"Coloro che
intendono discutere insieme devono pure intendersi su
qualche punto; infatti se ciò non avvenisse come potrebbe esserci fra
loro un discorso comune?" (Aristotile).
I SERVIZI DEL CONCETTO DI COMPETENZA
Sul concetto di competenza, categoria emergente nel lavoro, come
nella sociologia e nella pedagogia non c'è pieno accordo tra quanti dal
punto di vista teorico e pratico ad esso fanno ed hanno fatto
riferimento. C'è una reale difficoltà a condividere un suo unico
significato da fare valere nelle situazioni in cui si ritiene opportuno
utilizzarlo. I modi di pensare la competenza veicolano modelli diversi
di persona e di individuo al lavoro, ognuno dei quali attribuisce
maggiore o minore rilevanza all'esperienza, differenzia i criteri di
valutazione e predefinisce il campo di applicazione concreta.
Secondo Jonnaert le concezioni della competenza sono fortemente
dipendenti:
a) dalla posizione epistemologica degli
autori(comportamentismo, cognitivismo, costruttivismo);
b) dalla concezione
dell'oggetto principale, del nocciolo duro intorno al quale si articola
la nozione di competenza;
c) dalla dinamica inerente alla nozione di
competenza, se considerata come stato o come processo;
d) dall'ampiezza
attribuita alla competenza (se fa ricorso solo a risorse interne
unicamente cognitive o anche a risorse di tipo psico-motorio o a
risorse esterne);
e) dalle finalità che si dà alla competenza: destinata a
un compito particolare o a realizzare un trattamento efficace di una
tipologia di situazioni.
La varietà delle definizioni che hanno cercato di circoscrivere il
campo semantico della competenza deriva dalla eterogeneità dei discorsi
teorici che hanno contribuito a proporla:sociologia del
lavoro, formazione professionale e degli adulti, pedagogia, psicologia,
linguistica e filosofia. Il concetto di competenza non appartiene in
modo esclusivo ad alcun paradigma epistemologico; è un costrutto
sociale
che riposa su un certo pragmatismo concettuale. In quanto tale è un
concetto necessariamente provvisorio :il suo valore è il valore
d'uso. Lo si misura dalla sua fecondità, non dalla sua verità assoluta.
Il
problema non è sapere qual è la migliore definizione, ma qual è la più
utile per gli scopi che si intendono realizzare. "La nozione di
competenza rende dei servizi, se si mettono in secondo piano i suoi
limiti teorici". (S. Monchatre).
Quali sono i servizi che può rendere il concetto di competenza?Per
mettere a fuoco la questione si farà ricorso alle parole della Di
Francesco, che in materia parla con autorità. Il concetto di competenza
è funzionale ad una serie di obiettivi:"
a) risponde alla diversa
posizione dell'individuo rispetto al lavoro e
all'apprendimento;
b) consente di affrontare i diversi aspetti della
personalizzazione dei percorsi formativi ed educativi, della
valorizzazione del sapere già posseduto, della relazione di scambio con
l'impresa;
c) costituisce una base di nuove prassi per la formazione
continuua e per la gestione delle risorse umane;
d) consente di rileggere
il sapere di ogni individuo in coerenza con i processi di
apprendimento, migliorando l'accesso alle opzioni educative e
formative, attraverso il riconoscimento dei crediti;
e) costituisce
un'importante risorsa per l'integrazione fra sistemi educativi e
formativi, sostenendo la costruzione di codici di corrispondenza fra
percorsi(o loro parti)basati anzichè sull'equivalenza dei contenuti
sulla finalizzazione del loro output;
f) RAPPRESENTA UNA TECNOLOGIA
COERENTE CON L'ESIGENZA DELLA TRASPARENZA PROPRIA DEL MERCATO
GLOBALE;
g) consente la definizione di nuovi modelli di scambio fra
individui ed imprese attorno al lavoro;
h) costituisce un prerequisito di
sistema al fine di garantire l'accesso alle competenze per tutto l'arco
della vita".
