Contratto bloccato all'economia
da ItaliaOggi del 25/10//2005
Fermo al ministero dell'economia il contratto scuola. È atteso per questi giorni il parere del dicastero del tesoro all'intesa sottoscritta il 22 settembre scorso tra Aran, l'agenzia governativa per la contrattazione nel pubblico impiego, e sindacati. Passaggio indispensabile per far arrivare al consiglio dei ministri l'accordo prima che si esprima la Corte dei conti e le parti sottoscrivano definitivamente l'intesa. Nell'intrecciato iter contrattuale l'intesa della scuola, firmata il 22 settembre scorso, è così ancora bloccata. Un fermo che dovrebbe essere solo tecnico e non politico. Le voci, fatte circolare la scorsa settimana, di un eventuale slittamento dei contratti del pubblico impiego al 2006 non dovrebbero riguardare la scuola, che è stata la prima a rinnovare il contratto 2004/2005. L'intesa potrebbe giungere a palazzo Chigi questa settimana. In gioco ci sono aumenti che vanno dai 110 ai 130 euro in più al mese, a cui aggiungere gli arretrati maturati. ´Non c'è alcuna ragione tecnica a giustificare ritardi nell'approvazione del contratto. Il governo a questo punto deve ratificare l'accordo', mette in evidenza il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna, ´rispettando gli impegni presi con la firma dell'accordo di maggio'. Se così non fosse, troverebbe conferma, dice Antonio Foccillo, segretario confederale della Uil, ´il disegno del governo di non far arrivare entro dicembre gli aumenti dovuti ai dipendenti pubblici, in modo da scaricare la partita contabile sul prossimo anno'. Chiede chiarezza la Cisl scuola guidata da Francesco Scrima, ´altrimenti lo scontro sarà inevitabile'. E già aleggia lo sciopero, ´una reazione molto dura dei lavoratori è inevitabile', spiega Michele Gentile, coordinatore dipartimento settori pubblici della Cgil. ´Si tratta di strumentalizzazioni, i contratti andranno in porto', assicura il sottosegretario alla funzione pubblica Learco Saporito.
Fino a oggi sono state rinnovate da Aran e sindacati quattro intese (scuola, ministeri, aziende autonome e, proprio venerdì scorso, quello per l'Afam, gli istituti di Alta formazione artistica e musicale). Quasi 1,3 milioni i dipendenti in attesa, i cui contratti pesano sulle casse dello stato per lo 0,15% del pil, pari a 1,7 miliardi di euro. Per la scuola le parti avevano deciso di definire subito la distribuzione nazionale del 4,31% di aumento, rinviando al fondo d'istituto lo 0,7% ancora mancante all'appello e che dovrà essere stanziato con la manovra finanziaria 2006. Una strategia messa a punto per evitare che l'intesa potesse essere bloccata dalla Corte dei conti causa mancata copertura finanziaria.
|