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Nel chiedere scusa per le eventuali dimenticanze mi limito a riflettere sul fatto che circa 70 tra sindacati ed associazioni di categoria, escludendo, quindi, i mezzi di informazione dedicati, i social ed ogni altro mezzo tramite il quale ogni singolo diventa opinionista sulla scuola, esprimono direttamente e per il tramite dei loro iscritti un punto di vista, una valutazione, un’idea.
Questo bombardamento di informazioni e punti di vista a volte, purtroppo, trova la sua sintesi in alcune parole d’ordine create ad hoc volta per volta, riforma dopo riforma per semplificare l’informazione da offrire ad una platea non sempre studiosa e attenta ed a volte intellettualmente scorretta.Vogliono privatizzare la Scuola!!!, la Scuola non è un’Azienda!!!, No Preside Manager!!!!
Con queste parole d’ordine, ormai storiche, gli intermediari della comunicazione sono riusciti a semplificare molto spesso le strutturali e stratificate problematiche sul mondo della Scuola ora contro questo ora contro quel Governo. A queste, parole d’ordine, oggi si sono aggiunti nuovi leitmotiv tra i quali No INVALSI, No valutazione Docenti!!!, No Presidi Sceriffi!!!, No scelta docenti tramite curriculum, fino ad arrivare a No Nani da giardino etc….
Risulta da ciò evidente a fronte di una comunicazione scheletrica una risposta sempre più spesso di “pancia” da parte del mondo della Scuola. Bisogna cliccare sui titoli, leggere tra le righe e conoscere profondamente la Scuola per potersi pienamente e consapevolmente informare. La sfida che lanciamo oggi è quella più difficile e più faticosa, ovvero, quella di provare a fermarci un attimo e riflettere su alcune di queste parole d’ordine, senza per questo tralasciare le contingenze date dall'attuazione delle norme che esigono modifiche ponderate e concordate.
Sulla valutazione degli insegnanti ad esempio possiamo dire che l’essere valutati è un diritto?
Possiamo immaginare che non sempre la nostra percezione dell’azione didattica e professionale che portiamo avanti sia aderente alla realtà?
Possiamo affermare che solo un Dirigente fuori dalla grazia di Dio valuterebbe negativamente un “Buon” Docente?
Ed ancora possiamo ammettere che esistono colleghi a cui non affideremmo i nostri figli?
Con queste, provocatorie, affermazioni vogliamo mettere in discussione parte delle miopi opposizioni che, non ha questa riforma ma ad ogni riforma della Scuola, si presentano ed agiscono al solo fine di irrigidire da un lato i naturali e dovuti rapporti istituzionali ed istillare dall'altro un corporativismo assolutamente finto e privo di contenuti realmente condivisi tra gli operatori del mondo della scuola.
Salvo Altadonna