, nel penultimo consiglio dei ministri prenatalizio, Fioroni spera di poter portare una relazione che sintetizzi le conclusioni cui sono arrivate numerose equipe di neuropsichiatri, pediatri, pedagogisti. «Una informativa, supportata da evidenze scientifiche - osserva Fioroni - sul rapporto che esiste tra esposizione alla violenza e effetti sullo sviluppo psicofisico dei giovani».
Dopo questa tappa un lavoro comune tra ministeri dell'Istruzione, delle Comunicazioni e della Giustizia (il ministro Mastella prevede la configurazione del reato di ”atti persecutori” con una pena fino a 4 anni, per combattere gli episodi più gravi di bullismo) definirà le misure da adottare. «La questione può essere affrontata - dice ancora il ministro - da diversi punti di vista: prevedendo una diversa responsabilità dei gestori della rete, introducendo meccanismi per gli accessi in modo da differenziarli (attraverso obbligo di carta di credito, digitalizzazione dei dati, ecc) o anche combinando le due cose».
E non è vero, come sostengono alcuni, che è tecnicamente difficile selezionare ciò che finisce in rete. «Se la Cina riesce a filtrare il dissenso, volete che non si riesca a monitorare ciò che costituisce una insidia per una fascia di utenza che rappresenta una percentuale minima rispetto al totale dei fruitori della rete?».
Occhio a Internet, ma anche ai videogiochi. «Se c'è una commissione che visiona i film per stabilire se vietarli o no ai minori, perchè non si può pensare a qualcosa di simile per i videogiochi?» E la tv non è esente da colpe. «Il pannicello caldo rappresentato dal bollino non basta più», osserva Fioroni, che insiste sull'opportunità di una Auditel di qualità.
E se perfino il Giappone («che sui videogiochi ha la libera docenza») all'ultimo G8 ha messo l'accento sulle conseguenze negative di una sovraesposizione a questi tecno-giocattoli, forse è il caso di rimboccarsi le maniche. Tutti, sindacati compresi, perchè quella contro il bullismo - n e è convinto Fioroni - non è una battaglia che possono vincere eroi solitari.
IL CAIRO - Oscuramento dei siti «scorretti», sbarramento agli accessi per i minori o divieti 'tour court': sono diversi i possibili interventi per dare un giro di vite a Internet e impedire che il Web veicoli contenuti e immagini che propongono violenza o istigano i ragazzi a compierla.
È tornato a parlarne, anche in occasione del suo viaggio in Egitto, il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, che è deciso a portare avanti con determinazione la battaglia contro il bullismo.
Se sulle misure da adottare il dibattito è ancora tutto aperto, sul primo passa da compiere Fioroni non ha dubbi: «Ineludibile passaggio - spiega - è la documentazione degli effetti che le immagini di violenza hanno sui ragazzi. Bisogna informare i decisori». Per questo, nel penultimo consiglio dei ministri prenatalizio, Fioroni spera di poter portare una relazione che sintetizzi le conclusioni cui sono arrivate numerose equipe di neuropsichiatri, pediatri, pedagogisti. «Una informativa, supportata da evidenze scientifiche - osserva Fioroni - sul rapporto che esiste tra esposizione alla violenza e effetti sullo sviluppo psicofisico dei giovani».
Dopo questa tappa un lavoro comune tra ministeri dell'Istruzione, delle Comunicazioni e della Giustizia (il ministro Mastella prevede la configurazione del reato di ”atti persecutori” con una pena fino a 4 anni, per combattere gli episodi più gravi di bullismo) definirà le misure da adottare. «La questione può essere affrontata - dice ancora il ministro - da diversi punti di vista: prevedendo una diversa responsabilità dei gestori della rete, introducendo meccanismi per gli accessi in modo da differenziarli (attraverso obbligo di carta di credito, digitalizzazione dei dati, ecc) o anche combinando le due cose».
E non è vero, come sostengono alcuni, che è tecnicamente difficile selezionare ciò che finisce in rete. «Se la Cina riesce a filtrare il dissenso, volete che non si riesca a monitorare ciò che costituisce una insidia per una fascia di utenza che rappresenta una percentuale minima rispetto al totale dei fruitori della rete?».
Occhio a Internet, ma anche ai videogiochi. «Se c'è una commissione che visiona i film per stabilire se vietarli o no ai minori, perchè non si può pensare a qualcosa di simile per i videogiochi?» E la tv non è esente da colpe. «Il pannicello caldo rappresentato dal bollino non basta più», osserva Fioroni, che insiste sull'opportunità di una Auditel di qualità.
E se perfino il Giappone («che sui videogiochi ha la libera docenza») all'ultimo G8 ha messo l'accento sulle conseguenze negative di una sovraesposizione a questi tecno-giocattoli, forse è il caso di rimboccarsi le maniche. Tutti, sindacati compresi, perchè quella contro il bullismo - n e è convinto Fioroni - non è una battaglia che possono vincere eroi solitari.