Le casse della scuola italiana sono
vuote e per il momento la finanziaria non prevede investimenti. Questo, se
confermato, potrebbe comportare la chiusura di 2000 istituti, vale a dire di un
terzo del totale delle scuole del nostro paese.
La colpa - riferisce il settimanale - è da ricercare nei "tremila miliardi delle
vecchie lire che il ministro Letizia Moratti ha impegnato per l'avvio dello
scorso anno scolastico senza copertura di spesa".
Un buco che, racconta sempre il settimanale, ha fatto arrabbiare il ministro
dell'Economia, Giulio Tremonti, impegnato dal canto suo a far quadrare i conti
pubblici e chiudere il Dpef.
"Il Tesoro ha stretto i cordoni della borsa – prosegue l’Espresso - e, nella
prossima finanziaria, per adesso, non è previsto un euro per l'avvio dell'anno
scolastico".
Si tratta di una decisione che, se confermata, potrebbe avere conseguenze molto
pesanti.
Prima di tutto senza investimenti non potrebbero passare di ruolo e essere
assunti i 30 mila docenti in graduatoria. E si ricorrerebbe alle supplenze per
coprire le cattedre.
Tre le proposte che il ministro Moratti avrebbe pronte per fronteggiare la
situazione.
La prima consiste nel riportare in classe 18 mila insegnanti destinati ad altro
incarico. Questo permetterebbe di risparmiare 800 miliardi di vecchie lire.
La seconda misura sarebbe appunto quella che metterebbe a rischio l'apertura di
2003 scuole citate in un elenco elaborato dal servizio consulenza all'attività
programmatoria del Ministero nel quale sono indicati gli istituti che presentano
un rapporto tra alunni e docenti al di sotto del 9,5 per cento, vale a dire
della media nazionale.
La terza misura, infine, sarebbe la riforma dei cicli, al momento ferma in
commissione al senato.
L'Espresso mercoledì, 31 Luglio 2002