Sbloccare
questo importante serbatoio di conoscenze, talenti ed energie richiede un
cambiamento immediato, profondo e coordinato che vada dal modo in cui i sistemi
sono regolamentati e gestiti al modo di dirigere le università. Le idee della
Commissione sono esposte in una comunicazione adottata in data odierna che copre
tutte le attività delle università europee: le attività d’istruzione, quelle di
ricerca, nonché le loro potenzialità di motori dell’innovazione. Questo testo
risponde a una richiesta avanzata nella riunione informale del Consiglio europeo
di Hampton Court nell’ottobre 2005 affinché si identificassero settori
d’intervento in ambito universitario che potessero servire a portare avanti
l’agenda per la crescita e l’occupazione.
Ján Figel’, commissario responsabile per l’Istruzione e la formazione, ha
affermato: “Anche se essi formano annualmente milioni di persone, i sistemi
dell’istruzione superiore in Europa sono impastoiati da diversi ostacoli, molti
dei quali affondano le loro radici nei decenni passati. La comunicazione
adottata oggi vuole essere un contributo al dibattito sulla necessaria
modernizzazione delle università dell’UE.”
”Le università sono le dinamo che servono a generare conoscenza” ha detto Janez
Potočnik, commissario preposto a Scienza e ricerca. “Esse dovranno adattarsi
alle esigenze di un’economia basata sulle conoscenze come del resto devono farlo
altri settori delle società e dell’economia. Le idee che esponiamo oggi
dovrebbero contribuire a innescare un dibattito tra gli Stati membri e tra le
università stesse.”
La Commissione europea identifica 9 ambiti in cui si dovrebbero apportare
cambiamenti per far sì che le università dell’Europa contribuiscano alla
creazione di una reale economia delle conoscenze. Ciascuna istituzione dovrebbe
trovare il giusto equilibrio di istruzione, ricerca e innovazione che meglio si
addice al suo ruolo all’interno della sua regione o del suo paese. Ciò
comporterà necessariamente un approccio differenziato. L’obiettivo è di creare
una rete all’interno della quale le università possano diventare attori più
forti nella società e nell’economia globali basate sulle conoscenze.
L’obiettivo primario deve essere di raggiungere l’eccellenza nelle funzioni di
insegnamento e di ricerca delle università.
La proposta presentata oggi dalla Commissione comprende:
- Accrescere la proporzione di laureati che trascorrano almeno un semestre
all’estero o nel mondo dell’industria.
- Consentire agli studenti di avvalersi di prestiti e borse di studio nazionali
indipendentemente dal paese dell’UE in cui decidono di studiare o fare ricerca.
- Porre in linea le procedure per il riconoscimento delle qualifiche accademiche
con quelle che valgono per le qualifiche professionali e far sì che le lauree
rilasciate in Europa siano più agevolmente riconosciute fuori dall’Europa.
- Introdurre una formazione nel campo della proprietà intellettuale, del
management, della comunicazione, della costituzione di reti,
dell’imprenditorialità e del lavoro di gruppo contestualmente a una carriera nel
campo della ricerca.
- Reimpostare i corsi in modo da consentire una maggiore partecipazione nelle
fasi ulteriori del ciclo di vita, assicurando così le abilità necessarie alla
forza lavoro europea e assicurando inoltre che le università siano in grado di
adattarsi a una popolazione europea che invecchia.
- Ripensare i sistemi nazionali di tasse e aiuti agli studenti per far sì che i
migliori studenti possano partecipare all’istruzione superiore e intraprendere
carriere nel campo della ricerca indipendentemente dal loro contesto di
provenienza.
- Ripensare i sistemi di finanziamento delle università affinché questi siano
maggiormente orientati sui risultati e conferiscano maggiori responsabilità alle
università per quanto concerne la loro sostenibilità finanziaria di lungo
periodo, particolarmente nel campo della ricerca.
- Conferire alle università maggiore autonomia e responsabilità affinché esse
possano reagire celermente al cambiamento. In ciò dovrebbe rientrare una
revisione dei curricoli per adattarli a nuovi sviluppi, la creazione di legami
più stretti tra le varie discipline e una maggiore attenzione per grandi ambiti
di ricerca (ad esempio le energie rinnovabili, le nanotecnologie) piuttosto che
per singole discipline. Ciò potrebbe configurarsi anche quale maggiore autonomia
a livello delle singole istituzioni nella scelta del personale docente e di
ricerca.
La Commissione è pronta a sostenere la modernizzazione delle università dell’UE
mediante un processo di identificazione e condivisione di buone pratiche e
facendo leva sui suoi programmi per il finanziamento dell’istruzione, della
ricerca e dell’innovazione: il Programma per l’apprendimento permanente, il
Settimo programma quadro di ricerca e sviluppo, il Programma Competitività e
innovazione e i Fondi strutturali e di coesione.
Per ulteriori informazioni:
http://www.europa.eu.int/comm/education/policies/2010/lisbon_en.html