Ancora una volta il potere di veto di Cgil-Cisl-Uil ha vinto. I sindacati
governativi fin dal 1999 hanno sequestrato il diritto di assemblea a docenti ed
Ata, che avrebbero annualmente dieci ore a disposizione per riunirsi,
trasformandolo in diritto esclusivo dei sindacati “rappresentativi”. Dopodiché,
Cgil-Cisl-Uil hanno costruito un meccanismo truffaldino per misurare tale
rappresentatività. Essa, infatti, non si valuta, come sarebbe ovvio, attraverso
elezioni su liste nazionali sulle quali ogni lavoratore/trice possa votare il
sindacato che preferisce, ma attraverso la sommatoria di voti delle singole RSU.
Così, se un sindacato non trova un candidato disponibile a far parte per tre
anni della rappresentanza sindacale di una scuola, docenti ed Ata di quell’istituto
non possono votare per tale sindacato. Sarebbe come se, nelle elezioni
politiche, gli abitanti di un caseggiato non potessero votare per un partito se
esso non ha nelle liste un inquilino di quel palazzo. E per completare l’opera,
sottraendo ai sindacati alternativi il diritto di fare assemblee nelle scuole,
Cgil-Cisl-Uil impediscono di trovare i candidati/e e di fare campagna
elettorale.
Abbiamo ripetutamente chiesto che nelle scuole si voti con due schede, una per
la RSU di istituto e una per la rappresentanza nazionale, senza ottenere alcuna
risposta. Ma nonostante il meccanismo truffaldino (che oltretutto impedisce ai
precari di avere qualsiasi rappresentanza) abbiamo deciso di partecipare
comunque alle elezioni, chiedendo però a Fioroni almeno il ripristino del
diritto di parola. Ma la disponibilità iniziale del ministro è stata
pesantemente annullata dall’intervento dei sindacati governativi, e neanche il
coraggioso sacrificio per 14 giorni dei nostri militanti in sciopero della fame
ha cambiato la situazione.
Tenendo conto che oramai il meccanismo-truffa delle elezioni è partito, abbiamo
deciso di chiedere ai nostri compagni, a cui va la nostra più profonda
gratitudine, di sospendere lo sciopero della fame, per riaverli tra noi in piena
forza per combattere comunque questa impari battaglia elettorale, seppur con le
mani legate e la bocca tappata. Ma, terminata la fase elettorale, riprenderemo
con ancor più energia la lotta per la restituzione del diritto di parola a
tutti/e.
Di certo questi 14 giorni peseranno d’ora in poi come un macigno nei confronti
di quelle forze politiche, sindacali e associative che in questi anni si sono
riempite la bocca di “altri mondi possibili” e di democrazia. Oramai lo scandalo
del monopolio di Cgil-Cisl-Uil sui diritti democratici e sindacali nei luoghi di
lavoro non è più occultabile. Nessuno, neanche quei partiti di governo che non
hanno aperto bocca in questi giorni, potrà più dire di non sapere o fare il
Ponzio Pilato: o si sta con la democrazia per tutti/e o si è complici del
sopruso e del sequestro monopolistico dei diritti democratici da parte dei
sindacati governativi.
Mozione approvata all'unanimità dall'Assemblea Nazionale Cobas del 15 ottobre
2006