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Personale ATA: La FLC-CGIL tenta di smentire il comunicato dell'ASAS di Catania sulle assemblee di strada illegittime

Associazioni
Gent.ma avv. M. Gabriella Caruso, Catania E Gent.mi Dirigenti scolastici della Provincia di Catania Gent.mo Ministro dell’Istruzione Università e Ricerca, Roma Gent.mo Dirigente USR, Palermo Gent.mo Dirigente CSA di Catania E Agli Albi sindacali delle Istituzioni scolastiche della Provincia di Catania Ricevo una Sua comunicazione con la quale mi chiede, in nome e per conto del prof. Tomasello Francesco, segretario provinciale della FLC-CGIL di Catania, di smentire un comunicato diffuso dall’Associazione Scuole Autonome di Catania, di cui sono rappresentante, riguardante l’argomento più volte trattato delle assemblee di strada illegittime, propugnate dal Suo assistito. Restiamo sorpresi come ASAS CATANIA, che un legale debba intervenire in soccorso del prof. Tomasello Francesco, atteso che il segretario del sindacato può in qualsiasi momento  scrivere e diffondere comunicati, attraverso tutte le forme democratiche consentite, con i quali può esprimere il proprio parere e interpretazione su qualsiasi fatto e vicenda di natura sindacale e di politica scolastica. Analogamente a quanto può con reciprocità fare l’ASAS. Saranno poi gli iscritti al sindacato e l’opinione pubblica scolastica a formarsi la propria opinione e il libero convincimento, dal confronto dialettico di posizioni diverse e di visioni, senza per questo adire a diffide o minacce in sedi improprie per imporre visioni sovietiche a senso unico; questo è il succo della democrazia sindacale, secondo l’ASAS. Ma del resto il prof. Tomasello trovasi ampiamente invischiato in tali e tante vicende giudiziarie da ormai attuare una forma di modello di sindacalismo giudiziario estraneo alla nostra tradizione sindacale e agli interessi degli stessi suoi iscritti. E comunque da questo momento le preannunciamo che ci costituiremo, come ASAS Catania, parte civile laddove trattasi di difesa di scuole autonome, a cominciare dalla vicenda dell’IC di Valverde, laddove dovesse approdare al rinvio a giudizio. Ci sorprende poi il richiamo all’odiato Ministro, che non si capisce a quale scopo viene tirato dalla giacchetta quando è noto che il MIUR è pieno di denunce e esposti contro il Suo assistito per il lungo florilegio di episodi documentati dai dirigenti scolastici della provincia di Catania. Analogamente non si capisce il riferimento al dirigente dell’USR di Palermo altrettanto ben documentato su tutta l’anomala vicenda catanese. A meno che!? A meno chè non sia scattato inconsciamente il vecchio riflesso condizionato della concezione veterosindacale, abituata ad avere l’appalto da parte della burocrazia statale delle procedure che avrebbero dovuto essere di esclusiva spettanza della dirigenza pubblica. Ma questi tempi sono finiti definitivamente con l’autonomia costituzionale riconosciuta alle scuole! Episodi quali quelli per esempio delle visite ispettive dell’isp. Gaspare Raimondi, che si faceva accompagnare dal prof. Maggio Sebastiano, sono archeologia storica; anche se ben documentati negli esposti al MIUR e all’USR. I sindacalisti non fanno più le nomine dei docenti e degli ATA e non bloccano più i procedimenti disciplinari, perché l’autonomia le affida alle scuole autonome, anche se mai nel passato nessuna legge ha previsto questo anomalo modo di concepire la concertazione. Ma questa è storia vecchia. E perché poi chiede l’intervento del CSA quando il suo assistito sa benissimo che si tratta di enti in liquidazione che vivono di delega e di compiti di supporto amministrativo ad esaurimento, senza alcuna competenza di “ governance “. E poi la informo che i dirigenti pubblici tutti, indipendentemente dalle vicende avviate in altre sedi,  debbono attenersi alle disposizioni dell’ARAN, che nello specifico è stata ben chiara, e cioè  L'ARAN all’interrogativo : “ L'assemblea sindacale può svolgersi all'aperto?”  