L'
incontro del 6 aprile con il professore Claudio Giunta al Liceo
scientifico e linguistico "Principe Umberto" di Catania,
rientra nelle iniziative del progetto in rete "Italianetneo": pagine di
realtà nella narrativa del primo e secondo '900, di cui il nostro
Istituto è scuola- polo. Claudio Giunta, classe 1971, docente di
Letteratura italiana all'università di Trento, autore di saggi, ma
anche acuto critico della realtà contemporanea, nonchè curatore di
un'antologia dal titolo provocatorio "Cuori intelligenti", tratto dal
Libro dei Re, che sintetizza perfettamente un approccio
emotivo-intellettuale, pro studenti, al mondo della letteratura
italiana.
Qual è il legame tra il romanzo e la storia, soprattutto nel '900?
L'intreccio tra letteratura e storia contemporanea funziona molto bene
laddove la prosa, la narrativa del secondo '900, da Tondelli ad
Ammaniti a Fenoglio non è più solo storia, ma fiction tra cronaca e
reportage, è vita privata, sguardo sul mondo.
Per questo anche Saviano e Gomorra diventano una finestra sulla realtà
contemporanea.
Così leggere Pasolini significa addentrarsi nel mondo della "mutazione
italiana" del dopoguerra, leggere affreschi di storia, capire meglio
come eravamo.
La saggistica, quindi, assume un significato altrettanto importante. Da
Sciascia alla Ginzburg, l'Italia ha avuto grandissimi saggisti.
Leggerli, oggi, significa capire il paese in cui viviamo e quindi
suggerire ai nostri studenti una chiave di lettura sugli eventi, tale
da permettere loro di costruirsi un'idea attendibile e vivida
intorno ai fatti cruciali della nostra storia.
Entusiasta il pubblico dell'Aula magna del Liceo, che ha interagito con
interventi e domande.
Coinvolti e partecipi i tanti studenti presenti che, ancora una volta,
sono la testimonianza dell'attualità della nostra letteratura che non
fa parte di un mondo sepolto e insignificante, ma costituisce prezioso
patrimonio esistenziale per scoprire, indagare il passato e il presente
di cui anche noi siamo protagonisti indiscussi.
Professoresse Daniela Longo e Marina
Romano