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INVALSI: I CSA, oggi USP, vanno aboliti in quanto enti non solo inutili ma dannosi e incompatibili con l'autonomia scolastica e con il decentramento

Opinioni

Quando questo contributo uscirà sulla rivista spero che la partita degli Uff ici Scolastici Provinciali sia già conclusa e questa infelice decisione ministeriale sia già entrata nell’archivio delle politiche solo abbozzate e poi dimenticate. Personalmente sono tra coloro che ritengono che un’azione da intraprendere immediatamente sia l’abolizione dei Centri Servizi Amministrativi con il trasferimento delle loro funzioni a strutture flessibili e collegate alle singole incombenze (accordi di rete, progetti, nomine, ecc.) e la ridefinizione dei compiti degli Uffici Scolastici Regionali troppo legati a dinamiche interne e non di supporto. Per cui la trasformazione dei CSA in USP mi sembra un ritorno indietro, che però rientra nella logica di questo Ministro che cambia le leggi attraverso Note, Circolari, Direttive, Accordi sindacali: cioè con strumenti propri della scuola degli adempimenti e non di quella della governance.
Quello che mi pare interessante è comunque analizzare in che modo il sistema verrà o sarebbe stato (speriamo) toccato dalle nuove funzioni degli Uffici Scolastici Provinciali. Personalmente, infatti, ritengo che il Ministro non abbia valutato preliminarmente quale impatto avrebbe avuto la sua Direttiva sugli uffici delle
scuole autonome. Una valutazione di sistema avrebbe messo in evidenza alcuni punti deboli della Direttiva. Provocatoriamente si potrebbe suggerire alle scuole autonome questa risposta alle richieste degli USP: “mandate pure qui i vostri impiegati, noi daremo loro accesso alla nostra documentazione”. Quello che la
Direttiva non dice, infatti, è quel- lo che le scuole devono fare per permettere agli Uffici Scolastici Provinciali di esistere. Il discorso vale anche per gli attuali CSA, che reggono la loro burocrazia sul lavoro delle scuole senza restituire mai nulla.
Le reazioni alla Direttiva sono state nel complesso tiepide con alcuni dubbi di parte sindacale (Cgil), alcune prese di posizioni legate alla limitazione dell’autonomia dirigenziale (Anp, Snadis), un complessivo disinteresse del mondo della scuola “militante”.

ELEMENTI FORMALI

Ci sono alla base del provvedimento alcuni elementi di tipo formale che rientrano nella logica della scuola degli adempimenti, dove ad ogni formalismo corrispondono contenuti non in rapporto con l’oggetto del formalismo, ma con il soggetto. Anche in questo caso semplici spostamenti linguistici prefigurano interventi sul sistema scuola destinati a condizionarlo.
1. Il nome. Parificando nella dizione gli Uffici Scolastici Provinciali a quelli Regionali il Ministro di fatto alza il rango dell’Ufficio Provinciale e diminuisce il rango di quello Regionale. L’USP non è più un Centro decentrato di Servizi Amministrativi ministeriali, ma diventa un Ufficio con sue proprie caratteristiche.
2. Le competenze. Attribuendo competenze agli USP gli si dovrà attribuire anche personale. Il sistema dei distacchi avrà un nuovo impulso, permettendo se non una carriera almeno una differenziazione di ruolo per quei Dirigenti o Docenti di buon impegno stanchi di stare a scuola. Poiché le competenze sono burocratiche ci sarà bisogno di strutture nuove, anche se non è chiaro con quali risorse.
3. La gestione dei dati. Poiché una gestione così vasta di dati porterà a richiedere nuova tecnologia, una parte cospicua di finanziamenti ministeriali potranno essere dirottati verso gli USP e non verso le scuole.
4. Il titolo. Il titolo della Diret- tiva del 7 settembre 2006 (Prot. n. 7551/FR) è molto significativo per comprendere lo stile nomina- lista che diventa immediatamente operativo: ”Ruolo e compiti de - gli Uffici Scolastici Provinciali” . Non si tratta soltanto del cambio di nome dei Csa, ma anche di un vero e proprio nuovo ufficio buro - cratico che si “mangia” il vecchio.

