A cura del gruppo di ricerca Mipa* | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Tabella 1 - Punteggi di matematica per area geografica – scala complessiva – Italia 2003
La distribuzione delle risorse Il dato è particolarmente sorprendente perché il sistema
scolastico italiano è fortemente centralizzato, e in linea di
principio dovrebbe assicurare lo stesso standard formativo a tutti gli
studenti, indipendentemente dalla collocazione territoriale. A questo
concorre anche la definizione di standard omogenei per la composizione
delle classi, l’uniformità dei programmi, la distribuzione delle risorse
didattiche in misura pro-studente. Altri fattori contribuiscono, però, a
differenziare le risorse complessive di cui godono gli studenti: basta
pensare all’ambiente familiare, non solo in termini di risorse
economiche, ma anche culturali. Ma potremmo aggiungere la dotazione di
risorse culturali (biblioteche, musei) e il clima culturale di un
territorio, da taluni identificato nel capitale sociale dello stesso.
Questi aspetti sono scarsamente studiati in Italia, dove ci si scalda
molto sul contenuto dei programmi ministeriali, e si perde magari
d’occhio la distribuzione delle risorse materiali. Tavola 2 – Spesa complessiva per studente ai vari livelli scolastici – Italia
Ma l’obiettivo del gruppo di ricerca è stato più ambizioso. Sulla
scia di due precedenti indagini promosse dagli stessi enti lungo la
medesima linea di ricerca, questa volta ci si è prefisso il fine di
stimare la spesa complessiva con disaggregazione per ordine di
scuola a livello regionale. È stata esclusa l’università in quanto non
distribuita uniformemente sul territorio nazionale e anche perché non è
frequentata dalla maggioranza di ciascuna coorte di età. La procedura di
valutazione è stata messa a punto per un anno base di riferimento, il
2003. I ricercatori hanno riclassificato i bilanci dei ministeri
interessati, delle Regioni, delle province a statuto speciale e degli
enti locali. Hanno inoltre stimato la spesa delle famiglie a partire
dall’indagine sui consumi dell’Istat. Tavola 3 – Spesa complessiva (pubblica e privata) per studente per livello scolastico e per regione – Italia 2003 - euro
Questa impressione è confermata dai dati della tabella 4, che riportano una misura di dispersione fra Regioni per combinazioni di ente finanziatore e livello di istruzione. Da essa si nota come la variabilità della spesa in istruzione secondaria sia principalmente imputabile alla formazione professionale, gestita essenzialmente dalle province. La maggior variabilità della spesa per la scuola dell’infanzia è invece attribuibile ai contributi regionali. La spesa dell’amministrazione centrale presenta minori disparità, registrando la più bassa variabilità a tutti i livelli di scuola. Va infine ricordato che la riclassificazione dei bilanci ha permesso di aggregare le poste per tipologia di spesa (personale docente, funzionamento, investimento, trasferimenti alle famiglie), che a loro volta possono contribuire a differenziare la spesa in istruzione. Tavola 4 – Dispersione nei livelli di istruzione per ente finanziatore
Nota: I numeri riportati nella tabella sono coefficienti di variazione (rapporti tra scarto quadratico medio e media dei valori regionali dei livelli di spesa unitaria dei vari enti, ponderati per il numero degli studenti del livello di istruzione pertinente nelle diverse Regioni). Spesa e competenze Fin qui ci sarebbe poco da preoccuparsi se non sorgesse il sospetto che il livello di spesa possa essere correlato con i risultati scolastici. Dal momento che i test internazionali sulle competenze degli studenti svolti in Italia (Pirls, Pisa) presentano uno svantaggio sistematico per quelli delle Regioni centro-meridionali, che sono anche le situazioni in cui in media si spendono minori risorse complessive per la formazione, varrebbe quindi la pena di approfondire se, e in quale misura, esista una relazione causale tra spesa e risultato. A titolo esplorativo abbiamo messo in relazione i risultati dell’indagine Pisa con le diverse tipologie di spesa con cui sono stati riaggregati i dati (vedi tabella 5). Da essa si nota come le spese per funzionamento didattico siano fortemente associate alle competenze raggiunte dagli studenti. Tabella 5 – Correlazione tra competenze e voci di spesa – Italia 2003
Si tratta ovviamente di una analisi descrittiva, che richiederebbe ricerche più approfondite, che tengano conto della molteplicità dei fattori che contribuiscono a determinare le competenze possedute dagli studenti. Se tuttavia si confermasse una associazione tra competenze e risorse, occorrerebbe allora domandarsi se i meccanismi di finanziamento pubblico dell’istruzione, basati sul crescente decentramento, non possano provocare effetti indesiderati. * Hanno fatto parte del gruppo di ricerca del Mipa, sotto la direzione di Alberto Zuliani: Daniele Checchi (responsabile per il coordinamento scientifico), Margherita Burgarella (responsabile per il coordinamento tecnico), Pierluigi Bongiovanni (analista della spesa statale), Alessandro Pace (analista della spesa regionale), Pierpaolo Ferrante (analista della spesa locale), Luciano Cecconi (INValSI), Costanza Bettoni ed Emanuela Giusy Gaeta (esperti esterni).
(1) Pag. 7 di Oecd-Pisa 2005, Il livello di
competenza dei quindicenni italiani in matematica, lettura, scienze e
problem solving - Prima sintesi dei risultati di Pisa 2003,
reperibile nel sito
www.invalsi.it |
il consorzio MIPA
Il Consorzio per lo sviluppo delle metodologie e delle
innovazioni nelle pubbliche amministrazioni, Mipa, è stato costituito nel 1997
dall’Istituto nazionale di statistica, Istat, dal Centro di formazione e studi,
Formez, e dalle università di Cagliari, Roma Tre e Siena, a partire
dall’esperienza maturata nell’ambito del progetto finalizzato del Consiglio
nazionale delle ricerche sull’organizzazione e il funzionamento delle pubbliche
amministrazioni. Successivamente hanno aderito al Consorzio la Scuola superiore
di perfezionamento e studi S.Anna di Pisa e l’Università di Roma “La Sapienza”.