Galleria
Verticalista – A Catania in Via S. M. Mazzarello 12, "Il Verticalismo
di Giovanni Compagnino", dal 16 al 31 maggio. Il nostro è un artista
dalle tante sfaccettature. Di qui la necessità
di "sfogliarlo" tenendo conto di tutte le variabili polidirezionali
sintetizzate ed espresse. In questo universo sui generis lo vediamo
spiegarsi talora nei flussi dello spatium demoltiplicato e disseminato,
proprio dell'estetica verticalista, rivolto a rimuovere segni occulti o
invisibili di processi sociali che ci permeano e persino travolgono
(per dirla con Klee "l'arte degna di questo nome non rende il visibile:
ma dissuggella gli occhi sull'invisibile") tal altra imprime, tessera
dopo tessera, dissonanze e assonanze di colore-luce attraverso micro
torsioni sintagmatici che aprono a una significazione che vede la rete
della natura gridare un malessere quasi giunto al "punto estremo di non
ritorno".
In alcuni piani la sua pittura è decisamente cerebrale, anche quando le
pennellate veloci e vibranti lasciano pensare a un automatismo
psichico. Questo in forza delle sue ragioni che continuamente
stravolgono il testo interpretativo, di cui ne rivendica le
investigazioni e le modulazioni della superficie-partitura.
Ma è in una sorta di "non luogo", di "free space" dematerializzato e
decontestualizzato, il suo vero dominio in cui l'io viene forzato a
sottoporre tutte le coordinate delle sue periferie a un poetico stress,
con implicazioni eidetici non meno che spirituali in un banco di prova
spazio-temporale finestra del "possibile".
E' qui che l'artista aggiungendo e sottraendo elementi semantici
esplora i siti più reconditi del suo pensiero, fino a esplicitarne le
proposizioni sensoriali e suggestivamente amplificarne le corde più
intime; ed è qui che la tavolozza assurge ad altezza cromatica, ogni
gesto a vita, ogni provocazione a esiti consentanei alla sua
verticalità che oltrevanno i territori di Kurt Schwitters, Helen
Frankenthaler, Karel Appel... E lo diciamo pensando ad alcune opere
dell'ultimo ciclo "Millennium", risolte mettendo in campo senza
esitazioni elementi del nostro quotidiano che meglio testimoniano il
suo assunto artistico che vive di vita propria, in cui nettamente
l'atto creativo conia energie connotative che finiscono per coniugare e
semplificare le sue passioni, le sue aspettative, i suoi umori di anima
verticalisticamente inquieta.
Salvatore Commercio
commerciosalvatore@gmail.com