Come si vede alcuni semplici spostamenti formali possono pro - durre un “indotto sostanziale” di non poco conto e non quantifi- cato preliminarmente. Sarà inte - ressante monitorare:
• lo spostamento dell’attenzio - ne delle scuole dagli USR agli USP;
• la nuova pianta organica degli USP;
• i trasferimenti economici che si fermeranno per sempre negli USP.

Inoltre tutta l’operazione do - vrebbe essere realizzata a costo zero e ciò è una contraddizione in termini, perché ad ogni aumento di attribuzioni va deliberato un aumento di risorse a disposizione, mentre il “costo zero” prefigura
tagli settoriali per bilanciare le nuove spese.

ELEMENTI SOSTANZIALI.

Per comprendere che impatto avranno le nuove funzioni sulle scuole è necessario valutare la Di- rettiva nel suo dettaglio. Punto per punto vediamo cosa i nuovi Uffici Scolastici Provinciali porteranno alle scuole in termini di vantaggi e svantaggi.
Iniziative di ricognizione, monitoraggio e raccolta di dati in ordine allo stato di attuazione delle disposizioni in materia di sicurezza e messa a norma de - gli edifici scolastici, ai sensi del D.Lgs. n. 626, del 19 settembre
1994, e del comma 21 dell’art.
80 della Legge n. 289, del 27
dicembre 2002.

• Lavoro da svolgere: gli edi- fici sono di proprietà comunale o provinciale e dunque i progetti di messa a norma stanno nel Piano triennale delle Opere Pubbliche dei Comuni o delle Provincie in attesa di finanziamento. Le segre- terie dovranno dunque mettere a disposizione degli USP dati non sempre in proprio possesso, che richiedono un’interlocuzione con gli Uffici Tecnici anche in città complesse come Roma e Milano o di Comuni molto piccoli che potrebbero non aver neppure in- serito l’opera nel Piano triennale delle Opere Pubbliche.
• Benefici per la scuola: nes - suno in quanto tutta la materia esula dalle competenze delle scuole autonome e tocca le ca- pacità di bilancio e progettuali dei Comuni e delle Province. Inoltre il monitoraggio è già stato realizzato dai singoli proprietari che devono sapere gli interventi da compiere.
• Difficoltà ad ottemperare alle richieste di monitoraggio: da alte ad altissime.
Iniziative di ricognizione e monitorag gio dell’at tua zione della Legge n. 23, in data 11 gen - naio 1996, recante disposizioni in materia di edilizia scolastica.

• Lavoro da svolgere: non è
chiaro cosa dovranno fare le se - greterie, ma mi pare non chiaro anche cosa dovranno fare gli USP. La Legge 23/1996 impone obbli- ghi ai Comuni, alcuni dei quali sono ribaditi nel D.Lgs 112/1998. Se poi si parla di edilizia scolastica potrebbe venirne fuori solo una serie di libri dei sogni con l’elenco delle scuole nuove da costruire.
• Benef ici per la scuola : nessuno in quanto tutta la mate - ria esula dalle competenze delle scuole autonome e tocca le capa- cità di bilancio e progettuali dei Comuni e delle Province. Se poi si va a toccare il problema delle inadempienze dei Comuni allora questo potrà solo alimentare il contenzioso e lo scontento.
• Difficoltà ad ottemperare alle richieste di monitoraggio: altissime.
Attività finalizzate alla rico - gnizione, monitoraggio e verifi- ca, anche attraverso le funzioni attivate dal Sistema informativo, dei progetti realizzati dalle Isti- tuzioni Scolastiche nell’ambito della programmazione dei fondi strutturali europei.

