Bella
l'estate che se ne va! Quest'anno poi è sembrata ancor più breve
dell'altr'anno. Già nei cieli le nuvole fanno comunella e si incontrano
pure, e sorridono in attesa del loro tempo, folate di vento ancora
caldo scuotono i vetri delle città e le nostre fragili coscienze. E il
tempo si colora d'attesa. A tratti avvertiamo ancora il patema d'animo
dei nostri ragazzi nell'esame di Stato passato, e già consultiamo il
sito della scuola, il calendario per gli esami di riparazione e gli
adempimenti d'inizio anno scolastico. Mentre oramai solamente su
WhatsApp, il "canale di comunicazioni ufficiose a carattere prettamente
scolastico", apprendiamo dei trasferimenti e delle "migrazioni" dei
colleghi, e con una semplice "rimozioni dell'utente" vengono cancellati
volti e "stati", con l'immancabile saluto a base di lacrime e cuoricini
(tanto un saluto non si nega a nessuno!).
Per molti insegnanti è anche il tempo della partenza! E già è pronta la
bisaccia del pellegrino! La ricerca del biglietto aereo a buon prezzo,
ritrovarsi e ritrovare i colleghi dell'anno prima, la scelta della
nuova scuola e la ricerca della casa, e una valigia carica di noi:
ricordi, attese, rinunce, speranze. C'è tutto un mondo dentro la
valigia d'un insegnante "fuori sede"! Ma quando finirà questo penoso
esodo!? Questa tradotta del sapere. Questo bilancio del dare e avere. A
noi rimane la soddisfazione d'un'altra bella estate, vissuta come
sempre insieme ai nostri cari, a suon di granite e pizze al chiar di
luna, e passeggiate lungo i fianchi dell'Etna e sulla battigia della
Playa. O forse non è così!? Forse niente è come sembra! E tutto deve
essere studiato, compreso, decifrato.
Forse già siamo in autunno inoltrato, e si profila un lungo e rigido
inverno; dalla Muntagna appare un cielo denso di nubi e carico di
pioggia, le foglie sono stese a terra, gli alberi scheletrici, i tetti
sono innevati, folate di vento trascina via tutto! Se non ci mettiamo
il cappotto, se non indossiamo gli scarponi, se non compriamo sciarpa,
guanti e cappuccio anche noi saremo trascinati via, in fretta, e per
sempre! E' il mondo a prendere una brutta piega. Forse l'ha già presa
almeno dagli anni Settanta, quando anche il cielo cambiò colore (come
mi ricordava sempre il mio amico).
E il destino di tutti gli uomini è appeso sulla punta di un bastone. E
ancora non ce ne siamo accorti. "Chi ride, / la notizia atroce / non
l'ha saputa ancora". Non è più questione di partigianeria, di economia
o di geografia. E' questione di fermarci e di capire "dove dobbiamo
andare per dove dobbiamo andare". Forse la scuola ci potrà aiutare.
Forse...
Angelo Battiato