Molti sono stati
gli attributi riferiti ai Presidi nella lunga campagna
di preparazione alla riforma della "Buona scuola" che ho prodotto la
Legge 107/2015, modificando e riducendo di gran lunga i cosiddetti
"poteri" assegnati ai dirigenti, lasciando inalterati e ancora più
gravose le responsabilità dei dirigenti nella gestione
organizzativa, didattica e amministrativa della scuola. A seguito del
convegno promosso presso la Camera dei Deputati dall'On.Elena Centemero
di Forza Italia sul tema "Presidi: sceriffi o
manager?" è stato comunicato che "Forza Italia istituirà a breve
un tavolo di confronto stabile con i dirigenti scolastici, valorizzati
sulla carta dalla Buona Scuola ma troppo spesso lasciati soli nei
fatti."
E' certamente cambiato il ruolo e il compito del dirigente scolastico
nella scuola rinnovata che dialoga con il territorio che si pianifica
in una progettazione triennale e utilizza al meglio le risorse
dell'organico dell'autonomia e del potenziamento. Inoltre il sistema di
valutazione comporta per il dirigente scolastico, coma ha detto il
direttore generale del MIUR, Carmela Palumbo, una responsabilità
per obiettivi di processo e di risultato non disgiunta dalla
autovalutazione della scuola e dal piano triennale dell'offerta
formativa.
Migliorare e qualificare l'incontro tra le necessità formative
individuate nell'ambito del potenziamento dell'offerta formativa
e le competenze dei docenti assegnati ai singoli istituti, è certamente
la sfida che impegna i dirigenti scolastici oggi.
L'apparente "potere" assegnato nell'assegnazione del bonus ed il merito
ai docenti è vincolato dai criteri definiti dal comitato di valutazione
ed è caratterizzato dalla qualità del servizio prestato
riconosciuto e validato. La discrezionalità appare residua e non può
essere utilizzata come di attacco al ruolo del dirigente, spesso
contestato e criticato, come espressione della Legge 107/2015.
Come ha sostenuto Francesco De Sanctis, già direttore generale in
diversi Usr, alla responsabilità deve corrispondere il potere
decisionale.
Il convegno che non ha trattato questioni economiche
e di retribuzione inadeguata , si è svolto proprio nello
stesso momento in cui presso il Miur si è aperta la vertenza
sindacati-ministero sulla retribuzione di posizione e di risultato dei
dirigenti scolastici, L'Amministrazione ha dichiarato di non essere in
grado di fornire i dati sulla ripartizione tra le regioni del Fondo.
Nel comunicato sindacale si legge che secondoaccordi già definiti
con l'UCB (Ufficio Centrale di Bilancio), parte delle risorse messe a
disposizione dalla L. 107/2015 saranno destinateal recupero del
debito determinatosi negli anni precedenti per effetto
dell'ultrattività dei contratti integrativi regionali; il FUN 2015-16
sarà riportato agli stessi livelli del 2010-11.
La questione rimane aperta ed occorre agire, dichiara Marcello
Pacifico, presidente dell'Anief, ed avendo aperto una Sezione Anief
dirigenti si intende portare avanti e con forza una battaglia di
conquiste a salvaguardia dei diritti acquisiti e riconosciuti.
È necessario che il Governo rispetti gli impegni assunti a seguito
delle mobilitazioni della categoria, destinando interamente le risorse
stanziate dal comma 86 della L. 107 al ripristino delle retribuzioni
dei dirigenti scolastici tagliate dal decreto Tremonti. Occorre inoltre
un confronto politico anche alle tematiche relative al reclutamento,
alla valutazione e alla retribuzione di risultato dei Dirigenti
Scolastici.
L'obiettivo di un ruolo dirigenziale unico resta sempre al primo posto
dell'azione riformatrice della scuola che cresce e si rinnova, e si
auspica che la riforma della P.A. rispetti questa priorità, dando
giustizia ad una palese disomogeneità.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it