In
un’intervista pubblicata su La Repubblica di Torino il 7 agosto,
Stefano Parola, dopo aver erroneamente definito non abilitata la
docente in possesso di diploma magistrale da lui intervistata, conclude
con la seguente domanda A voi maestre diplomate viene obiettato che
però non avete mai passato un concorso e dunque non dovreste accedere a
un posto pubblico. Cosa rispondete?
Quella del superamento di un concorso nella scuola è un’argomentazione
che viene ricorsivamente posta in ambito politico, accademico e
scolastico e sulla quale l’associazione ADIDA è più volte intervenuta.
Nel ribadire che il diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002 è
un titolo abilitante, come stabilito anche dalla sentenza del Consiglio
di Stato nel 2012 […], vorremmo focalizzarci in questa sede sul nesso
esistente tra competenze professionali, curriculum di studi ed
esperienza, in risposta alla concezione di chi vede nel concorso
l’unica forma di selezione del personale scolastico.
Considerati i numerosi decreti e documenti ministeriali che
sottolineano l’importanza dello sviluppo delle competenze negli
studenti al fine di una loro maggiore qualificazione professionale, ci
limiteremo, stavolta, a mettere in luce la contraddizione tra il
rilievo che la nozione di “competenze” ha assunto in ambito
professionale e la poca importanza attribuita dalla politica
all’esperienza matura dai docenti precari nel corso di decennali anni
d’insegnamento.
In ambito scientifico si discute da tempo sui limiti della “nozione
classica” di professione, caratterizzata esclusivamente da un cursus
studiorum e da un ulteriore passaggio selettivo all’ordine
professionale. Ciò che spesso viene messo in discussione non è tanto
l’importanza delle conoscenze necessarie a svolgere la professione,
quanto piuttosto il fatto che tale nozione non tiene in debito conto
dell’importanza assunta dai contesti lavorativi nello sviluppo delle
capacità professionali di un individuo. Il concetto di competenze
professionali, di cui tanto si parla oggi, mette in luce, infatti,
l’importanza che l’esperienza concreta assume all’interno della
formazione dei lavoratori.
In una monografia dedicata alla progettazione nei contesti formativi,
Lipari, sociologo e docente de La Sapienza di Roma, definisce
significativamente la competenza in questi termini
“La competenza può essere rappresentata come l’insieme delle conoscenze
(teoriche e pratiche), delle abilità e delle capacità che consentono ad
un individuo un adeguato orientamento in un campo specifico di azione.
Strettamente legata alla nozione di competenza […], quella di expertise
ha una valenza fortemente empirica e situazionale, e designa le
capacità concrete di azione”.
Irriducibile a mere forme di apprendimento formale (di cui non si vuole
assolutamente sminuire la portata e l’importanza), le competenze non
possono dunque prescindere dai contesti situati in cui l’individuo ha
concretamente operato. L’esperienza maturata in ambienti di lavoro
condiviso (come la scuola) costituisce essa stessa una forma di
apprendimento che dovrebbe essere riconosciuta per poi essere
valorizzata e ulteriormente potenziata, con una formazione tarata su
persone che svolgono già una professione.
Alla luce di quanto sopra esposto, il superamento di un concorso, di
cui non si vuole sminuire la portata, non è certo l’unica modalità
attraverso cui garantire la qualificazione e la selezione del
personale. In tal senso, nonostante i docenti diplomati magistrali
siano fondamentali per l’avvio dell’anno scolastico, si rimane
quantomeno perplessi di fronte all’incapacità politica di potenziarne e
valorizzarne l’esperienza acquisita.
Si tratta di insegnanti che, come nel caso della docente intervistata,
hanno spesso maturato molta esperienza sul sostegno e che, ad esempio,
potrebbero essere ulteriormente formate e immediatamente assunte,
insieme alle docenti laureate in Scienze della formazione primaria, in
questa classe di concorso.
Lungi dal fossilizzarsi in aride accuse d’incompetenza rivolte alle
insegnanti, si tratterebbe d’investire nuove risorse e una nuova
mentalità nella scuola che concorrerebbe a dare un nuovo statuto alla
professione e che probabilmente contribuirebbe a dare un nuovo slancio
a questo Paese.
Laura La Manna, Adida