Di questi tempi affermazione non può essere più vera in considerazione di diverse cause:
- conoscenze e innovazioni, che a livello scientifico hanno cambiato il nostro modo di analizzare fenomeni naturali, nonché l’approccio analitico all’uso di nuove tecnologie che aiutano lo sviluppo di processi strettamente legati al mondo del lavoro e della globalizzazione;
- l’integrazione di nuovi individui, appartenenti a diverse etnie, ormai “indotte” alla convivenza nelle stesse comunità, i quali trovano nel denominatore comune della conoscenza il legame necessario ad una comune condivisione, contrastando forme di pregiudizio attraverso una reciproca esperienza, precludono così ogni forma di pericolosa esclusione;
- il contrasto al preoccupante fenomeno dell’abbandono scolastico molto diffuso nelle zone del catanese e alle pendici dell’Etna mediante il rientro in formazione.
In quest’ottica va vista la recente gita scolastica del 4 maggio dei corsisti del punto di erogazione di Paternò, organizzata da un gruppo di docente presso il paese di Mazzarino e la città di Gela, che tanto hanno da dire dal punto di vista storico. L’analisi di questi territori è un viaggio nel passato che trasmette ai discenti, la consapevolezza di trovarsi in quella che una volta fu la culla della civiltà, dal tempo della Magna Grecia a finire con l’opulenza dei palazzi ottocenteschi, passando per il famoso barocco siciliano. Tali visite hanno suscitato l’interesse anche per l’economia nei periodi storici, per la ricchezza prodotta e la sua distribuzione tra le diverse classi sociali; così il famoso “U’cannuni”, le basiliche Santa Maria della Neve, Maria Santissima del Mazzaro, l’ex collegio dei Gesuiti, oggi area espositiva, e l’importante museo archeologico di Gela hanno rappresentato occasione di riflessione del gruppo eterogeneo del CPIA dove le distanze generazionali e sociali si annullano attraverso l’osservazione ed il dialogo.
prof.re Rosa