ha così risposto: “ L'art 2 del CCNQ del 7 agosto 1998 e i CCNL prevedono che le assemblee sindacali siano tenute in idonei locali concordati con l'amministrazione. Non è possibile utilizzare surrettiziamente l'istituto dell'assemblea per azioni sindacali che abbiano natura diversa.” Non solo; ma nel merito le scuole hanno opposto: 1. Violazione delll’art. 8 del CCNL “i dipendenti hanno diritto a partecipare, durante l’orario di lavoro, ad assemblee sindacali in idonei locali sul luogo di lavoro concordati con la parte datoriale pubblica” . Una strada, non può essere un idoneo locale, né un luogo di lavoro, né esso è stato concordato con la parte datoriale. 2. Lo Statuto dei lavoratori all’art. 20 recita : << I lavoratori hanno diritto di riunirsi, nella unità produttiva in cui prestano la loro opera, fuori dell'orario di lavoro, nonché durante l'orario di lavoro, nei limiti di dieci ore annue,.>>. 3. L’orario della presunta assemblea non coincide con le due ultime ore di lezione in contrasto con quanto richiesto dal CCNL sottoscritto il 24/7/03. 4. Dal confronto della richiesta inoltrata dal Sindacato alla Questura e alla Digos con la Convocazione dell’Assemblea emerge che , ai Dirigenti Scolastici l’evento viene presentato come assemblea ed ai tutori dell’ordine ,invece ,quale “presidio e manifestazione”. 5. Le garanzie assicurative e la copertura in itinere scatta solo all’interno delle strutture scolastiche e solo durante il tragitto per raggiungerle. Analoga situazione per la tutela legata alla L. n. 626 sulla sicurezza e tutela della salute del personale nei luoghi di lavoro, Proveremo comunque ad essere ancora una volta dettagliati per consentirLe una valutazione di merito della vicenda. E veniamo ora alla questione. La CGIL scuola di Catania il 9/11/04 ha inviato un fax circolare a tutti i dirigenti scolastici della provincia di Catania per convocare tutto il personale docente e ATA dalle ore 10,30 alle ore 13,30 di mercoledì 17 novembre 2004 in Via Coviello 15 davanti ai locali del CSA di Catania. Contestualmente la Camera del Lavoro territoriale di Catania, in data 11/11/2004 comunicava al questore di Catania e al Dirigente Digos che mercoledì 17 novembre 2004 sarà effettuato un presidio dalle ore 10,00 alle ore 13,30 dei lavoratori della scuola e degli studenti davanti ai locali del CSA. Alla manifestazione è prevista la presenza di circa 300 persone.  La maggior parte dei dirigenti scolastici negava evidentemente l’autorizzazione e la CGIL scuola proponeva ricorso contro due scuole al giudice del lavoro di Catania " Il Giudice PUGLISI Deposita in cancelleria il 23-3-2005 la seguente ordinanza: sciogliendo la riserva e letti gli atti; ritenuto che la manifestazione del 17.11.2004 non può essere qualificata come assemblea (del resto anche il sindacato ricorrente non l'ha qualificata assemblea, laddove nel comunicato, prodotto in atti, aveva evidenziato che << sarà effettuato un presidio .... in via Coviello ...>>); rilevato che dal quadro normativo contrattuale si evince chiaramente che le rivendicate garanzie attengono al titolo di assemblea in senso stretto e non già a manifestazioni (o quant'altro) svolte in luoghi pubblici, come nella specie (tanto che sono stati avvisati i responsabili dell'ordine pubblico); considerato, pertanto, che nessun comportamento antisindacale è ravvisabile in confronto del Dirigente scolastico convenuto; ritenuto che sussistono giusti motivi per la compensazione delle spese processuali; P.Q.M.rigetta la domanda. L’ordinanza è il primo atto procedurale ed è emanata nella fase sommaria del procedimento ex art. 28; e tutte le ordinanze hanno identica natura e pari efficacia. Tant’è vero che il soccombente, se non soddisfatto, può proporre opposizione per arrivare al giudizio di merito che verrà emesso da altro giudice. In questo caso il soccombente, e cioè il prof. Tomasello Franco, propone opposizione e la vertenza viene assegnata al giudice Giongrandi, che fissa la seduta del giudizio di merito al maggio 2005. Nel frattempo e precisamente il 10-5-2005 il giudice Camilleri emette l’ordinanza nella vertenza attivata nei confronti della scuola autonoma Giovanni XXIII di Catania, che aveva profili specifici diversi in quanto la scuola aveva revocata una autorizzazione già data. La scuola Giovanni XXIII propone subito opposizione richiedendo il giudizio di merito. Il giudizio di merito viene assegnato anch’esso al giudice Giongrandi. Nella seduta successiva dello stesso mese di maggio 2005 l’avv. Spataro della CGIL chiede al giudice