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Sicurezza: Maxi operazione della Polizia. Frodi on line, sgominata gang

Rassegna stampa
Catania - "Solo ieri sono riuscito a guadagnare 109 mila euro in un solo colpo". Lo ha detto uno degli indagati finiti in manette nell'ambito della maxi operazione condotta, questa mattina, dalla Polizia Postale di Catania. Un'inchiesta che ha permesso di sgominare un'organizzazione criminale "specializzata" in frodi informatiche. La tecnica era quella denominata della 'Sim Swap', non a caso infatti è stata chiamata così l'indagine. Il modus operandi del gruppo criminale, con personaggi dalle spiccate conoscenze tecnologiche e di social engineering, era ben rodato: si individua una vittima, si procede alla acquisizione dei suo dati e delle credenziali di accesso alla banca su Internet tramite tecniche di hacking e, poi, utilizzando documenti falsificati, si sostituisce la sim card del truffato e si ottengono dall'istituto di credito le credenziali per operare sul conto corrente on-line. Per fare questo era utile ottenere da un dealer, con documenti falsi, la sostituzione della Sim dell'ignara vittima. Al titolare veniva disabilitata la sim, che certo non pensava a una truffa ma a un guasto. Sostituita la sim, i cyber-criminali entravano nel profilo online del cliente della banca e reimpostavano le credenziali. C'è da dire che su migliaia di tentativi, sono riusciti a concludere i "colpi" informativi in 20 casi.

Almeno sono questi i dati al momento a disposizione degli investigatori della Polizia Postale di Catania, guidati da Marcello La Bella. "Anzi se ci sono persone che ritengono di essere vittime, possono segnalarlo all'autorità giudiziaria", ha detto il dirigente in conferenza stampa.
I soldi venivano spostati su altri conti correnti  disponendo bonifici su conti correnti oppure venivano ricaricate carte prepagate, tutti intestati a prestanome. E in un lasso di tempo ridotto svuotavano il conto corrente della vittima, che se ne accorgeva solo alla lettura dell'estratto conto.

Un'attività collaterale illecita del gruppo criminale erano le comuni truffe on line: che hanno fruttato almeno 20 mila euro. Venivano inseriti dei falsi annunci sui portali specializzati, si pensi a Subito.it, e si copiavano i nomi di società già esistenti che potevano essere una copertura di "garanzia" per l'utente. Gli indagati si presentavano come dipendenti di un'agenzia di recupero crediti realmente esistente, riferendo che i beni erano provento di aste fallimentari. Nell'annuncio veniva inserito un numero di telefono con cui si svolgeva la trattativa e poi l'acquirente tramite bonifico acquistava il "bene" che non avrebbe mai più ricevuto.

Da Catania, dunque, è partita un'indagine che ha documentato il sistema di frode creato dagli indagati accusati di associazione a delinquere finalizzata alle frodi informative, aggravate dall'indebito utilizzo dell'identità digitale altrui, riciclaggio e truffe. La base operativa del gruppo organizzato è la zona jonica, tra Giarre, Riposto, Fiumefreddo di Sicilia e Comuni limitrofi. La contestazione del reato associativo ha permesso di poter attivare una serie di intercettazioni che hanno blindato già le risultanze investigative di pedinamenti e raffinati controlli informatici condotti dai professionisti della Polizia Postale di Catania. "Questo criminali infatti - ha evidenziato il pm Alfio Fragalà - hanno condotte con "low risk e high benefits", cioè hanno un rischio penale basso rispetto a dei guadagni molto elevati".

