I fondi comunitari del
Programma operativo nazionale (Pon) 2014-2020 fanno gola alle scuole. A
partire dall’anno scolastico 2014-2015 ad oggi, secondo i dati appena
aggiornati dall’Autorità di gestione del programma Pon del Miur, è già
stato impegnato il 12% dei circa 3 miliardi di finanziamenti previsti
dai fondi Fse e Fesr, e destinati direttamente alle scuole, per un
totale di 364,3 milioni di euro, di cui 49,7 milioni sono già stati
spesi. Altri 240 milioni verranno impegnati entro la fine dell’anno nei
progetti contro la dispersione scolastica (il bando del Miur si chiude
il prossimo 30 ottobre), facendo salire al 20% la quota complessiva di
fondi impegnati.
Risorse fresche
Un’iniezione di risorse fresche che gli istituti scolastici
utilizzeranno per far partire interventi destinati al miglioramento
delle “competenze per lo sviluppo” di studenti e insegnati, ma anche
degli “ambienti per l’apprendimento”. La corsa all’utilizzo dei
finanziamenti messi a disposizione dal programma Pon, però, non si
ferma qui. Il Miur sta già lavorando alla stesura di nuovi bandi che
verranno presentati, sempre entro la fine dell’anno, con l’obiettivo di
stimolare le scuole a lavorare a progetti che riguardino da una parte
le competenze chiave degli studenti, dall’altra il raccordo tra scuola
e il mondo del lavoro a partire da alternanza e tirocini. Non saranno
trascurati neanche i Cpa, ovvero i corsi per adulti, nell’ottica sempre
di un’azione mirata contro l’abbandono scolastico. I tempi per la
realizzazione dei nuovi progetti saranno più lunghi e toccheranno anche
l’anno scolastico 2017-2018.
Spendere tutto entro il 2023
L’obiettivo, spiegano dall’Autorità di gestione del programma Pon, la
gabina di regia del Miur dedicata all’utilizzo delle risorse messe a
disposizione dal Fondo sociale europeo e del Fesr, è quello non solo di
impegnare ma anche di spendere il 100% dei fondi entro il 2023, termine
ultimo per la rendicontazione delle spese. Un traguardo che il
ministero ha già raggiunto con il programma Pon 2007-2013. In questo
caso il programma coinvolgeva solo le quattro regioni italiane
considerate più svantaggiate, la Calabria, la Campania, la Puglia e la
Sicilia, e conti alla mano, la rendicontazione delle spese si sta
concludendo in questi giorni, è stato impegnato il 120 % delle risorse
per riuscire a spendere i quasi 2 miliardi di fondi comunitari divisi
tra Fse, 1 miliardo e 486 milioni destinato alle competenze per lo
sviluppo, e Fesr, 510 milioni di euro per gli ambienti per
l’apprendimento.
Il fondi del Pon 2014-2010, invece, chiamano in causa tutte le scuole
italiane, seppur con una distinzione tra regioni più svantaggiate, cui
si aggiungono anche Basilicata, Molise e Sardegna, dov’è concentrato il
maggior numero delle risorse, e il resto del territorio italiano.
E mentre il Miur, con una circolare inviata a tutte le istituzioni
scolastiche, comunica che sul Sidi, all’interno della piattaforma Sif
2020, è già disponibile la nuova funzione di gestione certificazioni
Fesr, si iniziano a fare di primissimi bilanci.
Innovazione digitale
Sul fronte del digitale, per esempio, sono arrivate al Miur ben 6.200
richieste di finanziamenti da parte della quasi totalità delle scuole
italiane. I progetti prevedono la dotazione per le scuole di nuove
attrezzature grazie ai fondi Fesr e in linea con il Piano nazionale
della scuola digitale. Di questi sono stati accolti il 100% dei
progetti provenienti dalle regioni del Sud Italia, e il 70% di quelli
provenienti dal resto del territorio.
Francesca
Malandrucco
Il Sole 24 Ore