LETTERA APERTA DEI GENITORI DEGLI ALUNNI DELLA CLASSE 2a A DELL’ Istituto
“G. PARINI” CATANIA : niente didattica a
distanza.
Noi
genitori degli alunni della classe 2°
A, preso atto dalla decisione di istituire la didattica a distanza per
la
settimana intercorrente tra i giorni 11/ 1 e 15/1 pp.vv. e dopo esserci
riuniti, abbiamo deciso di rivogerLe il nostro pensiero comune.-
I recenti provvedimenti adottati dai nostri amministratori locali penalizzano oltremodo i nostri figli costretti - nuovamente – a restare chiusi in casa.-
Ci permetta di dire, senza timore di essere smentiti, che le motivazioni frettolosamente sbandierate a giustificazione dell’improvvisa chiusura della scuola primaria appaiono ai più pretestuose e del tutto contrarie allo spirito di protezione delle nuove generazioni, ancora una volta calpestate.
E’ opportuno premettere che nessuno, tra noi, sottovaluta l’attuale situazione emergenziale e siamo ben consapevoli della pressione che subiscono le strutture ospedaliere chiamate a fronteggiare il copioso aumento dei ricoveri.
Tuttavia, non è in alcun modo condivisibile la scelta di posticipare il rientro a scuola individuando tra i giovani alunni la categoria sulla quale far ricadere il peso di condotte di una minoranza ristretta di incoscienti e che per i loro comportamenti si decida di recludere i nostri figli a casa, negando loro il diritto alla formazione.
Sembrerebbe mancare qualsivoglia criterio in ciò che viene deciso per le scuole.
Si va a interpretazione dei dati, non su fatti, come invece andrebbe fatto da una seria e coscienziosa politica.
Non è ammissibile la decisione di istituire – anche solo per una settimana – la cd. DAD laddove non si imputi ad altre categorie ben più veicolo di diffusione del virus, la causa dell’attuale situazione emergenziale.
Francamente, troviamo condivisibile il pensiero di chi parla di un abuso perpetrato in danno dei nostri figli.
L’esperienza appena trascorsa, ovvero il periodo di scuola in presenza fino all’inizio delle vacanze scolastiche, ha dimostrato che la (nostra) scuola è un luogo sicuro, un luogo in cui sono state rispettate tutte le indicazioni puntualmente segnalate dal competente comitato tecnico scientifico e nel quale i nostri figli hanno potuto vivere un periodo sereno malgrado la “tempesta” che noi tutti stiamo attraversando.
La scelta di costringere i piccoli delle scuole elementari ad interrompere – adesso - il percorso scolastico in presenza ed attivare un collegamento da remoto nasconde l’incapacità di organizzare misure più opportune, ma che certamente non hanno lo stesso impatto politico-mediatico che la chiusura può comportare; ci riferiamo alla necessaria organizzazione di mezzi di trasporto dedicati, di tamponi settimanali o quindicinali per il personale scolastico, della garanzia di opportuno ed efficace tracciamento.
E’ chiaro che la prima risposta che può darsi a questo nostro appello è che attraverso la DAD viene garantita la cd. continuità che i nostri ragazzi non verranno lasciati soli e che l’offerta formativa proseguirà senza interruzioni; ma non è cosi!
La scuola – specialmente per i più piccoli - non può e non deve essere intesa solamente nella sua accezione di trasmissione di conoscenze, ma è più in generale un ambiente educativo d’apprendimento, un luogo di insegnamento nel senso più alto del termine.
Non possiamo permettere che vengano istituiti ulteriori filtri che non permettano ai nostri figli di essere “nutriti” con amore, che inibiscano la condivisione, collaborazione, curiosità, affettività; in poche parole privati dei sentimenti che sono strettamente collegati alla ragione.
E’ certamente facile sacrificare gli studenti, cui prodest la tutela dei loro interessi? Non li devi risarcire, né dare i “ristori”.
Per tutto questo, perché queste ulteriori decisioni che sacrificano esclusivamente i piccoli alunni delle elementari non siano ancora una volta imposte dall’alto e silenziosamente accettate in quanto fin troppo latu sensu giutificabili dalla tutela della salute pubblica; abbiamo deciso che, seppure a malincuore, i nostri figli non seguiranno alcuna lezione a distanza; svolgeranno i compiti assegnati dalle maestre, ma non si collegheranno da remoto.-
Spero che questo nostro accorato appello venga, Suo cortese tramite, opportunamente portato a conoscenza delle Istituzioni competenti affinché non resti una piccola e vana protesta, ma sia voce di cittadine e cittadini meritevoli di rispetto e di decisioni sensate.