Giongrandi di associare le due vertenze e di rinviare il giudizio di merito sul Cannizzaro alla stessa data di quello della Giovanni XXIII e cioè al 23 febbraio del 2006. L’avvocatura dello Stato non si oppone per fair play e si lascia andare al rinvio. Ebbene come Lei vede si tratta di due situazioni simmetriche che procedono in parallelo e si trovano nella fase di aspettare il giudizio di merito affidato questa volta allo stesso giudice Giongrandi, che avrebbero potuto chiudersi proceduralmente nella seduta del 23-2-2006. Ebbene! Cosa succede? Succede che il 23-2-2006 si presentano in udienza i due dirigenti scolastici determinati a chiedere al giudice di chiudere il giudizio di merito; e colpo si scena, il prof. Tomasello con il suo avvocato diserta la seduta, provocando due distinti rinvii in base all’art. 309 di procedura. Dov’è l’incongruenza? Ma è proprio nel fatto inspiegabile che prima ci si rivolge alla magistratura attaccando e perseguendo la linea del sindacato giudiziario e poi improvvisamente ci si ritira e si provocano rinvii e differimenti, che in genere sono determinati da chi ha interesse ad un uso strumentale della magistratura! Non solo, ma si provoca la controparte attivando due giorni prima della seduta una assemblea di strada. La provocazione consiste nel fatto che quando si affida la risoluzione di una controversia sindacale a un attore terzo, ci si dovrebbe astenere dal mettere in opera azioni strumentali ripetitive ed aspettare che la controversia venga definita dall’arbitro a cui ci si è rivolti! Ma qui evidentemente non ci si fida più dell’arbitro e si mestano le acque per intorbidirle. L’autorevolezza di un gruppo dirigente di un sindacato si misura nella capacità che ha di iniziativa politica e di interlocuzione istituzionale, percorrendo come estrema ratio le strade irte e senza ritorno della via giudiziaria senza brandire ad ogni piè sospinto la minaccia dell’art. 28. Tutte le scuole autonome di Catania conoscono per esperienza diretta lo stile relazionale aggressivo e sconcertante messo in atto dal prof. Tomasello Franco e dal prof. Maggio Sebastiano, che per questo sono stati coinvolti e sono coinvolti con numerose scuole e con lo stesso CSA, sin dai tempi del provveditore Ragunì Gaetano, in procedimenti anche penali. E risparmiamo la lunga elencazione di episodi sgradevoli e deprimenti attribuibili ai due, già ampiamente nota. Perché non riflette sull’isolamento politico e sindacale vissuto da questo gruppo dirigente a Catania? Anche nella recente vicenda dell’Osservatorio contro la dispersione il prof. Tomasello vota contro la mozione degli altri sindacati e delle altre forze sociali in piena solitudine! Se i lavoratori chiamati in strada davanti al Cannizzaro hanno disertato l’invito del 1.3.2006, ascoltando invece la condanna emessa dalla loro RSU, questo non è un indice di distacco tra la base e i vertici? Non è avventurismo politico? Se lo è chiesto perché neanche un lavoratore del Cannizzaro è sceso in strada? Ma perché mai poi avrebbe dovuto scendere in strada al freddo e al gelo, quando i lavoratori del Cannizzaro godono di un’aula magna con 700 poltrone a sedere dotata di tutti i confort e di tutte le attrezzature tecniche di supporto? Se lo è chiesto perché questa volta NESSUNA SCUOLA AUTONOMA HA RILASCIATO L’AUTORIZZAZIONE? Perché anche il CSA questa volta si è schierato con le scuole? L’ordinanza del giudice Puglisi la può chiedere all’avv. Spataro Salvatore che ha curato l’assistenza legale della FLC-CGIL, che fra l’altro conosce bene la scuola catanese essendo figlio di preside. Stiamo inoltre aspettando la risposta al quesito posto al procuratore della Corte dei Conti di Palermo sulla questione dell’eventuale danno erariale.  La risposta agli altri quesiti la trova già ampiamente motivata in questa ricostruzione fedele e precisa e difficilmente contestabile.  Concludo E lei pensa che le scuole autonome catanesi attaccate,  si lasceranno mettere in ginocchio dal capriccio di un gruppo sindacale avventurista? Per l’occasione voglia gradire i più Distinti saluti   presidente ASAS Catania  preside Salvatore Indelicato,








Postato il Mercoledì, 15 marzo 2006 ore 15:45:32 CET di Salvatore Indelicato
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