Francamente non si riesce a capire se possano esistere altri possibili
usi del concetto di competenza, ma quello messo sopra in grassetto
riesce a dare il senso della direzione di questa marcia delle
competenze nel sistema delle relazioni sociali nel mondo del lavoro e
nei processi di formazione, dove rischia di oscurare ogni altro senso e
scopo dell''educazione delle nuove generazioni.
Funzionale, ma non stabile il concetto di competenza e in tanti
modi fatto proprio. Se lo si vuole adottare per definire gli esiti dei
curricoli , bisogna accettare per convenzione una definizione di
competenza e insieme ad essa una definizione di standard e
inoltre un linguaggio e dei concetti comuni. Occorre limitare al minimo
le variazioni , i cambiamenti e le invenzioni
lessicali (G. B. Bresciani). "Per essere operazionali , un'intenzione
pedagogica e il suo contenuto devono avere un'accezione quanto
più possibile univoca , anche se questa operazione è alquanto difficile
con le parole e i concetti relativi all'attività
umana"(D. Hameline). Solo a queste condizioni e con queste limitazioni
le
competenze possono diventare la metrica comune, il linguaggio
interoperabile che consente ai diversi sistemi di interfacciarsi; solo
a
queste condizioni le competenze possono diventare la moneta unica dello
scambio tra istruzione, formazione e lavoro (G. B. Bresciani).
Per operare con cognizione di causa nel sistema di istruzione e
formazione non ci si puo' limitare solo a rispettare le indicazioni e
gli orientamenti che provengono dalle istituzioni comunitarie e
nazionali, riassunti nelle loro definizioni di competenza; con
l'approccio per competenze si rischierebbe di aggiungere un nuovo
schematismo a tutti gli altri che a scuola hanno goduto il loro
quarto d'ora di notorietà. E' opportuno fare ricorso anche alle
definizioni di competenza nelle quali sono confluite le
riflessioni degli studiosi che hanno approfondito i vari aspetti di
questa emergente problematica educativa e sociale per coglierne il
significato, ma anche i limiti. Nel passaggio dall'ambito sociologico a
quello formativo la nozione di competenza non rimane invariata e quindi
bisogna sottoporla ad analisi approfondita per individuarne la
specifica connotazione che vi assume e gli usi possibili nella
progettazione dei curricoli e nelle situazioni di apprendimento.
Le definizioni di rango istituzionale(organismi
internazionali, istituzioni, centri di ricerca pubblici) sono
funzionali prevalentemente ad esigenze di ordine
economico-sociale (occupabilità, mobilità, coesione sociale) e non
trascurano le ricadute sui sistemi formativi. Possono differire da
quelle provenienti dalla ricerca scientifica e questo non dovrebbe
sorprendere, ma sicuramente non ne prescindono. La ricerca, infatti,
non
ha i limiti che può e deve darsi un'istituzione pubblica, soprattutto
se deve avviare dei processi di innovazione. Questa non puo' non darsi
una meta e un inizio delle operazioni; è sufficiente che abbiano un
fondamento di credibilità e di consenso; non può aspettare che arrivi
prima o poi la parola definitiva. Uno sguardo, anche se parziale,
sull'uno e l'altro fronte è senz'altro utile per entrare con
consapevolezza nella logica dell'approccio per competenze.
