È una piccola stella che ruota su se stessa
centinaia di volte al secondo, e per la prima
volta un gruppo di astrofisici americani e
australiani è riuscito a misurarne la massa,
secondo quanto annunciato al convegno dell’
American Astronomical Society che si tiene
in questi giorni nella città di Washington.
Le pulsar sono oggetti del cosmo realmente
estremi, dal momento che hanno una massa
paragonabile a quella del Sole ma un diametro
paragonabile a quello di una città. Queste
stelle vengono prodotte quando una stella
massiccia viene distrutta da una esplosione di
supernova al termine del suo ciclo di vita.
Mentre un stella ruota, emette fasci di onde
radio che si propagano nello spazio; gli
astronomi utilizzano radiotelescopi per
osservare l’apparente lampeggiamento e misurare
con precisione gli istanti in cui tale
radiazione arriva sulla Terra. Lo spin di una
pulsar rallenta con l’invecchiare della stella,
ma se la pulsar fa parte di un sistema binario
insieme con un’altra stella (una nana bianca),
può accumulare il gas perso dalla compagna, e
questo processo di accrescimento, chiamato
riciclaggio, può accelerare lo spin della pulsar
fino a centinaia di rotazioni al secondo.
Ora, i ricercatori hanno notato una circostanza
inusuale: quando la pulsar è nella parte lontana
dell’orbita, dietro la sua compagna, il suo
impulso arriva sulla Terra con un ritardo di
circa 14 milionesimi di secondo rispetto a
quanto atteso secondo le leggi della
gravitazione di Newton. Tale fenomeno, noto come
ritardo di Shapiro, è un effetto relativistico
dovuto al fatto che la luce della pulsar
rallenta quando viaggia all’interno del campo
gravitazionale della compagna. Misurando
l’entità dell’effetto Shapiro e come varia lungo
l’orbita, gli astronomi hanno potuto stimare la
massa della stella compagna. Dalle leggi di
Keplero, è stato così possibile, ricavare la
massa della pulsar, pari a 1,44 volte la massa
del Sole.
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