Nuove modalità per
pensare i curricoli
La trasformazione profonda della società e lo sviluppo impetuoso dei
saperi e delle tecnologie rendono impraticabile l'implementazione
quantitativa dei curricoli(più indirizzipiù disciplinepiù ore di
insegnamento) come risposta alla rapidità intensità e vastità dei
cambiamenti. Emerge il bisogno di selezionare le conoscenze e
l'informazione secondo criteri di significativitàdi importanzadi
utilità; non di accumularle alla rinfusa. Vi è infattiuno scarto
insormontabile tra la crescita dei saperi del mondo e ciò che è
possibile insegnare a scuola. Il tempo scolastico non puo' seguire la
crescita esponenziale delle conoscenze. Dalla fase storica
dell'ampliamento dell'enciclopedia dei saperi scolastici si deve
passare a quella della selezione dei contenuti. La scuola rischia di
soffocare per eccesso di discipline e di contenuti.
Fino a qualche decennio fa per la stabilità relativa dei processi di
produzione e per una maggiore durata delle innovazioni tecnologiche e
per un ritmo più lento dello sviluppo delle conoscenze era più facile
il processo di adeguamento ai cambiamenti sia nel sistema di
istruzionesia nel luogo di lavoro. Oggi il quadro di riferimento per i
sistemi di formazione e istruzione è profondamente modificato:dal
funzionamento di lungo termine si è passati alla necessità di dare
risposte a breve termine. Si è passati da contesti organizzativi
specifici a contesti sociali generali che configurano l'immagine della
società come società della conoscenza o dell'informazione. Da questa
situazione sono scaturite proposte di finalità formative come
apprendimento lungo tutto l'arco della vitasviluppo professionale
continuoflessibilitàcapacità di gestire la propria
formazioneapprendere ad apprendere etc.
Il sistema di istruzione e formazione viene a trovarsi al centro di
cambiamenti che hanno messo a soqquadro un modello di società. Durante
e
prima di questa trasformazione si è affermata una nuova concezione
della costruzione del sapere e della formazione delle conoscenze; si è
avuto un radicale mutamento del modo di comprendere il rapporto tra
pensiero e realtà. E' stato messo in questione il paradigma del primato
della teoria pura e della separazione tra teoria e pratica. Si è
passati
dal convincimento che dichiarava la teoria fondamento della pratica
alla distizione tra attività di tipo intellettuale e attività di tipo
praticoentrambe caratterizzate dalla presenza congiunta di pensiero e
azione in qualsiasi esperienza umana(R. Frega). Il rapporto fra teoria
e
pratica e tra conoscenza ed azione non viene pensato più sotto la
figura dell'applicazione e questo dato incrina il principio su cui sono
stati fondati gli apparati scolastici e accademici della modernità e
che in Italia mostra ancora una certa capacità di resistenza.
E' saltata la vecchia logica riformistica degli apparati scolastici e
oggi si è alla ricerca di nuovo paradigma dell'innovazione dei
sistemi scolasticiperaltro ovunque necessarioma anche di una nuova
enciclopedia dei saperi e di una nuova formulazione delle mete
educative. La nuova via da percorrere dovrebbe essere la
riprogettazione
dei curricoli per promuovere l'acquisizione di competenze orientate
all'azione e al cambiamentoall'approfondimento continuo alla padronza
di metodi per pensare e gestire l'incertezzaall'autonomia.
"L'imprevedibilità dei futuri scenari della società fonda la necessità
di educare al desiderio di apprendere e comprendere in permanenzadi
andare oltre ciò che è evidente e familiare ; fonda la necessità
di appropriarsi di tecniche di investigazione e di sviluppare la
capacità di analisi sistemica (. . . ). Gli alunni devono apprendere a
gestire le conoscenzepossedere un metodo per accedere
all'informazionisceglierlemobilitarle consapevolemte o per valutarne
la pertinenza e la loro plausibilità rispetto ai problemi da
trattare. Devono prendere in carico la loro formazione continua.
Oggi è
importante padroneggiare metodi per
pensareinterrogarsidialogaremettere in relazione molteplici
dominisviluppare capacità di problematizzaredi iniziativadi
creatività di usare criticamente le nuove tecnologie. La scuola deve
diventare il luogo dove si offrono si organizzano e si mettono in
piazza condizioni favorevoli all'atto di apprendere" (A. Giordan).
LA SFIDA DELL'APPROCCIO PER COMPETENZE
Con l'approccio per competenze si pensa di innovare i curricoli
ma anche di dare una soluzione alla crisi di risultati e di
credibilità delle istituzioni formative. Viene considerato come il modo
più efficace ed opportuno per costruire un ponte tra formazione e
realtàper superare i "saperi morti" e "le conoscenze inerti" dei
curricoli tradizionalicome occasione per ripensare e riproporre "sia
la dimensione logico-cognitivasia la dimensione affettiva e
relazionalesia la dimensione concreta del sapere"(D. Nicoli). Con
l'approccio per competenze si vuole dare fondamento all'esigenza di
costruire saperi che possano essere utilizzati nelle varie circostanze
della vita e all'esigenza di dare un senso al processo di
formazione. "Quando noi proponiamo un compito cognitivo ai bambininoi
dobbiamo essere coscienti del danno che rappresentano ciò che io chiamo
idee inerti; cioè le idee che sono raccolte dalla mente senza essere
utilizzatemesse alla prova o impiegate in nuove
combinazioni" (A. Witehead). "Si apprende benese si è mobilitati per
un'attività complessa che abbia senso" (C. Freinet).