LA COMPETENZA NEI DOCUMENTI ISTITUZIONALI
1) "La competenza è il patrimonio complessivo di risorse di un
individuo
nel momento in cui affronta una prestazione lavorativa o il suo
percorso professionale . E' costituita da un mix di elementi alcuni dei
quali (conoscenze tecniche e operative )hanno a che fare con la natura
del lavoro e si possono quindi individuare analizzando compiti e
attività svolte; altri invece (motivazione, comunicazione, capacità di
problem solving)hanno a che fare con le caratteristiche personali del
soggetto lavoratore che si mettono in giuoco quando un soggetto si
attiva in contesti operativi"(ISFOL)
2) "La competenza certificabile è intesa come un insieme
strutturato di
conoscenze e di abilità, di norma riferibili a specifiche figure
professionali, acquisibili attraverso percorsi di formazione e/o
esperienze lavorative , e/o autoformazione valutabili come credito
formativo"(Decreto n. 131 del 2001 del Ministero del lavoro);
3)"Col termine competenza si identifica l'insieme di risorse
(conoscenze, abilità etc) di cui il soggetto deve disporre per
affrontare efficacemente l'inserimento in un contesto lavorativo e più
in generale per affrontare il proprio sviluppo
professionale"(Italia-Lavoro);
4) "Termine con il quale si indica l'impiego consapevole e creativo ,
nel
più ampio contesto del lavoro e della vita individuale e sociale, di
conoscenze organicamente strutturate e di abilità riferibili a uno
specifico campo professionale"(Allegato A del D. LVO 226 del 2005);
5) "La nozione di competenza include componenti cognitive, ma anche
componenti motivazionali, etiche, sociali e relative ai
comportamenti. Costituisce l'integrazione di tratti stabili, di
risultati di apprendimento(conoscenze e abilità), di sistemi di valori
e
credenze, di abitudini e altre caratteristiche
psicologiche"(Ocse-PISA);
6) "Una competenza è la comprovata capacità di utilizzare
conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche in
situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale
personale. Nel contesto del Quadro Europeo delle Qualifiche le
competenze sono descritte in termini di responsabilità e
autonomia" (Allegato I alla Raccomandazione del Parlamento Europeo e
del
Consiglio del 23-4-2008).
LA COMPETENZA NELLE RIFLESSIONI DEGLI STUDIOSI
1) "La competenza è la capacità di mettere in moto e di coordinare le
risorse interne possedute(conoscenze, abilità, disposizioni interne
stabili) e quelle esterne disponibili per affrontare positivamente una
tipologia di compiti o di situazioni sfidanti"(M. Pellerey);
2)"Una competenza di una certa complessità mette in opera più schemi di
percezione, di pensiero, di valutazione e d'azione, che implicano
inferenze, anticipazioni, trasposizioni analogiche, generalizzazioni,
stime
di probabilità etc"(M. Pellerey);
3) "La competenza può essere definita come l'insieme delle conoscenze
, abilità, e atteggiamenti che consentono ad un individuo di ottenere
risultati utili al proprio adattamento negli ambienti per
lui significativi e che si manifesta come capacità di affrontare e
padroneggiare problemi attraverso l'uso di abilità cognitive e
sociali"(P. Boscolo);
4) "Col termine competenza intendo l'insieme delle capacità astratte
possedute da un sistema, indipendentemente da come tale capacità sono
effettivamente utilizzate. Col termine prestazione mi riferisco alle
capacità effettivamente dimostrate da un sistema in azione, desumibili
direttamente dal suo comportamento in uuna specifica
situazione"(B. G. Bara)
5) "La competenza è la qualità professionale di un individuo in termini
di conoscenze, capacità e abilità, doti professionali e
personali"(G. Quaglino);
6) "Le competenze sono insiemi stabilizzati di saperi, saper
fare, condotte tipo, procedure standardizzate, di tipologie di
ragionamento che possono essere messi in atto senza ulteriore
formazione"( M. de Montmollin)
7) "La competenza è la capacità di azione efficace di fronte ad una
famiglia di situazioni che si possono padroneggiare, perchè dispone
nello stesso tempo di conoscenze necessarie e della capacità di
mobilitarle consapevolmente in tempo opportuno per identificare e
risolvere problemi veri"(Ph. Perrenoud).
8) "La competenza è un sistema di conoscenze concettuali e
procedurali, organizzate in schemi operatori e che permettono,
all'interno di una famiglia di situazioni, l'identificazione di
un compito-problema e la sua risoluzione in un'azione
efficace"(P. Gillet).