A nome dei genitori : Avv. Todaro
Alla
dirigente scolastica
I recenti provvedimenti adottati dai nostri amministratori locali penalizzano oltremodo i nostri figli costretti - nuovamente – a restare chiusi in casa.-
Ci permetta di dire, senza timore di essere smentiti, che le motivazioni frettolosamente sbandierate a giustificazione dell’improvvisa chiusura della scuola primaria appaiono ai più pretestuose e del tutto contrarie allo spirito di protezione delle nuove generazioni, ancora una volta calpestate.
E’ opportuno premettere che nessuno, tra noi, sottovaluta l’attuale situazione emergenziale e siamo ben consapevoli della pressione che subiscono le strutture ospedaliere chiamate a fronteggiare il copioso aumento dei ricoveri.
Tuttavia, non è in alcun modo condivisibile la scelta di posticipare il rientro a scuola individuando tra i giovani alunni la categoria sulla quale far ricadere il peso di condotte di una minoranza ristretta di incoscienti e che per i loro comportamenti si decida di recludere i nostri figli a casa, negando loro il diritto alla formazione.
Sembrerebbe mancare qualsivoglia criterio in ciò che viene deciso per le scuole.
Si va a interpretazione dei dati, non su fatti, come invece andrebbe fatto da una seria e coscienziosa politica.
Non è ammissibile la decisione di istituire – anche solo per una settimana – la cd. DAD laddove non si imputi ad altre categorie ben più veicolo di diffusione del virus, la causa dell’attuale situazione emergenziale.
Francamente, troviamo condivisibile il pensiero di chi parla di un abuso perpetrato in danno dei nostri figli.
L’esperienza appena trascorsa, ovvero il periodo di scuola in presenza fino all’inizio delle vacanze scolastiche, ha dimostrato che la (nostra) scuola è un luogo sicuro, un luogo in cui sono state rispettate tutte le indicazioni puntualmente segnalate dal competente comitato tecnico scientifico e nel quale i nostri figli hanno potuto vivere un periodo sereno malgrado la “tempesta” che noi tutti stiamo attraversando.
La scelta di costringere i piccoli delle scuole elementari ad interrompere – adesso - il percorso scolastico in presenza ed attivare un collegamento da remoto nasconde l’incapacità di organizzare misure più opportune, ma che certamente non hanno lo stesso impatto politico-mediatico che la chiusura può comportare; ci riferiamo alla necessaria organizzazione di mezzi di trasporto dedicati, di tamponi settimanali o quindicinali per il personale scolastico, della garanzia di opportuno ed efficace tracciamento.
E’ chiaro che la prima risposta che può darsi a questo nostro appello è che attraverso la DAD viene garantita la cd. continuità che i nostri ragazzi non verranno lasciati soli e che l’offerta formativa proseguirà senza interruzioni; ma non è cosi!
La scuola – specialmente per i più piccoli - non può e non deve essere intesa solamente nella sua accezione di trasmissione di conoscenze, ma è più in generale un ambiente educativo d’apprendimento, un luogo di insegnamento nel senso più alto del termine.
Non possiamo permettere che vengano istituiti ulteriori filtri che non permettano ai nostri figli di essere “nutriti” con amore, che inibiscano la condivisione, collaborazione, curiosità, affettività; in poche parole privati dei sentimenti che sono strettamente collegati alla ragione.
E’ certamente facile sacrificare gli studenti, cui prodest la tutela dei loro interessi? Non li devi risarcire, né dare i “ristori”.
Per tutto questo, perché queste ulteriori decisioni che sacrificano esclusivamente i piccoli alunni delle elementari non siano ancora una volta imposte dall’alto e silenziosamente accettate in quanto fin troppo latu sensu giutificabili dalla tutela della salute pubblica; abbiamo deciso che, seppure a malincuore, i nostri figli non seguiranno alcuna lezione a distanza; svolgeranno i compiti assegnati dalle maestre, ma non si collegheranno da remoto.-
Spero che questo nostro accorato appello venga, Suo cortese tramite, opportunamente portato a conoscenza delle Istituzioni competenti affinché non resti una piccola e vana protesta, ma sia voce di cittadine e cittadini meritevoli di rispetto e di decisioni sensate.
A nome dei genitori : Avv. Todaro