• Lavoro da svolgere: tutti coloro che lavorano in segre - teria conoscono le difficoltà di interagire col sistema informativo ministeriale. La raccolta di dati sui progetti finanziati con fondi strut- turali europei realizzata a livello provinciale ricalcherà altre già fornite dalle scuole e potrebbe
trovare posto nel monitoraggio Invalsi sull’organizzazione delle singole scuole.
• Benefici per la scuola: nes- sun beneficio possibile in quanto le scuole debbono progettare da
sole ed inserirsi da sole nei pro - getti europei; non pare plausibile che dagli USP venga alcun aiuto in tal senso. Forse solo qualche romanzina per dati non ancora pervenuti.

• Difficoltà ad ottemperare
alle richieste di monitoraggio: basse, piuttosto potrebbe essere alto il carico di lavoro se il moni- toraggio fosse effettuato attraverso questionari complessi.

Raccordo e interazioni con
i Comuni, volti a promuovere azioni di ricognizione, monito - raggio e verifica dell’osservanza dell’obbligo scolastico, con par-
ticolare riferimento ai minori stranieri presenti sul territorio nazionale, in attuazione dell’art.
47 del D.Lgs. n. 286, in data 25
luglio 1998.

• Lavoro da svolgere: in que - sto caso pare che le scuole non abbiano parte in questo compito degli USP; resta piuttosto vago a che titolo i Comuni si metteran- no a disposizione degli USP per fornire i dati.
• Benefici per la scuola: se
i dati raccolti fossero restituiti in tempo reale ci sarebbero benefi- ci soprattutto nell’individuazione degli obbligati. Resto scet tico sulla possibilità che i dati che i Comuni trasmettono con difficoltà divengano più agibili se Comuni e USP lavorano insieme.

• Difficoltà ad ottemperare alle richieste di monitoraggio: nessuna.

Raccordo e interlocuzioni con le Autonomie locali e con le Aziende Sanitarie Locali, al fine di individuare le condizioni che consentano una migliore in - tegrazione scolastica degli alunni diversamente abili, in funzione dell’attuazione del D.P.C.M. n.
185, del 23 febbraio 2006.

• Lavoro da svolgere: pare non ci sia un maggior carico per le scuole.
• Benefici per la scuola: i Comuni sono in grave difficoltà economica e le scuole e le fami- glie tendono ad aumentare le ri- chieste; complicato è anche il funzionamento dei presidi sanitari in
rapporto agli alunni diversamente abili. Sorge il dubbio che questo rapporto tra USP, Autonomie lo - cali e Asl tagli fuori le scuole e le consideri parte debole nel pro - cesso di integrazione dei diversa- mente abili. Non pare poi corretto un’interlocuzione tra USP e altri Enti, quando gli alunni sono gesti- ti dalle singole scuole autonome.

• Difficoltà ad ottemperare alle richieste di monitoraggio: nessuna.

Assistenza, consulenza, infor- mazione, formazione e monito - raggio finalizzati allo sviluppo delle condizioni per la piena realizzazione dell’autonomia di- dattica, organizzativa e di ricerca delle Istituzioni Scolastiche, an - che attraverso la costituzione di reti di scuole.

• Lavoro da svolgere: credo che le scuole dovranno lavorare molto per difendersi dall’azione degli USP. Un esempio lo ab - biamo nel caso delle nomine dei docenti non di ruolo: i Csa costituiscono Reti e Poli di scuole senza atti formali, senza attribu- zioni di compiti condivisi, senza condivisione di risorse. Questo è destinato a peggiorare se gli USP diventano invasivi della vita delle scuole con compiti che vanno a limitare l’autonomia delle scuole, perché individuano i bisogni su
base provinciale.