9) "La competenza è un insieme integrato e funzionale di saperi, saper
fare, saper essere e saper divenire che permettono di fronte ad una
categoria di situazioni di adattarsi, di risolvere problemi e di
realizzare progetti"(M. Romainville).
10) "La competenza risiede nella mobilitazione delle risorse
dell'individuo(sapere teorico e procedurale, esperenziale e sociale)e
non nelle risorse stesse"; "La competenza si realizza nell'azione. Non
gli preesiste (. . . ) Non c'è competenza se non nella competenza in
atto. Non puo' funzionare a vuoto, al di fuori di ogni atto che non si
limita ad esprimerla, ma che la fa esistere"(G. Le Boterf).
11) "La competenza è la caratteristica intrinseca di un individuo che è
causalmente collegata ad una perfomance efficace o superiore nella
mansione affidatagli e che è misurabile sulla base di un criterio
presatabilito" (Spencer & Spencer).
BILANCIO PROVVISORIO
Le definizioni sopra riportate pur non essendo sovrapponibili hanno
alcuni punti in comune e questo è un dato interessante, se si
considera che sono state formulate in tempi , in situazioni e per
destinatari diversi. Non si fa torto a nessuno, se per maggiore
chiarezza si cerca di fare emergere o di interpretare i
processi che sottostanno alla loro elaborazione concettuale.
a) Il concetto moderno di competenza nasce nell'ambito degli studi
lavoristici e della pratica formativa per e sul lavoro. Assume
all'inizio una dimensione tecnico-professionale per espandersi fino a
comprendere le dimensioni procedurali dell'agire umano "come
sapere/conoscenza in azione" (A. Alberici);
b) La competenza consiste nell'integrazione e nella mobilitazione di un
mix eterogeneo multidimensionale , stabile e significativo di
conoscenze, abilità, motivazioni, rappresentazioni, credenze, valori,
interessi
personali. "Cio' che ne fa l'unità è la sua utilità. Essa è eterogenea
nei suoi elementi costitutivi e omogenea nella sua finalità"(B. Rey);
c) Alcune risorse della competenza sono riferibili a caratteristiche
strettamente individuali; altre risorse sono riferibili al lavoro o al
contesto e sono la parte emergente e visibile;
d) La competenza appartiene all'essere del soggetto; è parte integrante
e duratura della sua personalità. Non si hanno competenze, si è
competenti; (E. Damiano);
e) La competenza professionale è un sapere agire che si manifesta e si
realizza in un contesto ed è condiviso da una comunità che ne riconosce
il valore. Si differenzia per livelli di prestazione;
f) In ogni ambito di pertinenza la competenza è capacità di produzione
di prestazioni ed è separata concettualmente da esse, perchè
quest'ultime rappresentano soltanto il risultato di un'azione
particolare in cui si realizza. "E' nell'esteriorità che si definisce
la
competenza e al tempo stesso essa è una postulazione di un potere
interno. (. . . ) Indissolubilmente, allora, la competenza è una
visibilità
totale e un segreto inespugnabile, nascosto nel più profondo del
soggetto"(B. Rey).
g) La competenza ha una dimensione
soggettiva(conoscenze, motivazioni, intenzioni, decisioni etc); una
dimensione oggettiva(prestazioni osservabili e misurabili) e una
dimensione intersoggettiva (riconoscimento sociale del valore di una
prestazione).
Sembra appropriato concludere questo excursus sulla competenza con le
parole di R. Frega:"Recuperando un'intuizione antica, i diversi modelli
di competenza riconoscono un dato fondamentale, ovvero che per sapere
agire bene l'uomo deve saper pensare, sapersi relazionare agli altri e
sapersi porre in un rapporto di efficienza/efficacia rispetto alle
proprie azioni".
prof. Raimondo Giunta