Nella loro relazione intermedia del 20041 il Consiglio (istruzione) e la
Commissione europea invocavano urgentemente riforme dei sistemi europei
dell’istruzione e della formazione come presupposto per il raggiungimento degli
obiettivi economici e sociali dell’Europa. Essi hanno preso l’impegno di
riesaminare con scadenza biennale i progressi nell’attuazione del
programma di lavoro “Istruzione e formazione 2010”, che
comprende il processo di Copenhagen in materia di istruzione e formazione
professionale (IFP) e le azioni nel campo dell’istruzione superiore. La presente
relazione è la prima di questo nuovo ciclo. “Istruzione e formazione 2010”
rappresenta anche un contributo chiave all’attuazione dei nuovi
orientamenti integrati per l’occupazione e la crescita2, compreso il
Patto europeo per la gioventù.
La recente revisione di medio termine della strategia di Lisbona ha
confermato il ruolo centrale dell’istruzione e della formazione
nell’agenda europea per l’occupazione e la crescita. Gli orientamenti
integrati invitano gli Stati membri a espandere e migliorare
l’investimento in capitale umano e ad adeguare i sistemi d’istruzione
in risposta ai nuovi fabbisogni di competenze. In questo contesto il
Consiglio europeo ha chiesto di proseguire la piena applicazione del programma
di lavoro “Istruzione e formazione 2010”.
Il Consiglio ha sottolineato a più riprese il doppio ruolo – sociale ed
economico – dei sistemi d’istruzione e formazione. L’istruzione e la formazione
sono infatti un fattore determinante per le potenzialità di ciascun paese in
termini di eccellenza, innovazione e competitività. Al contempo esse sono parte
integrante della dimensione sociale dell’Europa, perché trasmettono
i valori della solidarietà, delle pari opportunità e della partecipazione
sociale e al contempo producono effetti positivi sulla sanità, sulla sicurezza,
sull’ambiente, sulla democratizzazione
e sulla qualità complessiva della vita. È necessario che
tutti i cittadini acquisiscano conoscenze, capacità e competenze e
le aggiornino costantemente attraverso l’istruzione permanente; bisogna
inoltre tenere conto delle necessità specifiche delle persone a rischio di
emarginazione sociale. In tal modo contribuiremo all’aumento della quota
di popolazione attiva e alla crescita economica, garantendo allo stesso tempo
la coesione sociale.
Investire nell’istruzione e nella formazione costa, ma a lungo termine le
ripercussioni positive in termini individuali, economici e sociali
bilanciano le spese sostenute. Le riforme dovrebbero dunque
continuare a cercare le sinergie tra politiche e economiche e sociali
e obiettivi di politica sociale, due fattori che in realtà si rafforzano a
vicenda.
Queste considerazioni sono estremamente significative per l’attuale
riflessione in corso nell’Unione riguardo al modello sociale europeo.
L’Europa si trova oggi ad affrontare enormi sfide socioeconomiche e
demografiche, associate all’invecchiamento della popolazione, all’alto
numero di adulti con scarse qualifiche, all’alto tasso di
disoccupazione, ecc. Al contempo vi è una necessità crescente di
migliorare il livello delle competenze e delle qualifiche sul mercato
del lavoro.