Mercoledì 23 maggio 2018 si è tenuta, presso il Tribunale
di Catania, la solenne cerimonia di premiazione per la quinta edizione
della Coppa della Legalità.
L'evento è cominciato con una proiezione relativa alle dichiarazioni
rilasciate da Pietro Nava, il primo testimone di giustizia nella
storia della Repubblica, importantissimo report di quegli anni
segnati dal sangue, ma anche dalla nascita di uno spirito di repulsione
nei confronti del fenomeno mafioso. Dopo gli interventi di personalità
eminenti, fra i quali il dott. Mannino, Presidente del Tribunale di
Catania, si è proceduto con la consegna dei premi patrocinati da vari
Enti: Associazione Antiracket Antiusura Libera Impresa, Arma dei
Carabinieri, Polizia di Stato-Squadra Mobile, DIA, Guardia di Finanza.
Testimonianze, queste, finalizzate alla diffusione di valori fondati
sulla memoria storica e sul principio della legalità.
Diverse istituzioni scolastiche della città sono state
premiate per i lavori svolti da alcuni alunni; e in quest'ambito
è stato consegnato anche il Premio Giornalistico dalla testata online
LiveSicilia, del quale è stato insignito il rappresentante del Liceo Classico N. Spedalieri,
Mattia Lo Cicero. Il giovane
nel proprio articolo denuncia il fenomeno del racket ancora
presente nelle realtà commerciali della nostra città e del nostro
paese, lanciando un forte richiamo al senso di attaccamento alla legge
ed alle istituzioni che dovrebbe auspicabilmente diventare l'unica
forza garante nella nostra comunità.
Il Liceo Spedalieri, grazie anche ai rappresentanti degli studenti,
porta avanti da due anni un'intensa attività di sensibilizzazione
rispetto alla delicata questione della lotta al fenomeno mafioso.
E' infatti opportuno mostrarsi attivi anche durante le tristi
ricorrenze delle stragi mafiose, ma è fondamentale mantenere vivo
quotidianamente questo spirito legalitario e riconoscere, a fronte
della ormai conclamata estensione degli affari mafiosi anche in
ambienti apparentemente scevri, la necessità di un rinnovamento del
concetto di antimafia stessa che si basi, anzitutto, sulla condivisione
del sapere e su un'onesta attività di informazione: solo così ci si può
mostrare coerenti rispetto al messaggio lanciato da tutte le vittime di
mafia.
Alessandro Cinnirella