• Benef ici per la scuola : possono esserci benefici se il personale degli USP è qualificato e fornisce un’offerta di servizio; possono essere nulli se gli USP utilizzano per compiti delicati e di supporto l’attuale personale di stanza nei Csa, che – tra i molti difetti – ha quello di comunicare con schemi burocratici e rigidi e con nessuno spirito di servizio. Qualora si prendesse alla lettera la Direttiva su questo punto si assisterebbe ad un’erosione di

diritto dell’autonomia scolastica
per via amministrativa, perché gli USP potrebbero costituire Reti, compito che il DPR 275/99 assegna alle scuole. In questo modo si creerebbe una sorta di confitto di attribuzioni, perché gli USP potrebbero - tramite la costituzioni di reti - incidere su- gli obiettivi del servizio, senza tenere conto delle reali esigenze delle scuole. Una sorta di aut-aut:
“O aderisci alla rete o non puoi fruire dei servizi” di fatto scardi- nerebbe l’autonomia scolastica e trasformerebbe molte attività in adempimenti atti a garantire la vita degli USP.
• Difficoltà ad ottemperare alle richieste di monitoraggio: altissime.

Promozione e incentivazione della partecipazione studente - sca e creazione di occasioni di confronto e aggregazioni tra le Consulte presenti nelle Istituzio - ni Scolastiche.
• Lavoro da svolgere : le scuole del 2° ciclo si potranno
trovare sommerse da proposte che avranno un’interazione diretta con le attività didattiche. E’ chiaro che la partecipazione studentesca stimolata a livello provinciale avrà una forte consistenza di tipo as- sembleare e pubblico e gli spazi organizzativi saranno comunque molto consistenti.
• Benefici per la scuola: cre - do molto pochi, anche perché nel- le Scuole secondarie di 2° grado forte è la richiesta di più giorni effettivi di scuola e non di attività partecipative per studenti.
• Difficoltà ad ottemperare alle richieste di monitoraggio: alte.
Ricognizione, per ogni op - portuna a zione di supporto, dell’offerta formativa realizzata dalle Istituzioni Scolastiche, con riferimento sia alle attività cur- riculari ed extra curriculari, che

ai risultati raggiunti in relazione
agli obiettivi preventivati.

• Lavoro da svolgere : il mare di carta da compilare per le scuole determinerà un costante braccio di ferro tra USP e scuole per il rispetto delle scadenze. Se fatto bene quel lavoro di monito - raggio richiederà interventi massic- ci di assistenti amministrativi per l’analisi e controllo delle carte. La trasmissione dei dati poi prenderà molto tempo e richiederà impe - gno di docenti e assistenti ammi- nistrativi per la documentazione.
• Benefici per la scuola: nes- suno in quanto l’unica ricognizio - ne utile alle scuole sarebbe quella premiante in termini di risorse e danaro, non alla portata degli USP.
• Difficoltà ad ottempera- re alle richieste di monitoraggio: altissime.
Ricognizione e monitoraggio dello stato di assegnazione e di utilizzazione dei finanziamenti attribuiti alle Istituzioni Scola- stiche autonome.
• Lavoro da svolgere: L’in- vasività dell’intervento degli USP nell’attività ordinaria delle scuole sarà molto alta. L’assegnazione dei finanziamenti viene rallentata so - prattutto dal passaggio dei soldi dal Ministero alle scuole tramite USR e USP. Personalmente riten- go che i soldi dal Ministero del Tesoro dovrebbero arrivare di- rettamente alle scuole tagliando fuori MPI, USR e USP. Ritengo dunque dannoso questo monito - raggio che prenderà molto tempo e che restituirà agli USP dati che già hanno.
• Benef ici per la scuola : nessuno, visto che al massimo gli USP chiederanno la restituzione dei soldi non spesi, ma non ne daranno altri.
• Difficoltà ad ottemperare alle richieste di monitoraggio: altissime.
 






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Postato il Giovedì, 26 ottobre 2006 ore 23:34:17 CEST di Salvatore Indelicato
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