Sono finiti in carcere Luca Florio di Giarre, 27 anni; Alfio Mancuso di Giarre, 35 anni; Antonio Nucifora di Fiumefreddo di Sicilia, 25 anni. Arresti domiciliari invece per Michele Bella di Giarre, 27 anni; Filippo Giuseppe Del Popolo Chiappazzo di Giarre, 23 anni; Santo Gulino di Piedimonte Etneo, 49 anni; Giuseppe Luna di Giarre, 42 anni; Agatino Muscolino di Giarre, 24 anni; Sara Musmeci di Giarre, 22 anni; Angelo Pagano di Piedimonte Etneo, 41 anni; Giovanni Pagano di Piedimonte Etneo, 40 anni; Davide Patanè di Riposto, 25 anni; Adriano Tizzone di Giarre, 45 anni; Marco Antonio Torrisi di Giarre, 29 anni.  Altre 32 persone sono indagate in stato di libertà.

"Abbiamo seguito le tracce del denaro", ha spiegato il dirigente Marcello La Bella.L'inchiesta si è aperta nel 2015 a seguito di una frode informatica ai danni di una banca on line di oltre 300 mila euro. "I nostri investigatori non si sono fermati a questo caso ma hanno allargato le indagini che hanno permesso di scoprire i nomi e il modus operandi di questo gruppo criminale", ha detto il procuratore Carmelo Zuccaro. "La sicurezza del commercio elettronico è un dato fondamentale per l'economia del Paese", ha evidenziato il magistrato. "Il Cybercrime è particolarmente insidioso - gli ha fatto eco il direttore nazionale della Polizia Postala Nunzia Ciardi - e lo riteniamo uno dei principali fatturi di turbamento del mercato".

"La criminalità informatica cibernetica già oggi costituisce gran parte della criminalità che preoccupa i cittadini ed è stato stimato che nei prossimi cinque anni il 70-80% dei reati passerà attraverso il Web. Anche la criminalità organizzata farà passare la sua azione illegale attraverso modalità informatiche, quindi attrezzarsi sotto questo profilo é assolutamente indispensabile". ha detto invece il Questore di Catania Alberto Francini. "La normativa - ha aggiunto - ha individuato nella Polizia Postale l'organo di polizia deputato a combattere questo tipo di reati, e costituisce veramente l'organo di polizia 'di frontiera' di punta per questo tipo di criminalità".
Un mondo quello del web sempre più insidioso. "Per difendersi serve più consapevolezza e attenzione - ha detto La Bella - oggi sapete, intanto, che quando la vostra sim si blocca potrebbe non trattarsi di un guasto. E quindi è buona prassi andare a controllare il conto online. E poi attenzione alle password, magari mai usare la stessa per ogni cosa".

L'operazione si è avvalsa dell'ausilio degli specialisti nel contrasto al fenomeno del Financial Cyber Crime dei Compartimenti Polizia Postale di Messina, Palermo e Reggio Calabria. Durante le perquisizioni è stato sequestrato materiale informatico che sarà sottoposto ad analisi da parte del personale specializzato della Polizia Postale.

Furti d'identità online, migliaia di vittime.
Perquisizioni e arresti
Operazione “Sim Swap” coordinata dalla Procura di Catania.
Tra le accuse anche sostituzioni di persona e riciclaggio
Smantellata a Catania un'associazione a delinquere dedita al cyber crime finanziario. Il 2 luglio, un'operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura distrettuale di Catania, ha portato all'arresto e alle perquisizioni ai danni di oltre 40 persone accusate di reati vari.

Le accuse
L'operazione “Sim Swap” nasce al termine di un'indagine condotta dagli agenti della Polizia Postale. Il 2 luglio il gip del Tribunale ha disposto le misure cautelari nei confronti dei membri della presunta associazione. Per loro le accuse sono quelle di frodi informatiche, accessi abusivi a sistemi informatici, sostituzioni di persona, truffe e riciclaggio. Secondo quanto reso noto dagli inquirenti, gli arrestati avrebbero fatto parte di “un gruppo organizzato e stabile”, attivo nella zona ionica comprendente i comuni di Giarre, Riposto, Fiumefreddo di Sicilia e altre zone limitrofe. La banda, che avrebbe provocato migliaia di vittime su tutto il territorio nazionale, era caratterizzata da una notevole capacità criminale nonché da peculiari conoscenze tecniche informatiche. Il profilo, tracciato dalle autorità, precisa anche che l'associazione sarebbe stata solita agire con professionalità e spregiudicatezza alla pianificazione continua di frodi informatiche e telematiche e truffe online su noti portali.

