Alcune frasi di un documento prodotto dall’Adi, l’Associazione docenti italiani, sono secondo noi poco condivisibili. L’analisi dell’Adi sull’“implosione della professione docente” e sulla “precarizzazione e proletarizzazione della docenza”, offre importanti spunti di riflessione e sarebbe stupido non coglierli. Ma addossare sui precari della scuola, che sono vittima di una sfruttamento sociale senza uguali, perpetrato peraltro dallo Stato, è ingiusto e diffamatorio oltre che mortificante. Affermare che i precari “non hanno ideali”, che “non si spendono”, che la loro autonomia è un “kit di sopravvivenza”, che “hanno una scarsa opinione del proprio lavoro”, che “non riescono a percepire l'insegnamento in termini di fedeltà a dei principi e a dei valori”, che “sono portati ad autodifendersi, assumendo atteggiamenti utilitaristici che evitino che i costi del mestiere superino i benefici” è frutto di una distorsione...
Eccovi il link