«Gli insegnanti
italiani incidono positivamente sulla vita di tanti giovani. Sono loro,
i docenti, ad indicare la strada ai loro studenti, a fare da guida. Sto
parlando di persone come Barbara Riccardi, Daniela Boscolo e Daniele
Manni. Il loro entusiasmo per ciò che insegnano e la loro gioia per il
fatto di essere dei docenti sono contagiosi. Sono certa che ci sono
tanti altri come loro in Italia che possono essere valorizzati. Per
questo invito i genitori e i ragazzi italiani ad individuare modelli
positivi e candidare questi docenti al Premio Nazionale».
Sono queste le parole con cui Hanan Al Hroub (l'insegnante palestinese
vincitrice del Global Teacher Prize 2016, conosciuto anche come il
Premio "Nobel" per l'Insegnamento - premio da un milione di dollari) è
intervenuta ieri presso il Liceo Visconti di Roma, alla presenza del
Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Stefania
Giannini, dell'ideatore del Global Teacher Prize e presidente della
Varkey Foundation Sunny Varkey e di Vikas Pota, direttore della stessa
Fondazione.
Il tutto è avvenuto in occasione della presentazione dell' "Italian
Teacher Prize", la versione nazionale del "Nobel" mondiale. Obiettivo
del Premio italiano è quello di valorizzare il ruolo degli insegnanti
nella società, portando all'attenzione di tutti le esperienze di quei
docenti che sono riusciti ad ispirare in modo particolare i propri
studenti, favorendone la crescita come cittadini attivi, e che hanno
prodotto un cambiamento rilevante nella comunità scolastica di
appartenenza.
A confermare il passaggio di Hanan Al Hroub in cui afferma che ci sono
tanti insegnanti in Italia che possono e devono essere valorizzati, vi
è il sito ed il progetto MasterProf - No ordinary teachers, ideato nel
2015 dagli studenti di una classe dell'Istituto "Galilei - Costa" di
Lecce (alunni di Manni), il quale da oltre un anno ricerca, "scova" e
pubblica tutti quegli insegnanti extra-ordinari, quelli con una marcia
in più, che con dedizione e creatività offrono ai propri alunni lezioni
e percorsi di vita alternativi. Si può forse dire e pensare che i
ragazzi di MasterProf in un certo senso hanno creato le basi e le
premesse per quello che oggi è l'Italian Teacher Prize.
Ricordiamo che Daniela Boscolo (Rovigo), Barbara
Riccardi (Roma) e Daniele Manni (Lecce) sono i tre docenti italiani che
sono risultati tra i migliori docenti al mondo nelle prime due edizioni
del Global Teacher Prize, 2015 e 2016. La giuria internazionale del GTP
ha valutato positivamente la profonda esperienza della Boscolo in tema
di integrazione, con la creazione di un supermercato all'interno della
sua scuola per permettere anche ai ragazzi portatori di handicap di
partecipare attivamente alle esperienze di alternanza scuola-lavoro. La
Riccardi invece ha dato vita a gemellaggi e scambi culturali con scuole
francesi che hanno trasformato la vita dei suoi bambini, inoltre, tra
una lezione e un'altra, è solita dedicare del tempo ad aiutarli a
risolvere i problemi della vita, facendoli sedere in circolo, per
discutere e crescere insieme. Manni ha dalla sua una specializzazione
molto rara se non unica, da oltre quindici anni guida i suoi alunni di
una scuola tecnica economica ad ideare, gestire e far crescere micro e
mini startup innovative, aiutando gli studenti a sperimentare l'auto
imprenditorialità e a crearsi un lavoro in proprio, una risposta
concreta e costruttiva alla disoccupazione giovanile.
Naturalmente tutti e tre sono a loro volta dei "MasterProf"
Questo il commento del Ministro Stefania Giannini espresso ieri in
occasione della presentazione del Premio Nazionale: «Il Global
Teacher Prize ha il merito di valorizzare il ruolo strategico che i
docenti rivestono nella vita dei nostri figli. Raccontando le storie di
insegnanti speciali, il Premio internazionale porta all'attenzione di
un vasto pubblico la possibilità e la capacità che i docenti hanno di
incidere sul percorso dei nostri giovani, cittadini del futuro. È per
noi un onore lanciare la prima Edizione italiana del Premio alla
presenza di Hanan Al Hroub che, nel difficile contesto di un campo
profughi, educa i suoi alunni, attraverso il gioco, al rispetto degli
altri, alla capacità di ascolto. Anche nel nostro Paese possiamo
contare su molte 'Hanan', su tanti insegnanti che riescono a fare la
differenza nelle loro comunità scolastiche come punti di riferimento
per colleghi, famiglie, studenti. Con il Premio Nazionale vogliamo
conoscere le loro storie, raccoglierle e raccontarle al Paese».
mm@clio.it