Precari ATA: i chiarimenti
del MIUR ad alcune istituzioni scolastiche attraverso l’ultima nota
10073 del 14.04.2016, hanno suscitato incredulità nel personale ATA
precario, laddove la non applicazione delle disposizioni di cui
all’art. 1, comma 332 della legge 190/2014, sia giustificabile in casi
eccezionali e riconducibile ad interpretare i casi di decesso e di
cessazioni del personale destinatario di disposizioni di salvaguardia
pensionistica, non come assenza, ma come vacanza del titolare, senza
creare un aggravio di spesa per l’Erario garantendo il regolare
funzionamento delle istituzioni scolastiche. Certo tutto si può negare,
tranne che al MIUR non abbiano attenzione per i morti o per i casi di
salvaguardia pensionistica, peccato però che non prestino attenzione
anche ai vivi, e in particolare ai precari ATA, o per meglio dire, a
quelli ancora sopravvissuti, in particolare gli assistenti
amministrativi precari, cioè a coloro i quali ogni giorno assicurano in
segreteria attraverso il loro contributo, un servizio a rischio
qualità, con criteri di flessibilità organizzativa plurisettoriale, che
ormai tende a diventare manageriale.
Una capacità di adattamento del personale amministrativo che sta
diventando sempre più difficile, con un rischio correlato al lavoro,
dettato da carichi di lavoro sempre più gravosi e una trasformazione
della P.I., che guarda anche alla digitalizzazione delle segreterie,
ovvero alla smaterializzazione, come fattore di risparmio, senza
soppesare gli effetti collaterali che tale trasformazione avrà sul
personale, destinato a diminuire gradualmente.
Cosa sarà di questo personale scolastico, è un interrogativo a cui
ancora il Governo Renzi si ostina a non rispondere, eppure è marcato il
solco scavato da questo esecutivo tra Docenti ed ATA.
Quest’ultima categoria stremata, nello spirito e nel corpo, nella mente
e nelle braccia, non vuole tuttavia elemosinare proroghe dell’ultima
ora, concesse eccezionalmente dal MIUR.
Non siamo tappa buchi, non siamo i trimestrali delle Poste che
sostituiscono d’estate i titolari, siamo impiegati pubblici che hanno
contratti stipulati fino al 30 giugno su posto vacante, ... senza
morti, ..., e che hanno partecipato a procedure concorsuali i cui
requisiti stanno nella legge nazionale, la stessa legge nata al fine di
dare adeguata soluzione al fenomeno del precariato storico e di
evitarne la ricostituzione, di stabilizzare e rendere più funzionali
gli assetti scolastici, attivando azioni tese ad abbassare l'età media
del personale, il contrario di tutto quello che sta facendo il Governo
Renzi.
Rimane dunque drammatica la situazione delle segreterie, e non saranno
certo le probabili proroghe che risolveranno il problema, ma un
orientamento diverso del Governo che guardi a questa categoria come una
risorsa per la scuola pubblica, attivando con leggi adeguate i processi
di stabilizzazione che la categoria rivendica da diversi anni.
E’ ora di dire basta!
Mario Di Nuzzo
mario.dinuzzo@libero.it