Recentemente il Capo del
Governo, Matteo Renzi è stato presentato come
l'opposto del Re Mida: tutto quello che tocca perde valore e va
rifiutato: conseguenza dell'estrema personalizzazione che egli ha posto
nella sua azione politica.
Stando all'esito del sondaggio 'scolastico', anche una previsione
infausta per l'esito del referendum: prevarrebbe il no non in ragione
di un giudizio negativo sul merito della riforma costituzionale, ma
perché è la riforma 'di Renzi'.
Un destino che ha già segnato anche il Governo Berlusconi e la sua
fine. Sull'esito del referendum costituzionale sembra peraltro
difficile avventurarsi in previsioni, data l'elevata percentuale degli
incerti e anche il destino della Buona Scuola rimane incerto, anche
perché la Riforma è stata classificata come "la scuola di Renzi".
Come già per la scuola, anche per la Costituzione una riforma è
necessaria, ma i paletti che sono stati posti appaiono alquanto
imprecisi e rendono debole la democrazia.
Ci sono delle forzature non condivisibili e c'è il rischio di buttare
insieme all'acqua sporca, anche il bambino.
In questo particolare momento storico la funzione della scuola è quella
di "informare" e dare corrette indicazioni di lettura degli articoli
della Costituzione che s'intendono modificare, operando in maniera
critica e responsabile le ragioni del "sì" e le osservazioni del "no".
Informare gli studenti, in maniera critica e responsabile è un dovere
della scuola, che potrebbe anche promuovere incontro per i genitori
senza schieramenti ideologici o partitici.
Le informazioni che i docenti faranno passare dovranno essere
supportate da un diligente studio della problematica costituzionale e
non possono essere a semplici notizie o "sentito dire" dai telegiornali.
Questa funzione della scuola, se non viene esercitata con
responsabilità, lascia un vuoto educativo e continua a far sentire la
scuola estranea dal tessuto e dal contesto sociale.
Intanto scorrono i giorni scolastici ed in alcune realtà si tentano
innovazioni ad effetto, quale la settimana corta, non perché possa
essere utile agli studenti, ma per risparmiare personale.
Povera scuola e poveri alunni che nelle scuole superiori dovranno farsi
carico della preparazione di tante materie da studiare concentrate in
cinque giorni, per poi perdere il ritmo e far fatica il lunedì a
riprendere dopo due giorni di svago.
La scuola si apre al nuovo, viene incontro alle esigenze della società
di oggi, ma come crescono e si sviluppano le competenze se non vengono
assimilate, esercitate, e guidate?
Ecco la vera scommessa e la profonda innovazione che dovrà avvenire,
utilizzando anche la preziosa opportunità dell'alternanza scuola lavoro
che aiuta gli studenti ad aprire gli occhi verso il mondo del lavoro,
il senso del sacrificio, l'esperienza dell'impegno personale.
I positivi successi nella diffusa adesione al progetto alternanza
aiuteranno a meglio qualificare il servizio, attraverso una nuova
proposta formativa che non dovrà restare esterna ed estranea
all'ordinario scolastico.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it