L'indagine durata tre anni
Gli oltre quaranta arresti sono maturati al termine di un'indagine avviata dalla Polizia Postale alla fine del 2015 a seguito di una frode informatica ai danni di una banca online ai cui clienti, residenti in varie parti d´Italia, erano stati sottratti 300mila euro. Le investigazioni hanno portato gli agenti a scoprire che il gruppo era specializzato nella realizzazione di frodi informatiche del tipo “Sim Swap”, da cui prende il nome l'intera operazione. Questo tipo di frode informatica, di livello avanzato, si articola in vari passaggi. All'individuazione della vittima seguono l'acquisizione dei suoi dati personali, delle credenziali di home banking tramite tecniche di pirateria informatica e, in un secondo momento, grazie a documenti falsificati, la sostituzione della sim card della vittima. Un escamotage, questo, che avrebbe permesso ai presunti truffatori di impossessarsi di centinaia di migliaia di euro appartenenti a ignari correntisti.

Il sistema di truffa
Il sistema fraudolento si basava sulla clonazione del numero telefonico delle vittime e sul furto delle loro credenziali per operare sui conti correnti on-line. Nel caso specifico, ha precisato la Polizia, il gruppo sarebbe riuscito a carpire i dati anagrafici e i numeri di telefono delle vittime, nonché i dati dei conti correnti e le relative credenziali di accesso. Poi, utilizzando un falso documento di identità intestato alla vittima, gli indagati si sarebbero recati presso un dealer al fine di chiedere la sostituzione della carta sim in uso alla persona offesa. Carta che veniva dunque disabilitata in quanto sostituita da quella attivata fraudolentemente. La vittima rilevava il mancato funzionamento della sua sim ma, generalmente, non associava immediatamente l´evento ad una frode in corso. Tutto ciò permetteva, però, ai presunti autori del reato di penetrare nel sistema informatico della banca e a reimpostare le credenziali dei clienti attraverso una semplice telefonata al servizio di assistenza clienti. Una volta dentro i vari conto correnti, gli indagati avrebbero operato in maniera indisturbata eseguendo bonifici e ricariche a favore di altri conti e carte nelle loro disponibilità o in quelle di prestanome. Il sistema sarebbe stato concepito con competenze tecniche così accurate che le diverse vittime si sarebbero accorte degli ammanchi dai loro conti solo al momento della lettura dell'estratto conto.

Truffe anche sui siti di vendita
Inoltre, alcuni dei componenti del gruppo sarebbero stati attivi anche nella commissione delle più comuni truffe online con annunci fraudolenti su famosi siti di compravendita. Anche in questo caso le vittime sarebbero state decine, attirate da falsi annunci di vendita di beni su portali internet dedicati. Durante il periodo delle indagini i guadagni illeciti del sodalizio criminale sarebbero ammontati a oltre 600mila euro. L'intervento degli operatori della Polizia Postale ha permesso di bloccare numerose frodi, alcune delle quali per importi pari a decine di migliaia di euro. L'operazione odierna si è avvalsa dell'ausilio degli specialisti nel contrasto al fenomeno del Financial Cyber Crime dei Compartimenti Polizia Postale di Messina, Palermo e Reggio Calabria. Nel corso delle perquisizioni è stato sequestrato materiale informatico che sarà sottoposto ad analisi da parte del personale specializzato della Polizia Postale.

Cybercrime, nel 2017 colpite oltre un miliardo di persone nel mondo.

Lella Battiato Majorana








Postato il Mercoledì, 04 luglio 2018 ore 19:00:00 CEST di Michelangelo Nicotra
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