La giustificazione dell'esistenza delle istituzioni educative è
costituita dalla convinzione che i saperi acquisiti in ambito
scolastico siano trasferibili alle situazioni che si dovranno
affrontare nel mondo per il quale si suppone che la scuola prepari i
giovani. "La scuola è(. . . )interamente costruita su questo mito
fondatoresecondo il quale ciò che si impara e che non sempre ha
un rapporto con la vitapotrà tuttavia servire nella
vita"(B. Rey). D'altra parte se così non fosseperchè trattenere un
giovane per lungo tempo a scuola?
La sfida pedagogica dell'approccio per competenze consiste nel cercare
di costituire dentro le mura della scuola(artifizio sociale separato)le
condizioni di un apprendimento contestuale e/o autentico. "L'approccio
per competenze trasforma una parte dei saperi disciplinari in risorse
per risolvere problemirealizzare dei progettiprendere delle
decisioni. (. . . )Gli alunni vedrebbero immediatamente le conoscenze
sia
come base concettuale e teorica di un'azione complessasia come saperi
procedurali(metodi e tecniche) che guidano questa azione. Ognuno
avrebbe
allorain linea di principio migliori chances per collegare i saperi
alle pratiche sociali e quindi di coglierne la loro portata e il loro
senso"(Ph. Perrenoud).
L'approccio per competenze nell'estensione delle sue finalità
interpella la funzione e la natura della scuola. Costringe a chiedersi
se l'istruzione nella sua attuale configurazione prepara i giovani ad
affrontare i problemi e le sfide della società contemporanea; se le
dichiarazioni sugli obiettivi dell'istruzione sono significative
o sono formule retoriche; se la scuola riesce a preparare gli allievi a
capire le trasformazioni in atto a livello mondiale e i riflessi che
hanno sulla vita quotidiana; se l'istruzione fornisce ai giovani
strumenti necessari per una vita soddisfacentese la scuola riesce ad
infondere rispetto per le regole fondamentali della convivenza
civile. (N. Bottani).
L'approccio per competenze nelle intenzioni di chi lo propone
dovrebbe essere il modo per :1)Caratterizzare in chiave europea il
sistema educativo nazionalerendendo possibile la mobilità delle
persone nel contesto comunitario; 2)Favorire la continuità tra
formazione lavorovita sociale lungo tutto il corso della
vita; 3)Favorire processi formativi efficaci in grado di motivare e di
mobilitare capacità e talenti dei giovanirendendoli responsabili del
proprio cammino formativo; 4)Formare cittadini consapevoliautonomi e
responsabili. (D. Nicoli).
Dietro il movimento per le competenze si puo' individuare la proposta
del modello educativo di questo primo tratto del terzo millennio. La
missione educativa non è più solo quella di arricchire una persona di
sempre più varie e complesse conoscenze ma soprattutto quella di
formare cittadini consapevoli dei propri mezzi in grado di orientarsi
nelle molteplici trasformazioni della società e di sviluppare apposite
strategie di adattamento. In questo senso le competenze non solo sono
strumentali all'inserimento nel mondo del lavoro e
dell'occupabilità. Esse sono intrinseche alle più ampie dimensioni
della
persona umana. Nell'approccio per competenze emergono aspetti della
persona che finiscono per definirla in modo diverso da quello che
faceva dell'intelligenza e della conoscenza gli attributi strategici
della persona e quindi gli obiettivi dell'attività formativa. "La
competenza indica (. . . ) una caratteristica di natura etico-morale
della
personauna disposizione positiva di fronte al reale"(D. Nicoli).
LA LOGICA DELLE COMPETENZE
L'approccio per competenze pone nuovi problemi e suscita perplessità in
alcuni settori degli insegnanti perchè confligge con alcune tradizioni
del sistema scolastico e con alcune consuetudini professionali. Nel
concetto di competenza è insita una logica che rappresenta un modo di
pensare e di agire che richiede un grande cambiamento nelle procedure
didattiche. Nella logica delle competenze formare un individuo
significa
rendere possibile un'efficace integrazione tra sogggetto e
contestodato in sè non stabilema sempre in evoluzione. La logica della
competenza è quella di essere attributo di un soggetto in situazione e
non di un soggetto a sè stante. L'identità del soggetto si modula in
relazione al contesto. (R. Frega)
Nella nozione di competenza convivono una logica della messa in opera e
una logica della riflessione. Il sapere agire presuppone la capacità di
investire nell'azione i saperi precedentemente acquisitima anche la
capacità di astrarre dalle proprie azioni dei saperi che potranno
essere reinvestiti in nuovi contesti. (M. F. Legendre)
Alcune perplessità degli insegnanti non possono essere considerate
avversioni preconcette di persone insofferenti delle innovazionima
problemi veri con cui ci si deve misurare e quello più serio è
posto dall'esigenza di integrare la visione che privilegia il rapporto
attivo e volontarista con il mondo e l'altra che mette l'accento
sull'artei valorile domande di sensodi trascendenza. (Ph. Perrenoud)La
cultura è plurale e nessuna componente
(scientificaumanisticaprofessionale etc)puo' essere trascurata. E' la
cultura nel suo insieme che ci fornisce gli strumenti per organizzare e
per capire il nostro mondo in forme comunicabili. (J. Bruner)
A scuola occorre esplorare con pazienza il significato di un approccio
per competenzeindividuarne i possibili esiticoglierne le sfumature
per dare una risposta agli interrogativi che suscita. Finora non c'è
molta soddisfazione per i programmi elaborati secondo la logica delle
competenze. (S. Monchatre).
continua . . .
prof. Raimondo Giunta