I collegi dei docenti nell’elaborazione dei progetti hanno inserito la conoscenza del patrimonio artistico e culturale della Sicilia. Fra l’altro, c’è da dire che durante un recente incontro tenutosi a Palermo è stata esaminata una ricerca in merito da parte dell’istituto di ricerca educativa ed è emerso che sono molti gli alunni che frequentano le istituzioni scolastiche siciliane a chiedere l’approfondimento delle tradizioni popolari e la storia della Sicilia. A tal proposito durante la stesura del Pof, i «parlamentini scolastici catanesi» nell’elaborazione dei progetti che seguiranno gli alunni nel corso dell’anno 2006-2007 hanno scelto anche il territorio. Ha detto bene l’assessore regionale alla Pubblica istruzione Lino Leanza che ormai «è vivo nelle scuole il desiderio di conoscenza del patrimonio culturale della Sicilia». Ovviamente, per raggiungere questo obiettivo è necessario lavorare sul rapporto Stato- Regione- Enti locali. In verità, Leanza in più occasioni ha tenuto a sottolineare con efficacia che la collaborazione è importante per il rilancio della scuola dell’autonomia e per risolvere il problema, considerato allo stato attuale urgente, che è quello dell’edilizia scolastica, tant’è che Leanza nel corso di una riunione tenutasi a Catania, ha sollecitato i sindaci a far pervenire le richieste del fabbisogno dell’edilizia scolastica; nel contempo ha raccomandato ai dirigenti scolastici di «alzare il livello dell’offerta formativa e realizzare una forte interazione tra pubblica istruzione e beni culturali». A tal proposito è opportuno che i consigli di istituto programmino più viaggi in Sicilia. Infatti, non ha senso insistere nei viaggi culturali nel Nord Italia, quando i nostri giovani studenti non sanno nulla o quasi del patrimonio culturale siciliano. Catania per esempio è culla del verismo, come Acireale del barocco, Aci S. Antonio, rinomata nel mondo per l’artistico carretto siciliano, Acitrezza per «I Malavoglia» e per la costruzione dei pescherecci d’alto mare, Acicastello per il vecchio maniero normanno. Gli studenti hanno molto da vedere e tanto materiale per le loro ricerche. La Regione suggerisce appunto di utilizzare i fondi che vengano destinate alle scuole per concretizzare i progetti sull’analisi del territorio. Insomma, la scuola catanese è ormai avviata verso nuovi orizzonti culturali affinché gli studenti, come diceva la dottoressa Monterosso sappiano «leggere il territorio». Anche il presidente dell’associazione dirigenti scolastici di Catania Nino Prastani si esprime favorevolmente in merito alla proposta dell’assessore. MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)